Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

:ciao:



IL BILANCIO FALLIMENTARE DELLA FED E LA PROSSIMA CRISI IMMOBILIARE..
MERCATO LIBERO - Cerca con Google





Spagna: il campo successivo
euro battaglia
http://www.elmundo.es/mundodinero/2010/02/25/economia/1267092644.html






Il direttore del FMI pone di creare una moneta che sostituirà il dollaro come riserva
http://www.elmundo.es/mundodinero/2010/02/26/economia/1267202027.html





Come sta messo davvero il paese che ha fatto da apripista al capitalismo?
Soros docet
RIVOLUZIONE DEMOCRATICA: «QUESTI PORCI INGLESI»






:ciao::ciao::ciao:
 
ITALIA: "ALLARME ROSSO" CONTI PUBBLICI: DEFICIT-PIL RADDOPPIA AL 5,3%
di WSI-APCOM-TELEBORSA-ANSA

Il dato, relativo al 2009, è comunicato dall'Istat. Nel 2008 il rapporto era al 2,7%. Per la prima volta dal 1991 il saldo primario risulta negativo. Il Pil scivola del 5% (peggior dato dalla Seconda Guerra Mondiale) e la pressione fiscale aumenta.


Nel 2009 il rapporto deficit-Pil schizza al 5,3% (era al 2,7% nel 2008). In valore assoluto l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi sul livello di 80.800 milioni di euro.

Lo comunica l'Istat spiegando che nel 2009, per la prima volta dal 1991, il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo: pari allo 0,6% del Pil, inferiore di oltre 3 punti rispetto al livello positivo raggiunti nel 2008 (2,5%).

Continuando, l'istituto ha affermato che nel 2009 il rapporto debito/Pil è salito al 115,8%. Il valore assoluto del debito nel 2009, reso già noto dalla Banca d'Italia, è pari a 1.761.191. milioni di euro.

L'Istat ha poi comunicato che nel 2009 il valore del Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.520.870 milioni di euro correnti, con una diminuzione del 3,0 per cento rispetto al 2008. Il Pil del 2009, espresso ai prezzi dell’anno precedente, è diminuito dunque del 5,0 per cento e la flessione è la peggiore dal 1971.

I dati finora disponibili per gli altri paesi indicano invece per il Pil una diminuzione in volume del 2,2 per cento in Francia, del 2,4 per cento negli Stati Uniti e del 5,0 per cento in Germania, Regno Unito e Giappone.

In Italia, la diminuzione del Pil, accompagnata da un calo del 14,5 per cento delle importazioni di beni e servizi, ha determinato una riduzione delle risorse disponibili pari al 7,2 per cento.

Dal lato degli impieghi si evidenzia una contrazione in termini reali dell’1,2 per cento dei consumi finali nazionali (meno 1,8 per cento per la spesa delle famiglie residenti, più 0,6 per cento per la spesa delle Amministrazioni pubbliche, più 1,1 per cento per le Istituzioni sociali private - Isp). La flessione dei consumi privati interni è stata pari all’1,9 per cento.

Gli acquisti all’estero dei residenti sono diminuiti del 3,9 per cento, mentre le spese sul territorio italiano effettuate da non residenti sono diminuite del 7,4 per cento.

Gli investimenti fissi lordi hanno mostrato una contrazione del 12,1 per cento, la quale è il risultato di flessioni che hanno riguardato tutte le tipologie di beni capitali: i macchinari e attrezzature (meno 18,4 per cento), le costruzioni (meno 7,9 per cento), i mezzi di trasporto (meno 15,2 per cento) e i beni immateriali (meno 5,4 per cento).

Le esportazioni di beni e servizi hanno registrato una diminuzione del 19,1 per cento. Il deflatore del Pil ha registrato nel 2009 un aumento del 2,1 per cento, cui ha fatto riscontro una flessione dello 0,2 per cento del deflatore della spesa delle famiglie residenti. Il deflatore dei consumi interni è diminuito dello 0,1 per cento, quello dei consumi delle Amministrazioni pubbliche (AP) è aumentato del 2,7 per cento, quello dei consumi delle Isp dell’1,5 per cento e quello degli investimenti fissi lordi dello 0,8 per cento.

La ragione di scambio con l’estero ha registrato un miglioramento rispetto all’anno precedente: alla diminuzione del 6,1 per cento dei prezzi all’importazione di beni e servizi ha fatto riscontro una diminuzione molto contenuta (meno 0,4 per cento) dei prezzi all’esportazione.

Dal punto di vista della formazione del prodotto, il valore aggiunto è diminuito, ancorché a tassi differenziati, in tutti i settori dell’economia: agricoltura, silvicoltura e pesca (meno 3,1 per cento), industria in senso stretto (meno 15,1 per cento), costruzioni (meno 6,7 per cento) e servizi (meno 2,6 per cento). Un contributo negativo alla variazione del Pil è venuto dalla domanda nazionale al netto della variazione delle scorte (meno 3,5 punti percentuali) e dalla domanda estera netta (meno 1,2 punti percentuali). Le unità di lavoro (ULA2) hanno registrato un calo significativo, pari a 2,6 per cento.

Tale fenomeno è riconducibile, in primo luogo, alla riduzione del numero degli occupati (meno 1,7 per cento), sia residenti sia lavoratori stranieri irregolari non residenti3. Inoltre, il volume di lavoro impiegato si è ridotto anche a causa del maggior ricorso da parte delle imprese alla cassa integrazione guadagni, sia ordinaria sia straordinaria, della riduzione delle seconde attività lavorative e della contrazione del lavoro atipico.

La diminuzione delle unità di lavoro ha investito tutti i settori di attività economica, in particolare il settore dell’industria in senso stretto (meno 8,1 per cento), e ha interessato sia l’occupazione dipendente (meno 2,7 per cento) sia quella indipendente (meno 2,6 per cento). I redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono diminuiti nell’intera economia dello 0,6 per cento. Queste ultime hanno registrato un aumento dell’1,7 per cento nel settore agricolo, dell’1,2 per cento nelle costruzioni, dello 0,9 per cento nei servizi e una riduzione del 5,7 nell’industria in senso stretto.

Ancora, la pressione fiscale è cresciuta nel 2009. Lo scorso anno la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata infatti pari al 43,2% superiore di tre decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento).

Tale risultato - spiega l'Istat - è l'effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessivamente registrata dal gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (meno 2,3 per cento) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte in conto capitale (cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi di euro).

Le imposte dirette sono diminuite del 7,1 per cento, quelle indirette del 4,2 e i contributi sociali effettivi dello 0,5 per cento. L'andamento di questi ultimi riflette la tenuta delle retribuzioni lorde, dovuta alla lieve crescita dell'importo medio pro-capite, che ha parzialmente compensato la flessione dell'occupazione.
 
CINA: DEBITO SCHIZZERA' AL 96% DEL PIL NEL 2011
di WSI

Allarmante la previsione dell'economista Victor Shih, che si confronta con il 22% stimato dal FMI (che al contrario non tiene conto delle passivita' dei governi locali). Si rischia crisi finanziaria di almeno due anni e di dimensioni enormi.


La crescita esponenziale delle passivita' dei governi locali della Cina potrebbe spingere il debito governativo al 96% del PIL l'anno prossimo, aumentando seriamente le possibilita' di uno scoppio di una crisi finanziaria per la terza maggiore economia al mondo.

A lanciare l'avvertimento e' stato il professore di economia Victor Shih, secondo cui il "peggiore scenario e' una crisi finanziaria di dimensioni enormi intorno al 2012".

L'economista della Northwestern University di Evanston, nell'Illinois, che ha trascorso mesi effettuando ricerche sulle transazioni del debito di circa 8000 entita' locali governative, ha dichiarato in un'intervista telefonica concessa a Bloomberg che "il rallentamento dovrebbe durare almeno due anni e forse anche di piu'".

Secondo i calcoli di Shih, l'anno prossimo il debito cinese potrebbe raggiungere quota 39.838 miliardi di yuan (pari a $5.800 miliardi). Le sue previsioni per il rapporto tra debito e PIL (96%) si confrontano con quelle del Fondo Monetario Internazionale, pari al 22%, che escludono pero' le passivita' dei governi locali. L'FMI vede il rapporto tra debito e Pil spagnolo al 69.6%, quello Usa al 94%, quello greco al 115% e quello del Giappone al 227%.
 
Germania, in calo ordini impianti e macchinari a gennaio

(Teleborsa) - Gli ordini di impianti e macchinari in Germania nel mese di gennaio hanno evidenziato un decremento del 3% su base annua, dopo il +8% registrato a dicembre. Lo comunica l'associazione industriale VDMA. Gli ordini provenienti dall'estero sono cresciuti del 6% mentre quelli relativi al settore nazionale hanno registrato un decremento del 17%.
 
EUROPA VERSO LA NORMALIZZAZIONE? NON DICIAMO STUPIDAGGINI
di WSI

L'UE sta per far fronte a una delle piu' massicce emissioni di sempre di bond. Nel 2010 sono in scadenza $422 miliardi di titoli sovrani al netto e €940 miliardi (quasi 1 trilione) al lordo. All'Italia la fetta piu' grossa: circa il 25% del totale
.

Ieri la Grecia ha piazzato €5 miliardi di Titoli di Stato a 10 anni, consentendo a molti tra gli abituali "pompieri" di sostenere che l'Europa va verso la normalizzazione della crisi finanziaria, sia per uno dei paesi del Club Med (o PIIGS che dir si voglia) considerato piu' a rischio negli ultimi mesi, sia per il Continente nel complesso. Ma i 5 miliardi emessi da Atene sono noccioline. Per cui: di quale normalizzazione si va cianciando?

La tabella in home page dimostra che l'Unione Europea sta per far fronte alla piu' massiccia emissione di bond dell'ultimo decennio. Si tratta di $422 miliardi di titoli sovrani di vari paesi da emettere al netto e di €940 miliardi (quasi 1 trilione) al lordo. Per capire le proporzioni, il netto e' 6.5 volte (+550%) piu' alto rispetto all'emissione totale di nuovi bond statali da parte dei paesi europei solo tre anni fa, nel 2007. Nella tabella non si vede bene, ma l'Italia e' in testa a questa lista, con €240 miliardi di titoli da emettere nel 2010 (una cifra che ghiaccia il sangue nelle vene), seguita da Germania con 207, Francia 188, Spagna 97, tutti gli altri paesi tra 50 e 18 miliardi di bond da emettere e infine il Portogallo con 15. Come dire che l'agenda del Tesoro italiano e' piuttosto fitta quest'anno. Forse per questo il ministro Giulio Tremonti e' sparito dalla circolazione e non parla piu' in pubblico da parecchie settimane. Duecentoquaranta miliardi da raccogliere dal mercato non sono un intervento spot facile come il condono fiscale.

Ma c'e' un'altra informazione che e' necessario i nostri lettori conoscano, per proteggere meglio il proprio patrimonio. Un'analisi della scalettatura delle redemption dei debiti dei paesi d'Europa in termini assoluti e relativi dimostra che Italia, Spagna, Francia, Germania, Portogallo, Belgio e Olanda hanno tutti circa il 20%, e in certi casi di piu', del loro debito sovrano totale che viene a maturazione quest'anno. Per questo il 2010 sara' un anno di emissioni di bond statali mostruose in Europa.

Detto questo, nessuno dei paesi europei e' messo peggio degli Stati Uniti, dove il debito in scadenza ha una maturita' media di 4.4 anni, cioe' 1 anno meno e piu' ravvicinato rispetto allla prima nazione (in negativo) dell'Europa, cioe' l'Olanda. La lista delle redemption, calcolata come percentuale del debito totale emesso e della media delle maturita' del debito, vede in posizione relativamente tranquilla nella parte bassa della classifica UK, Austria e - sorpresa! - Grecia; mentre i numeri grossi e a rischio cominciano a vedersi con l'Italia, per poi proseguire nell'ordine con Spagna, Irlanda, Francia, Portogallo, Germania, Belgio e Olanda coem abbiamo detto in testa, quest'ultima preceduta pero' oltreoceano dagli Usa, il paese piu' irresposabile di tutti.
 
GRECIA: GOVERNO TEDESCO, NON LE DAREMO NEANCHE UN CENT

(AGI) - Berlino, 5 mar. - "Il governo tedesco non intende darle neanche un cent". Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco, Rainer Bruederle riferendosi alla Grecia. Oggi il cancelliere Angela Merkel incontra il premier greco, George Papandreou. .
 
:ciao:



Non è che questi stanno facendo le prove generali per vedere cosa succederà quando, e se verrà il momento dell’affondo negli stati come il nostro?
Anche perché per la Grecia, una qualsiasi media banca italiana potrebbe levarla dai guai.
E con una cassa di risparmio qualsiasi, salverebbe l’Islanda.
Con tutti quei soldi spesi per salvare le banche ameri cane 150 fallite, si compravano l’Europa.

Forse è meglio non dar retta a quello che fa questa gentaglia, altrimenti ci logoriamo anche fisicamente, restiamo solo informati e quando verrà il momento ci penseremo.




La Grecia vara un aumento della tassazione che colpisce i consumi:

Iva, un aumento di 2%
Tagli alla tredicesima per gli impiegati pubblici
Blocco dei bonus per i dipendenti pubblici
Aumenti Pensioni congelati
Tabacco, navi, real estate, auto di lusso
ECC ECC

E' evidente che così facendo SI SPREMONO I RISPARMI DEI CITTADINI e si riducono i consumi.

Riduzione dei risparmi e riduzione dei consumi porta a una riduzione del PIL e quindi anche delle future entrate dello stato....

Il piano non è sufficientemente forte per spegnare l'incendio della speculazione.

I tedeschi sono ben contenti di tenere sulla graticola il culo dei greci, in modo tale da tenere alto lo spread sui tassi d'interesse.

Cosi' facendo la Grecia, ben presto finirà sotto il controllo politico, economico e forse geografico dei tedeschi e delle loro aziende.
E' ovvio che questo processo potrebbe estendersi poi a Spagna Portogallo ....e Italia.

Il processo è lento e lungo MA INESORABILE.

Ilo popolo greco oggi paga. I risparmi delle famiglie sono in pericolo (fra svalutazione e maggiori tasse).

L'ITALIA E' OBBLIGATA A SEGUIRE LA STESSA STRADA.

L'aumento della povertà di un paese e il contagio verso altri paesi porta alla SVALUTAZIONE DELLA MONETA (euro). La svalutazione comporta un aumento dei prezzi dei beni importati e quindi dell'inflazione.

IL PEGGIO E' INTORNO A NOI....SOLO QUESTIONE DI TEMPO...

Pubblicato da ************* a mercoledì, marzo 03, 2010

mercato libero - Cerca con Google





Sulla crisi e le proteste in Grecia: come si dice "usura sistemica" in greco?
Sulle proteste in Grecia: come si dice "usura sistemica" in greco?




CRISI GLOBALE: COME TI RICATTO IL POPOLO D’ISLANDA
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824




EUROPA VERSO LA NORMALIZZAZIONE? NON DICIAMO STUPIDAGGINI
EUROPA VERSO LA NORMALIZZAZIONE? NON DICIAMO STUPIDAGGINI - Wall Street Italia





:ciao::ciao::ciao:
 
Metto un mio giudizio e non una notizia.

A mio parere l'Europa è una massa amorfa con alla testa istituzioni fantoccio non rappresentative nelle mani e alla paga degli interessi economici e finanziari dominanti, a cominciare dalla commissione europea.

Il disegno europeista, pur fondato su lodevoli principi e ideali è naufragato a causa della guida di personalità politiche inette e furfantesche e per la contestuale e causale frammentazione e disintegrazione degli ideali comunitari percepiti dalle popolazioni.

Il processo è un circolo vizioso dove la protervia, la non rappresentatività e l'inettitudine della classe politica che sta nelle istituzioni alimenta la disintegrazione dei popoli che si orientano sempre più verso visioni localiste e xenofobe.
 
:ciao:



Non è che questi stanno facendo le prove generali per vedere cosa succederà quando, e se verrà il momento dell’affondo negli stati come il nostro?
Anche perché per la Grecia, una qualsiasi media banca italiana potrebbe levarla dai guai.
E con una cassa di risparmio qualsiasi, salverebbe l’Islanda.
Con tutti quei soldi spesi per salvare le banche ameri cane 150 fallite, si compravano l’Europa.

Forse è meglio non dar retta a quello che fa questa gentaglia, altrimenti ci logoriamo anche fisicamente, restiamo solo informati e quando verrà il momento ci penseremo.




La Grecia vara un aumento della tassazione che colpisce i consumi:

Iva, un aumento di 2%
Tagli alla tredicesima per gli impiegati pubblici
Blocco dei bonus per i dipendenti pubblici
Aumenti Pensioni congelati
Tabacco, navi, real estate, auto di lusso
ECC ECC

E' evidente che così facendo SI SPREMONO I RISPARMI DEI CITTADINI e si riducono i consumi.

Riduzione dei risparmi e riduzione dei consumi porta a una riduzione del PIL e quindi anche delle future entrate dello stato....

Il piano non è sufficientemente forte per spegnare l'incendio della speculazione.

I tedeschi sono ben contenti di tenere sulla graticola il culo dei greci, in modo tale da tenere alto lo spread sui tassi d'interesse.

Cosi' facendo la Grecia, ben presto finirà sotto il controllo politico, economico e forse geografico dei tedeschi e delle loro aziende.
E' ovvio che questo processo potrebbe estendersi poi a Spagna Portogallo ....e Italia.

Il processo è lento e lungo MA INESORABILE.

Ilo popolo greco oggi paga. I risparmi delle famiglie sono in pericolo (fra svalutazione e maggiori tasse).

L'ITALIA E' OBBLIGATA A SEGUIRE LA STESSA STRADA.

L'aumento della povertà di un paese e il contagio verso altri paesi porta alla SVALUTAZIONE DELLA MONETA (euro). La svalutazione comporta un aumento dei prezzi dei beni importati e quindi dell'inflazione.

IL PEGGIO E' INTORNO A NOI....SOLO QUESTIONE DI TEMPO...

Pubblicato da ************* a mercoledì, marzo 03, 2010

mercato libero - Cerca con Google





Sulla crisi e le proteste in Grecia: come si dice "usura sistemica" in greco?
Sulle proteste in Grecia: come si dice "usura sistemica" in greco?




CRISI GLOBALE: COME TI RICATTO IL POPOLO D’ISLANDA
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6824




EUROPA VERSO LA NORMALIZZAZIONE? NON DICIAMO STUPIDAGGINI
EUROPA VERSO LA NORMALIZZAZIONE? NON DICIAMO STUPIDAGGINI - Wall Street Italia





:ciao:











Quì si capisce benissimo in che mani siamo



Il killeraggio pre-elettorale ha un precedente: Obama
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=27807





:ciao::ciao::ciao:
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto