Schiaffo a Moody's & Co
A quanto pare ciò che non riesce nel centro della finanza (che fu), in particolare New York e Londra, può accadere nella lontana e marginale Australia. L’Australian Securities and Investment Commission (equivalente della SEC americana e della Consob italiana) ha posto 8 condizioni restrittive alle agenzie di rating (i mitici Moody’s, Standard and Poor’s e Fitch) per mantenere la loro licenza di produrre valutazioni su richiesta degli enti emittenti di prodotti finanziari, valutazioni che poi sono inserite nei prospetti d’investimento che accompagnano detti prodotti sul mercato. Ma soprattutto ASIC ha revocato l’esenzione di cui le “magnifiche” tre hanno finora goduto riguardo una precisa disposizione contenuta nel Corporations Act: ovvero che qualunque persona o istituzione compaia con il proprio consenso all’interno di un prospetto o di una proposta di acquisto di prodotto finanziario è da considerarsi responsabile per l'eventuale mancata veridicità o per l’inaccuratezza delle informazioni contenute o delle valutazioni fatte.
Fuori dal gergo, vuol dire che l’agenzia di rating che dà AAA al prodotto (obbligazione, bond, azione) emesso da una società che tre mesi dopo va gambe all’aria, in Australia non se la può più cavare dicendo che, suvvia, la sua era un’opinione, non un consiglio d’acquisto. Il che rende l’agenzia in questione responsabile anche in sede giudiziale.
Significativo il commento dell’editorialista dell’Australian Financial Review (Il Sole 24 Ore australiano): “Non c’è niente che ti aiuti ad essere accurato come sentire sulla schiena il freddo della 'lama' di una possibile causa legale”.
Nei quartieri generali delle tre agenzie di rating a New York, la delibera dell’ASIC avrà fatto aggrottare qualche sopracciglio, pensando a possibili seppur improbabili emuli… ma il pensiero rassicurante si è fatto subito strada: “Quella è l’Australia, questa è Wall Street, roba seria… mica quella specie di socialismo DownUnder… “
13/11/2009 LaStampa,it
