ROMA, 24 ottobre (Reuters) - (L'autore è un editorialista di Reuters Breakingviews. Le opinioni espresse sono le sue)
di Hugo Dixon
LONDRA, 24 ottobre(Reuters Breakingviews) - L'argomento che mette tutti gli altri in secondo piano quando si parla di crisi dell'euro è come salvare l'Italia. Le ingegnerie finanziarie discusse al summit di domenica serviranno, nella migliore delle ipotesi, a guadagnare tempo. Ma alla fine è Roma che deve salvare se stessa.
Com'è stato detto spesso, con quasi 2.000 miliardi di debito, pari al 120% del prodotto interno loro, l'Italia è troppo grande per fallire ma anche troppo grande per essere salvata. Questo non ha impedito al resto dell'Europa di sperimentare ogni sorta di ginnastica finanziaria per trovare una rete di protezione in grado di sostenere il paese.
Lo schema che potrebbe salvare Roma è l'acquisto sistematico dei suoi titoli di Stato da parte della Banca centrale europea, che ha una illimitata capacità di stampare euro. Ma gli appelli francesi ad utilizzare la Bce come leva finanziaria dell'European Financial Stability Facility (EFSF), il fondo salva-Stati europeo, si sono scontrati contro due ostacoli insormontabili. Nè la Germania, nè la Bce vorrebbero mai avere a che fare con un'idea come quella di stampare denaro per salvare governi inadempienti.
Il fondo di salvataggio europeo non è sufficientemente robusto per sorreggere l'Italia e quadruplicarne la capacità di fuoco potrebbe costare alla Francia il rating tripla A. Questo lascia la zona euro a dibattere di diverse altre forme di alchimia finanziaria.
Un'idea è trasformare l'Efsf in una compagnia assicurativa, o un veicolo speciale finanziato dalle casse del Fondo monetario internazionale. Un'altra è fornire alle banche garanzie governative per rendere loro più facile l'approvvigionamento di fondi sul mercato interbancario.
Il problema è che la garanzia di un governo debole potrebbe servire a poco. I leader dunque si sono messi a discutere di un struttura che lascerebbe il governo come principale garante di una determinata banca mentre gli altri governi agirebbero come riassicuratori.
Tanta creatività finanziaria -- che rieccheggia l'innovazione del mondo bancario alla vigilia della crisi dei subprime -- sarebbe divertente se la situazione non fosse così seria. Ciò che serve è che l'Italia agisca con decisione per ristabilire la propria credibilità agli occhi degli investitori.
Fortunatamente, altri leader parlano di questo ingombrante ospite. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno fatto pressione su Silvio Berlusconi perchè assuma ulteriori misure per spingere la crescita e tagliare il debito.
I dettagli potrebbero essere meno importanti di quanto non sia convincere i mercati che il programma è forte e sarà realizzato con prontezza. Ma Berlusconi è stato sempre un passo indietro. Maggiore è la pressione che viene esercitata dall'estero sull'Italia e meglio è.