Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

GRECIA: SPREAD CON GERMANIA SOPRA 1.000 PUNTI,INTERESSE 13%

(AGI) - Londra, 28 apr. - Il differenziale di rendimento tra i decennali greci e gli analoghi titoli tedeschi, vola sopra i mille punti a 1.021 punti base, il massimo dalla meta' del 1996. Il rendimento dei bond greci vola anch'esso al 13,1%. .
 
Grecia, nel pomeriggio parlerà la Merkel

(Teleborsa) - Oggi il cancelliere tedesco, Angela Merkel, incontrerà i vertici del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale europea per discutere sul tema degli aiuti alla Grecia. Secondo indiscrezioni il premier tedesco rilascerà una dichiarazione nel pomeriggio, presumibilmente alle ore 16,45.
 
Stark, Portogallo non va paragonato a Grecia

(Teleborsa) - La situazione della Grecia non può essere paragonata a quella del Portogallo. A sostenerlo il membro della Bce, Juergen Stark, specificando che la Grecia è un caso a sè. Stark ha poi escluso l'ipotesi che la Bce possa acquistare titoli di Stato del paese ellenico. Nel frattempo il rendimento dei titoli di stato greci è arrivato addirittura ad oltrepassare l'11%, raggiungendo un livello mai visto prima dell'introduzione dell'euro.
 
PANICO TOTALE: LA GRECIA E' DIVENTATA IL PAESE PIU' RISCHIOSO AL MONDO
di WSI-TELEBORSA


Dopo aver scavalcato ieri l'Argentina, la Grecia conquista anche il primo posto nella classifica delle economie a rischio default, superando il Venezuela. E per la prima volta per un paese dell'euro, il rendimento dei titoli di stato supera il 10%.
Dopo aver scavalcato ieri l'Argentina, la Grecia ha conquistato anche il primo posto nella classifica dei Paesi a rischio default, stando alle indicazioni di CMA Datavision. Il premio dei titoli greci è infatti salito a 846,15 punti, pari ad una probabilità del 49,34% di default, superando anche il Venezuela (46,66%).

Intanto, continua a salire vertiginosamente lo yield dei titoli di stato greci, con il rendimento che è arrivato addirittura ad oltrepassare il 10% per portarsi esattamente al 10,74% dopo che ieri l'agenzia internazionale Standard & Poor's ha ridotto il rating sul debito della Grecia al primo livello "junk" portandolo a "BB+" da "BBB+", con outlook negativo. Tagliato anche il rating nel breve termine a B da A-2.

Da segnalare che è la prima volta che la soglia del 10% viene superata da un paese dell'euro. Si allarga anche lo spread con il bund tedesco, arrivando a 775 punti base dai 690 di ieri.

Intanto, secondo indiscrezioni riportate oggi dal Financial Times, il Fondo Monetario Internazionale starebbe valutando la possibilità di un ulteriore prestito da 10 miliardi di euro alla Grecia. Gli esperti del Fondo, infatti, potrebbero non ritenere sufficiente il pacchetto di salvataggio da 45 mld di euro varato dal Fmi-Ue.

Oggi il presidente dell'Unione europea, Herman Van Rompuy, durante una visita in Giappone ha annunciato l'intenzione di convocare un summit straordinario dei paesi della zona euro "intorno al 10 maggio" per discutere della questione greca, visto poi che il 19 maggio il paese ellenico si troverà a dover rimborsare 9 miliardi di bond. Rompuy ha poi ribadito che non è in discussione un default della Grecia
 
PORTOGALLO: LA BORSA AFFONDA, PREZZI CDS ANCORA VERSO L'ALTO
di WSI-TELEBORSA

Il prezzo dei CDS, strumenti utilizzati per coprire il rischio default di un paese, ha raggiunto stamane 396,15 punti base contro i 317,89 della vigilia. Il paese è ora il sesto più rischioso al mondo, con una percentuale di default del 29,05%.


Il PSI-20, l'indice guida della Borsa di Lisbona ha subìto un crollo stamane attorno alle 10, perdendo il 5,71% e scendendo a 6.744,17 punti.

Ieri l'agenzia di rating Standard&Poor's (SP) aveva retrocesso di due livelli la valutazione sul debito sovrano, da A+ ad A-. L'insieme dei titoli della piazza di Lisbona è in zona rossa.

Sonaecom, la filiale di telecomunicazioni del gruppo Sonae, ha registrato un crollo del 9,65%. Ieri la Borsa portoghese aveva chiuso con un -5,36%.

Non si arresta intanto la corsa dei prezzi dei credit default swap (CDS) a cinque anni sul debito del Portogallo, con un'impennata dopo il giudizio di Standard & Poor's.

Secondo le indicazioni di CMA Datavision, il prezzo dei CDS, strumenti utilizzati per coprire il rischio default di un paese, ha raggiunto stamane 396,15 punti base contro i 317,89 della vigilia, classificandosi al sesto posto nella lista dei paesi più rischiosi al mondo con una percentuale di default del 29,05%, mentre ieri occupava l'ottava posizione.

Tradotto vuol dire che servono 396 mila dollari per coprire un debito da 10 mln di dollari per 5 anni.
 
Grecia/ Fonte governo: Atene discute con Fmi ammontare prestito
di Apcom

"Tutto è aperto"


Atene, 28 apr. (Apcom) - La questione dell'ammontare esatto del prestito del Fondo monetario internazionale alla Grecia è uno dei temi sul tavolo del negoziato in corso tra Atene e l'istituzione internazionale. La cifra "fa parte delle questioni attualmente in discussione" ha detto una fonte governativa, rispondendo a una domanda sulle voci secondo cui il Fmi potrebbe aumentare di 5 o 10 miliardi il suo contributo al piano di salvataggio di Atene, previsto finora in 15 miliardi di euro. "Non possiamo confermare nulla, tutto è aperto" ha affermato la fonte. (fonte Afp)
 
CRISI GRECA: UE E FMI AUMENTANO LA POSTA A 120 MILIARDI, BORSE IN RIPRESA
di WSI

Lo riferisce una tv tedesca che cita fonti governative. L'aumento e' a due cifre. I soccorsi potrebbero raggiungere quota 120 miliardi di euro in tre anni.


Non solo la Grecia ricevera' gli aiuti promessi da Ue e Fmi. Ma la mano dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale sara' anche piu' generosa del previsto, segno che la crisi e' davvero notevole.

Lo riferisce l'agenzia Reuters facendo riferimento a quanto appreso dalla televisione tedesca N24, che cita fonti del governo tedesco. Dal sito di N24 si apprende che potrebbe essere necessario un aumento "a due cifre", per esempio di 10 miliardi o più, rispetto ai 45 miliardi inizialmente predisposti.

Secondo rumors riferiti dal parlamentare tedesco Juergen Trittin, il capo dell'Fmi Strauss Kahn avrebbe detto che il pacchetto di aiuti si aggirerebbe intorno ai 100-120 miliardi di euro distribuiti su tre anni.
 
CRISI GRECIA: OBAMA TELEFONA ALLA MERKEL
di WSI

Lo scenario comincia a preccupare anche la Casa Bianca. Il presidente Usa ha chiamato personalmente la recalcitrante Angela Merkel, chiedendole di spicciarsi ad approvare il pacchetto di salvataggio.


La tragedia greca comincia a preccupare anche la Casa Bianca. Stando a fonti bene informate, raccolte a New York e riprese dalla Tv MSNBC, Barack Obama ha chiamato personalmente al telefono la recalcitrante Angela Merkel, chiedendo al Cancelliere tedesco di spicciarsi ad approvare il pacchetto di salvataggio per Atene. Il presidente degli Stati Uniti sa cosa significa un "bailout", avendone fatto approvare dal Congresso l'anno scorso uno kolossal "made in America" da oltre $700 miliardi, per scampare all'emergenza della crisi finanziaria e recessione. Obama sa anche che i mercati non ci vanno tanto per le spicce: il gioco, lecito perche' consentito, e' proprio punire chi non e' lesto ed efficiente.

Per cui la Germania - non la Grecia e neppure gli altri paesi PIIGS - sta ricevendo pressioni da tutte le parti. Il Fondo Monetario Internazionale vuole agire subito, Obama ora chiede che non si perda tempo; Spagna, Portogallo e Italia sono pronte, ognuna ovviamente incrociando le dita sperando di non essere nel mirino.
 
DEJA-VU: CRISI GRECIA COME, E PEGGIO DELL'ARGENTINA
di Daniele Chicca

Tante analogie tra la crisi del default argentino (2002) e quella greca di oggi. Solo che adesso gli effetti potrebbero essere piu' deleteri. La differenza? Per Atene, c'e' l'Europa e l'euro. Il cui futuro per la prima volta e' in dubbio.


Nessuno dimentichera' mai il giorno in cui venne dichiarato il default
dell'Argentina. Era il 2002 e Buenos Aires venne scaricata da tutti. Gli investimenti stranieri abbandonarono letteralmente il Paese e i flussi di capitale nelle casse argentine hanno cessato di esistere. Il governo ha dovuto fare i conti con ostacoli insormontabili per provare a rifinanziare il debito. Lo stato si e' visto allora costretto a privarsi di denaro e le riserve della Banca Centrale in valute straniere sono andate utilizzate quasi interamente.

Sotto il profilo macroeconomico, tutto e' iniziato con la diminuzione del PIL nel 1999 e finito nel 2002 con il ritorno alla crescita economica, ma le origini del collasso dell'economia argentina e gli effetti sulla popolazione risalgono a molto tempo addietro. Lo stesso si puo' dire della situazione greca.

Come otto anni fa, non saranno solo i cittadini greci a pagare per la crisi di Atene, bensi' tutto il mondo e tutti i possessori dei famigerati tango-bond. Il rischio di un contagio e' reale e correre in soccorso di una nazione non sara cosi' semplice come offrire un piano di aiuti alle banche (crisi subprime docet).

Anche allora le politiche del presidente Carlos Menem prima (il peronista arrivo' al potere in un contesto iperi-nflazionistico collegato al tentativo del presidente radicale Alfonsin di applicare un programma neoliberale di svalutazione della moenta) e Fernando De La Rua poi, a cavallo tra fine anni '80 e primi anni '90, non sono state le sole responsabili del caos, ma sono state utilizzate come un capro espiatorio politico conveniente. Lo stesso vale per Atene, dove a causa dello scontento generale, le proteste popolari sono dilagate come un fiume in piena.

Sia analizzando l'uragano dei CDS, che il debito, la politica e i disordini vari, si scopre che le analogie sono tantissime: la crisi del debito sovrano, un tasso di cambio sopravvalutato, e anche l'appartenza ad un blocco: L'Argentina faceva parte di un'unione monetaria di cui non e' riuscita a rispettare i criteri fondamentali.

Cosi' come la Grecia, l'Argentina ha tentato di tagliare gli stipendi e i prezzi, ma la deflazione si e' rivelata un ostacolo troppo grande. Come e' finita lo sappiamo tutti, con un default del debito sovrano nel 2001 (dopo che gli argentini sono corsi in massa a ritirare i soldi dalle banche per convertirli in dollari) e con i legami tra peso e dollaro interrotti, anche se avevano solo dieci anni di vita ed erano considerati un rapporto importante. Non solo la Grecia, ma anche gli altri PIIGS ora sembra che potrebbero fare la stessa fine.

Il PIL greco rappresenta solo il 2.5% della crescita economica complessiva dell'UE, ma se il sistema bancario greco dovesse lasciare la zona euro, il conto da pagare sarebbe salato. Tuttavia se si guarda al caso argentino, Buenos Aires ha dovuto vedersela con problemi simili ed ha finito per abbandonare il dollaro, percio' mai dire mai. La crisi greca sottolinea quanto sia importante che tutti rispettino i criteri stabiliti dall'unione monetaria.

Per quanto riguarda la situazione dei mercati, i punti di incontro diventano addirittura impressionanti. Il CDS (credit default swaps) sui titoli di stato di Atene avevano registrato un minimo assoluto il 4 agosto 2009 a quota 100, prima del downgrade di S&P di martedi' quotavano 710 e subito dopo sono saliti di 104 punti base a un massimo di 814. Mercoledi' il livello e' arrivato sino a 900 punti. Livelli simili furono toccati dai CDS (il costo per assicurarsi contro il rischio di bancarotta del paese, con riferimento ai tioli di Stato emssi sul mercato finanziario, cioe' all'indebitamento complessivo del paese) sui tango-bond prima del default.

Ma a livello di rapporto tra debito e Pil e tra deficit e Pil la Grecia e' messa molto peggio. Nel 2001 il rapporto in Argentina’ era rispettivamente del 62% e del 6.4%. Alla fine dell'anno scorso, quelli greci sono al 114% e al 12.7%, praticamente il doppio. L'Argentina usci' dai circuiti della finanza mondiale con un buco da 95 miliardi di dollari. Ad oggi il deficit di bilancio della Grecia e' pari a 32.34 miliardi di euro, il 13.6% del PIL.

Lo swap offerto agli argentini e alle altre persone in possesso di tango-bond e' stato del 35%, il peggior "recovery rate" nella storia del debito sovrano. Solo il 76% accetto' i termini, gli altri si rifiutarono. Ma il triste record e' destinato ad essere presto superato. Con oltre meta' dei bond greci circolanti che scambiano ad un prezzo in contanti degli anni 90, se la Grecia dovesse fallire (il rischio implicito dal mercato dei CDS e' di oltre il 30% nei prossimi cinque anni) allora gli investitori perderanno meta' dei loro soldi.

Per arginare la crisi il messaggio di Bruxelles continua a essere quello di lasciare risolvere il problema Grecia all'interno della mura di casa. Ma la realta' e' molto piu' complessa. Una crisi innescata dalle decisioni dell'amministrazione greca e' poi finita per svilupparsi in tre temi portanti: la riluttanza di Atene a ingoiare la pillola dal cattivo sapore dei tagli di bilancio prescritta loro dalla Ue, l'outolook a medio termine della moneta unica e il ruolo a lungo termine che avra' l'Europa nello scenario in rapido cambiamento dell'economia mondiale.

Come ha detto bene Nouriel Roubini, il professore di economia della New York University che previde la scorsa crisi finanziaria: "Se la Grecia va a picco per la Zona Euro e' un problema, se va giu' la Spagna e' un disastro".

La differenza e' che la Grecia ha l'euro e fa parte di un blocco mai prima d'ora cosi' in crisi. Il caso dei PIIGS e' emblematico del problema che Bruxelles si trova a dover risolvere. I Paesi non sono dotati delle infrastrutture umane e fisiche necessarie per essere piu' competitivi, tuttavia e' proprio in quelle aree – investire nella costruzione di strade, universita' e capacita' personali - che la scure si abbattera'.

Cio' presenta un problema che non riguarda solo il presente, ma anche il futuro e pertanto va affrontato subito, prima che l'invecchiamento della generazione dei baby boomer non riempia troppo le mani dei governi nazionali. L'Europa rischia di accusare un netto calo della popolazione lavorativa.

Nel caso dell'Argentina allora la medicina somministrata dal FMI non fu sufficiente. Difficilmente lo saranno i 135 miliardi di euro promessi da Ue e Fondo ad Atene.
 

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