Obbligazioni indicizzate inflazione Carcabar: Btp, Etf, Bond, commenti liberi sugli investimenti (1 Viewer)

angy2008

Forumer storico
Ciao a tutti ho un problema forse comune a molti di voi; sono incastrato con il btpi21.
Avete delle proposte per diversificare switchando? io ne ho una cifra veramente grossa a ora vorrei spezzettarla in ogni genere di cosa per diversificare il piu' possibile.
Meglio tardi che mai, io però a questo punto me li terrei.
Oggi se cerchi una diversificazione che abbia qualche significato devi acquistare debito dei paesi emergenti o corporate non finanziari.
 

ari

Forumer attivo
Ciao a tutti ho un problema forse comune a molti di voi; sono incastrato con il btpi21.
Avete delle proposte per diversificare switchando? io ne ho una cifra veramente grossa a ora vorrei spezzettarla in ogni genere di cosa per diversificare il piu' possibile.

Meglio tardi che mai, io però a questo punto me li terrei.
Oggi se cerchi una diversificazione che abbia qualche significato devi acquistare debito dei paesi emergenti o corporate non finanziari.
anch'io ho questo btpi, che ne dici delle dexia "brutto anatroccolo"?
 

il carcarlo

only etf
oggi su sky economia c' era un economista (non mi ricordo il nome) che ha detto che ora hanno cominciato a tosare pure le pecore della germania e che devono stare attenti a giocare col fuoco.....
diceva anche che alla fine la merkel cedera' sugli eurobond.....
in fondo la merkel non puo' prendersi la responsabilita' del fallimento dell' euro.....

l' ideale sarebbe risanare con una buona inflazione (stampare) ma la germania non ne vuole sapere.....

si diceva anche che la bce deve abbassare i tassi il piu' possibile (e secondo me lo fara'), anche perche' attualmente e' l' unica arma che ha in mano sta chiavica di bce.........

intanto l' inflazione corre e pure il CI del nostro 41;)
 

Massimo Odiot

Giovane Povero
Ciao a tutti! Oggi ho avuto una carcargiornatina con i fiocchi... Uscito all'alba e tornato da un paio di ore... Che tocca far per campà!

Butto un sasso nello stagno del dibattito "usciamo dall'euro e torniamo alla lira": occhio che non finisca come in Islanda!

Lì, prima della crisi, quasi tutti i trenta-quarantenni facevano i fichetti, vivendo alla grande a Reykjavik, quasi tutti lavorando nel settore bancario/finanziario, quasi tutti con superstipendio in corone islandesi, quasi tutti con villa e suv prese facendo il mutuo e i debiti con la banca in euro (perchè "conveniva")... Ebbene quando l'Islanda è fallita, tutti questi neo-yuppies si sono trovati con stipendio=potere d'acquisto distrutto, mutuo e rate in euro=raddoppiati perchè il valore della corona islandese è precipitato sotto le scarpe! Hanno dovuto lasciare le case e le auto alle banche, e in molti son tornati a vivere nelle fattorie dei vecchi genitori fuori città, a zappare ghiaccio e coltivare geyser! Ancora oggi, da quel che capisco del cambio €/corona, son sotto del 50%... :(

Pensate che casino in Italia... Gli stipendi tornerebbero in lire, con la svalutazione che tutti immaginiamo, addirittura del 50% dicono alcuni di voi... Ma mutui, finanziamenti, prestiti, rate sono stati contratti (e resterebbero) in €! Pancia mia fatti capanna... Sì, per chi ha prestato!

Pace e bene, buona carcarnotte, io lavoro anche domani, solo mezza giornata per fortuna... :(
 

angy2008

Forumer storico
anch'io ho questo btpi, che ne dici delle dexia "brutto anatroccolo"?

la domanda originale era se opportuno fare una bella diversificazione, forse per stare più tranquillo.
Switcharne una parte su Dexia è una scommessa più tosta del btpi21 che puoi fare tu che sei più smaliziata e diversificata dell'utente che è invece già abbastanza preoccupato coi TDS.
 

sethi

Forumer storico
Perchè Sto con i Tedeschi

il coro delle “checche isteriche” ormai è diventato un frastuono di voci bianche. La cattiva, cattiva Germania ci sta mangiando, ci vuole comprare…..I Tedeschi sono egoisti, hanno volontà imperiali, ci butteranno via dopo averci succhiato il sangue… bah. Che mare di immesnse, sesquipedali cazzate, non ne posso davvero più. Vogliamo guardarci allo specchio perfavore?
La Germania è quello che è perchè generazioni di cittadini tedeschi hanno pazientemente ricostruito dalle macerie fumanti della seconda guerra mondiale (avete presente Dresda?) un economia e soprattutto un sistema pubblico razionale ed efficiente. I Tesdschi hanno puntato su un sistema pubblico di scuola e formazione che non ha eguali nel mondo, promuovono lo sviluppo della famiglia con incentivi e un sistema di supporto alla genitorialità degno e funzionale.(e poi saremmo noi i cattollici…bah). la Germania è uno stato con istituzioni immensamente più liberali e di mentalità aperta rispetto all’Italia. E… ma guarda un pò Il costo dell’amministrazione pubblica procapite tedesca è una frazione rispetto a quello italiano.
Ma non basta, solo per fare qualche altro piccolissimoparagone, i sindacati e le imprese tedesche, insieme, da decenni hanno capito che la strada giusta era quella della condivisione del rischio degli utili di impresa. Il costo unitario del lavoro in rapporto alla produttività non è nemmeno paragonabile a quello Italiano eppure un operaio tedesco ha uno stipendio che è quasi il doppio del nostro Cipputi.
Dunque la Germania è cattiva? Dunque il problema è che i tedeschi ci chiedono di condividere almeno un pochino della loro organizzazione pubblica?
Ma sono proprio dei cattivoni.
Vorrei che sfatassimo il mito più idiota che si sente circolare in rete: La Germania ha costruito l’Europa per schiacciare i paesi del sud dediti alla pratica (sodomitico-masochista peraltro) della svalutazione competitiva. Ah si, io però mi ricordo un’altra storia, per esempio ricordo quando i Bot andavano via al 14% e il debito pubblico aumentava del 10-12% all’anno., mi ricordo che entrammo in europa per il rotto della cuffia sull’orlo di una situazione per nulla diversa a quella Argentina.
Vogliamo ricordare che grazie all’Euro l’Italia ha risparmiato dalla sera alla mattina 70/80 miliardi di euro di interessi sul debito…. e si li è fumati in spesa pubblica improduttiva. E’ colpa dei tedeschi?
Ecco il problema, semmai, è che queste cose i tedeschi le sanno benissimo dunque hanno perfettamente ragione a non fidarsi, ne di noi ne tantomeno di altri come noi.
Ora pefavore vogliamo vedere a cosa fanno i tedeschi:

a) Dicono no alla monetizzazione del debito (meglio conosciuto come Quantitative Easing).
b) Dicono no all’emissione di Eurobond a babbo morto cioè senza precise garanzie di finaza pubblica da parte degli stati con i conti scassati
c) Difendono le preeogative del loro sistema industriale e delle loro banche (Oibò che cattivi)
Bene signore e signori, non so voi ma a me piacerebbe che il nostro stato sia organizzato e costi almeno un pochino come quello tedesco, mi piacerebbe che aprire un’impresa in Italia sia facile e economico come farlo in Germania, mi piacerebbe che le libertà civili e individuali italiane siano almeno un pochino come quelle tedesche. Taccio su sistema giudiziario, livelli di cooruzione pubblica e privata, su nepotismo e su meritocrazia solo perchè non mi piace sparare sulla croce rossa, e lo confesso: un pochino mi vergogno.
Quindi capite bene ho qualche difficolta ad aggiugermi al coro delle “checche isteriche”.




Allora ti rispondo su un pò di cose:
1) sono sposato x cui non sono omossessuale ma la dizione "checche isteriche" mi sembra alquanto infelice, perche non solo le "checche" possono essere isteriche ma anche i "superuomini".........
2) parlami delle banche in Germania come stanno a me è stato riferito che non è che se la vedano molto bene ma magari mi sbaglio.
3) non ti conviene andare in giro a berlino fuori da ring per che quando ti troveresti davanti un gruppo di simpatici ragazzono che non possono veder i turchi, gli italiani e tc etc non so quanto dici"mi piacerebbe che le libertà civili e individuali italiane siano almeno un pochino come quelle tedesche" possa valere
4) La politica europeista tedesca dal 2009 in avanti non mi sembra chiarissima sopratutto nei confronti della Grecia se non volevano aiutarla bastava che subito, immediatamente procedessero all'espulsione anche se non prevista però fattibile per il fatto che la Grecia era entrata in europa con dei parametri truccati, invece l'indecisione in ambito europeo sopratutto della germania e della Francia ha crato un'unione europea senza identità, senza coesione, inutile, bastava fossero più decisi ....fuori la grecia dell'europa .....ma un momento non avrebbero potuto acquistare la OTE e neppure affittare i campi per il fotovoltaico per un niente****pò di articoli interessanti a dimostrazione che non è tutto oro ciò che luccica teniamo sempre gli occhi aperti.
5) per il resto quanto hai detto sull'italia è giusto siamo stati malgovernati da decenni su questo sono d'accordo, come sono d'accordo che l'efficienza tedesca sia pubblica che privata è notevolmente superiore, anche quanto scrivi sui sindacati è giusto .............


28 agosto 2011) - fonte: Ufficio stampa Prc-SE - inserita il 29 agosto 2011 da Valter CARRARO

“Veniamo a scoprire in questi giorni che il governo Greco mette a disposizione della Germania 20.000 ettari di territorio per installare pannelli solari e produrre 200 megawatt di energia elettrica da esportare in Germania per un investimento complessivo di 20 miliardi di euro.

Adesso si comincia a capire meglio perché la Germania si è opposta in ogni modo alla soluzione della crisi e ha portato la Grecia al fallimento: per trasformare la Grecia in una colonia ubbidiente, disponibile a qualsiasi cosa pur di avere qualche briciola. Un tempo i paesi imperialisti usavano i carri armati, adesso la speculazione finanziaria, il risultato di trasformare i paesi più deboli in colonie non cambia. Si tratta della stessa strada che il governo italiano sta seguendo, fedele esecutrice dei dictat di Berlino e Parigi. Per questo non basta cambiare la manovra ma occorre rovesciare la politica economica del governo e dell’Europa”.



La Grecia: dallo stato di tutela allo stato di colonia?

La crisi finanziaria ha messo in ginocchio non pochi governi europei, ma mai finora era riuscita a trasformare il rapporto tra gli stati membri della zona euro in modo così drammatico. La scelta del primo ministro George Papandreu di non organizzare un referendum per tastare il polso dell'opinione pubblica greca sul futuro della Grecia nell'unione monetaria è da imputare - tra le altre cose - anche alla pressione dei suoi partner. Nelle ultime ore, sia la Germania che la Francia hanno spiegato al governo greco che il referendum rischiava non solo di scuotere i mercati ma anche di creare l'impressione di una possibile uscita del paese dalla zona euro, con tutte le conseguenze del caso. Parlando ieri sera ad Atene davanti ai deputati socialisti del Pasok, Papandreu ha affermato: "Al di là del tono usato dai nostri partner e dal contenuto delle loro prese di posizione, quando ci hanno detto come condurre il referendum abbiamo loro spiegato che la decisione spetta al nostro governo sovrano. Siamo sotto sorveglianza economica, ma le istituzioni democratiche sono le nostre". La crisi di questi ultimi tre anni ha provocato elezioni anticipate a Dublino, a Lisbona, e anche a Bratislava; ma mai finora l'intervento europeo nella politica interna di un paese era stato così netto, così evidente. Un conto è imporre una nuova manovra economica per rientrare nei parametri di Maastricht, un conto è costringere un governo a rivedere le sue intenzioni a proposito di un referendum.
Riuscirà George Papandreu a fare accettare ai greci che un voto popolare non si terrà nel loro paese perché così ha chiesto l'Europa? Pubblicamente sta cercando di spiegare che il voltafaccia è dovuto più a un cambiamento di posizione dell'opposizione conservatrice che a pressioni europee. Eppure stiamo assistendo a una evidente riduzione delle sovranità nazionali, soprattutto dei paesi più fragili. Per molti versi è il riflesso benefico di un controllo reciproco che dopo molti anni è tornato d'attualità in una unione monetaria tra stati indipendenti. Il problema è che forse la transizione sta avvenendo in modo disordinato, con rischi evidenti che la tendenza si trasformi in un boomerang, provocando i sentimenti anti-europei in molti paesi. Come quelle scatole utilizzate nei traslochi su cui c'è scritto FRAGILE, il fenomeno va "maneggiato con cura" fin tanto che la democrazia rimarrà a livello nazionale. Il momento è delicatissimo: l'abbandono della sovranità nazionale sta facendo passi da gigante, ma se non è accompagnato da una nuova legittimità popolare rischia di scappare drammaticamente di mano, in Grecia oggi, in altri paesi domani.



Progetto Helios: l’energia del fotovoltaico dalla Grecia alla Germania

di Redazione Commenta la notizia
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C’è feeling tra la Grecia e la Germania nel campo delle energie rinnovabili.
La Grecia infatti cerca un valida occasione per uscire dal periodo nero della crisi e dalla paralisi economica determinata dal debito pubblico senza fondo; la Germanica invece è in balia di una rivoluzione energetica con i paesi industrializzati, fomentata dalla decisione di abbandonare l’energia nucleare entro il 2022.
L’energia solare sembra creare un punto di incontro tra questi due Paesi: un’articolo pubblicato sul Ta Neà, il quotidiano greco più diffuso, parla del cosiddetto “Progetto Helios” finalizzato all’installazione di 20 mila ettari di parchi fotovoltaici, con una potenza totale di circa 10 GW, per la produzione di energia elettrica fa esportare in Germania. Il budget a disposizione è di 20 miliardi di euro e il programma vede creare 60.000 potenziali posti di lavoro, fondamentali per la Grecia in quando a causa della recessione la disoccupazione ha raggiunto livelli record.
Tale iniziativa scaturisce da un colloquio tra George Papaconstantinou ministro dell’Ambiente greco, e Stefan Kapfere, il viceministro dell’Economia della Germania.
Papaconstantinou ha annunciato che il Governo greco è già impegnato nella ricerca dei finanziamenti con alcune banche estere.
Nel frattempo, procede anche il progetto annunciato dal premier greco George Papandreou: costruire il più grande parco fotovoltaico del mondo su un’ex miniera di lignite nella città di Kozani (Macedonia occidentale).
Il costro stimato per questo progetto è di 600 milioni di euro per una capacità di 200 MW.
La Public Power Corposation (PPC) organizzerà un bando internazionale per trovare un investitore per il parco fotovoltaico che si estenderà su una superfice di circa 520 ettari
 
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