Tenere duro - In ogni caso, Berlusconi sta già studiando la strategia per ribaltare a proprio favore (o a sfavore di chi trama) l'intricata situazione. L'obiettivo, come anticipato dal segretario Angelino Alfano, è resistere almeno fino a Natale.
"Per porre fine a tutti questi giochetti", ha spiegato Berlusconi ai suoi. Come? Votare a metà novembre al Senato la legge di stabilità con il maxiemendamento "Europa", il pacchetto di misure d'emergenza per l'economia. Lo stesso pacchetto dovrà passare poi alla Camera, e per tempi tecnici di calendarizzazione e discussione si arriverà per forza di cose a metà dicembre.
Considerando la pausa natalizia, arrivare a gennaio a quel punto sarebbe obbligato. A meno di stravolgimenti in Aula, dunque, anche i più convinti ribaltonisti del Pdl dovrebbero arrendersi all'evidenza: non ci sarebbe più spazio per governi tecnici in carica per una decina di mesi effettivi, meglio andare subito alle urne. E a quel punto, sostiene Berlusconi, "faremo i conti e valuteremo". Sottintenso: chi tradisce e sgarra ora, si può scordare la ricandidatura nel Pdl.
Nel caso in cui la fronda avesse la meglio l'ipotesi più concreta sarebbe quella di un governo guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il Fmi infatti ha dato il suo ok ai conti pubblici italiani. Così, nel caso in cui l'esecutivo non avesse i numeri, le opposizioni non avrebbero in mano come carta nemmeno un'ipotetica accusa da parte delle istituzioni internazionali circa la negligenza italiana.
Le opposizioni insomma non avrebbero argomenti per proporre un governo tecnico all'insegna della discontinuità, e così il nome più quotato per un eventuale esecutivo di transizione è quello di Gianni Letta.