24/3/2009
Giro di vite Ue sul rating
La commissione economica del Parlamento europeo ha votato ieri sera un testo duro nei confronti delle agenzie di rating e dei loro compiti. Introdotta la responsabilità civile per gli operatori
A poco più di una settimana dall’incontro del G20 di Londra da cui ci si attende anche una ferma e determinata presa di posizione sui temi della regolamentazione e della supervisione finanziaria, anche il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, contribuisce a picconare l’attuale sistema del credito e della finanza, votando per una maggiore regolamentazione delle agenzie di rating, uno dei principali imputati della crisi. Il voto, un compromesso tra la posizione di Ppe e Pse, che sostiene sostenendo norme più rigorose e più 'europee' rispetto a quelle propugnate dai liberali e, più in generale da anglosassoni e nordici per e agenzie di rating, ha avuto luogo ieri sera, con 21 voti a favore, sette contrari e quattro astensioni, alla commissione economica dell'Europarlamento.
Il primo interesse consiste nell’aumentare la trasparenza, l'indipendenza e la buona “governance” delle agenzie di rating del credito nell'Ue, migliorandone la qualità e l'affidabilità, e di riflesso la tutela degli investitori. D’altra parte agenzie come Standard & Poor's, Moody's e Fitch, non sono state in grado di prevedere la bufera che ha sconvolto il sistema finanziario internazionale, adattando tempestivamente le loro valutazioni degli istituti di credito, e quindi, argomentano a Strasburgo, nasce la necessità di riformarle in profondità, sottoponendole a regole più severe.
La risoluzione di ieri, pilotata sopratutto dal relatore Jean-Paul Gauzés (popolare francese) e dal relatore ombra eurosocialista Gianni Pittella, (italiano del Pd), per cui "i
l regolamento comunitario prevede regole stringenti per un settore che ha dimostrato gravi lacune ed inefficienze contribuendo all'aggravarsi della crisi", verte in particolare su quattro punti chiave. Innanzitutto, è passato l'allargamento del campo di applicazione del regolamento a tutte le forme di rating del credito, e non solo alle valutazioni richieste per motivi regolamentari.
In secondo luogo la registrazione delle agenzie di rating, secondo gli eurodeputati, dovrà essere effettuata presso un organismo europeo, il Cesr (“Committee of European Securities Regulators”), invece che presso le autorità nazionali di supervisione, a cui verrà in seguito comunicata. Al Cesr toccherà inoltre monitorare le agenzie, pubblicando le serie storiche dei dati relativi alle loro prestazioni e all'affidabilità delle loro valutazioni.
Il terzo punto, fortemente voluto dal Pse, introduce il principio della responsabilità civile per le agenzie di rating in caso di danni arrecati agli investitori (che comunque dovranno essere dimostrati), a seguito del mancato rispetto delle regole Ue. Inoltre il testo prevede che organismi di paesi extra Ue dovranno avere una filiale nell'Ue per poter operare sul mercato comunitario, oppure il loro rating dovrà essere approvato da un'agenzia con sede nell'Ue. In alternativa, le valutazioni di queste agenzie potranno essere accettate nel caso in cui siano sottoposte nel loro paese a una “regolamentazione equivalente” a quella europea.
Altri aspetti importanti approvati dalla commissione economica dell'Europarlamento riguardano il meccanismo di rotazione su base quinquennale degli analisti delle agenzie, concepito per evitare conflitti d'interesse (l'obbligo di rotazione riguarderà gli analisti che sono “in contatto diretto” con le entità oggetto del rating), e l'obbligo di rendere pubblici i “compensation arrangement” (in base ai quali le entità oggetto della valutazione finanziano le stesse agenzie di rating che le valutano).
Il voto finale in plenaria è atteso per la fine di aprile, ma nel frattempo continueranno i negoziati fra il relatore e i relatori ombra dell'Assemblea di Strasburgo, la presidenza di turno ceca dell'Ue e la Commissione europea (il cosiddetto “trilogo”), per cercare di trovare un compromesso che possa essere approvato in prima lettura prima delle elezioni europee di giugno.