Fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/noti...i-cedolare-affitti-080100.shtml?uuid=AYY3P41B
La «service tax» fa i conti con la cedolare sugli affitti
Marco Mobili 25 giugno 2010
ROMA
L'incognita principale della futura "service tax" si chiama cedolare secca sugli affitti. Sia per come sarà costruita sia per la diminuzione di gettito che potrebbe produrre. I 25 miliardi di euro che la futura fiscalità immobiliare dovrebbe garantire ai comuni a partire dal 2012, infatti, potrebbero diminuire di una quota compresa tra i 175 milioni e gli 1,8 miliardi di euro, a seconda della stima utilizzata. Al netto, s'intende, dell'emersione dal nero che potrebbe al tempo stesso determinare.
Annunciata dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e confermata dal presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, l'imposta sostitutiva sui redditi da locazione dovrebbe rappresentare uno dei quattro pilastri del nuovo tributo unico comunale accanto all'Ici (dalla seconda casa in poi) e alle imposte ipotecaria-catastale e di registro. A introdurlo sarà il decreto attuativo del federalismo riguardante l'autonomia impositiva delle amministrazioni comunali.
I contorni della "service tax" non sono ancora ben definiti. Il governo è abbottonatissimo al punto che neanche i sindaci hanno ancora visto il testo che dovrebbe essere sottoposto a uno dei primi Consigli dei ministri di luglio insieme ai Dlgs su costi standard, fabbisogni standard e autonomia tributaria delle province. Da quanto si apprende, l'imposizione dovrebbe colpire i possessori di un qualsiasi immobile situato nel territorio comunale fatta eccezione per la prima casa. A un'aliquota sul possesso del bene – la cui base imponibile sarà data dal suo valore catastale – se ne dovrebbe sommare una aggiuntiva da versare in caso di trasferimento del bene. La sua introduzione è prevista per il 2012 anche se il sottosegretario alle Finanze, Alberto Giorgetti, ha annunciato che «la nuova imposta entrerà in vigore in tempi veloci e già nel 2011 sarà lo stato a essere compartecipe di un tributo locale.
Il tutto andrà miscelato con l'introduzione della cedolare secca sugli affitti: una tassazione forfettaria dei canoni di locazione con aliquota predefinita e non un prelievo complessivo (redditi e patrimoni) con applicazione delle aliquote marginali Irpef. E qui il mistero è addirittura più fitto. Non tanto sull'aliquota che dovrebbe essere fissata al 20%, come previsto del resto sia nella versione sperimentale introdotta per l'Aquila dalla finanziaria 2010. Quanto per l'ambito di applicazione. Riguarderà tutti i contratti? In abbinata sarà prevista o meno la detrazione del 19% concessa all'inquilino?
Quesiti non da poco perché a seconda della risposta l'impatto sul gettito Irpef potrebbe rivelarsi più o meno rilevante. In un range che secondo Confedilizia potrebbe oscillare tra i 175 milioni e gli 1,4 miliardi a seconda che valga solo per le locazioni a canone agevolato o per tutti i contratti. A indicare in 1,8 miliardi le risorse necessarie per sostenere l'introduzione della cedolare secca fin da subito, è stato il presidente della commissione Finanze del Senato, il "finiano" Mario Baldassarri in un emendamento presentato alla manovra correttiva in discussione a Palazzo Madama.
Una perdita di gettito che però, come sostengono i firmatari degli emendamenti e da sempre le associazioni di categoria, potrebbe essere fortemente compensata dall'emersione del nero e dal rilancio dell'edilizia residenziale. Le stime ufficiali del Territorio, che a breve saranno aggiornate, parlano di oltre 10 milioni di immobili attualmente inutilizzati.
Al testo definitivo il compito di far convivere due prelievi che poggiano su presupposti differenti: la nuova imposta unica sugli immobili, in cui entrerà la cedolare, dovrebbe tassare il possesso del bene mentre la cedolare secca per sua natura dovrebbe tassare, anche se forfettariamente, i redditi prodotti dalla locazione del bene.
Il nuovo prelievo locale
AI MUNICIPI
25 miliardi
Il gettito
L'importo complessivo che i comuni si spartiranno a partire dal 2012, quando entrerà in vigore la service tax che comprenderà Ici, Irpef immobiliare, imposte ipotecarie catastali e imposte di registro
175 milioni
Canone agevolato
L'importo che perderebbe la tassa unica sugli immobili se l'introduzione della cedolare secca sugli affitti riguardasse solo quelli a canone agevolato
1,4 miliardi
Tutti gli affitti
Secondo le stime di Confedilizia, la cedolare secca applicata a tutti i contratti di locazione sottrarrebbe alla service tax oltre un miliardo di euro recuperabile però con l'emersione dal nero
1,8 miliardi
Le persone fisiche
La perdita di gettito potrebbe arrivare a quasi due miliardi secondo le stime del senatore Mario Baldassarri, che ha effettuato il calcolo tenendo conto di tutte le persone fisiche e ha presentato un emendamento alla manovra
DOMANDE & RISPOSTE
?
Che cos'è la «service tax»?
È la futura imposta unica municipale sugli immobili, destinata ad accorpare Ici, Irpef, imposta ipotecaria e catastale e di registro. Il gettito è stimato in 25 miliardi e dovrebbe essere trasferito ai comuni con uno dei prossimi decreti attuativi
A quali beni si applica?
In base alle indicazioni emerse finora, si applicherà a tutti i beni immobili su cui oggi si paga l'Ici. Le abitazioni, tranne quella principale perché lo vieta la lagge delega sul federalismo, i garage che non sono pertinenze, i capannoni di classe D
Come funziona?
Il meccanismo sarà impostato su un'aliquota sul possesso del bene, calcolata sul suo valore catastale (come avviene oggi per l'Ici) e una aggiuntiva da versare in caso di trasferimento del bene (come avviene per l'imposta di registro). I comuni potranno variare in su o in giù l'aliquota
Che cos'è la cedolare secca sugli affitti e come si collega alla «service tax»?
La quota del reddito Irpef sugli immobili destinato ai comuni dovrebbe essere quello prodotto dalla cedolare secca sugli affitti. Intesa come un'imposta forfettaria, molto probabilmente fissata al 20%, sui contratti di locazione. Chi possiede un reddito immobiliare pagherà il 20% anziché l'aliquota prevista per il suo reddito complessivo