Io mi ricordo di aver letto, forse su qualcosa che riguardava Marco Polo, che le popolazioni nomadi della Mongolia offrivano la moglie ai viaggiatori di passaggio. Questo perche' le tribu' avevano una popolazione limitata e si rischiava spesso di accoppiarsi tra parenti, con tutti i rischi del caso.
Invece accoppiarsi con uno straniero garantiva piu' variabilita' genetica.
Mica mongoli sti Mongoli.
Si vabbè, ovviamente le mogli erano merce di scambio.
Comunque sto leggendo un libro famosissimo di uno dei più grandi studiosi dell'evoluzione dell'animale umano e appunto dice che nel passaggio da primate raccoglitore a primate cacciatore, la "scimmia nuda" avrebbe avuto enormi problemi specialmente se paragonate le sue capacità a quelle dei grandi cacciatori carnivori e quindi l'evoluzione lo ha spinto a diversi cambiamenti rispetto agli altri primati.
Poiché, ad esempio, necessitava di cacciare in gruppo e quindi di collaborare pacificamente tra maschi del suo gruppo, c'era bisogno che la competitività tra maschi diminuisse e quindi l'evoluzione ha fatto sì che le femmine e i maschi di questo strano primate nudo, acquisissero comportamenti di coppia tali che a tutti i maschi (anche quelli deboli, "perdenti") fosse possibile accoppiarsi perché le femmine erano in grado di innamorarsi, e quindi di non andare in continuazione alla ricerca di un partner più performante e inoltre, di ritorno dalla caccia, essi, i maschi, appunto perché le femmine si legavano sentimentalmente, le ritrovavano, senza mettersi ogni volta in competizione con altri maschi.
Anche le femmine, ovviamente avevano vantaggio evolutivo nel legarsi ad un solo maschio, perché siamo l'unica specie in cui l'accudimento parentale è lunghissimo e non sarebbe stato possibile svolgerlo al meglio, per le femmine, se avessero dovuto, come le femmine dei grandi cacciatori carnivori, staccarsi a lungo dalla prole immatura, per potersi nutrire.
Quindi la tanto vituperata monogamia, in realtà è un tratto evolutivo umano che ha fatto sì che non ci estinguessimo e non un condizionamento culturale.
Per questo dico che è proprio della natura specialmente femminile, quello di fondere sessualità e amore