CON ASSANGE, PER GIULIETTO
La settimana scorsa ci eravamo lasciati con la pericolosa tentazione della nostra epoca di colpi di scena in laboratorio. "La singolarità è vicina" scriveva Ray Kurzweil nell’ormai lontano 2014. Gli esseri umani, scrive il fautore del transumanesimo, "potranno superare la loro biologicità grazie all’avanzamento dell’ingegneria genetica, delle nanotecnologie, dell’intelligenza artificiale". La vertigine dell’intelligenza parallela ha però aumentato suicidi e malattie psichiatriche nel mondo, ma anche la subdola dipendenza delle generazioni più giovani dai social e dalla tecnologia: è l’irresistibile nano-incontrollabilità, interamente nelle mani della terna d’irresponsabili: politici, banchieri, scienziati.
Oggi sappiamo che con un chip nel cervello si può curare la depressione. Siamo entrati in un’epoca - e la crisi scatenata dal coronavirus come la sua gestione lo dimostrano - in cui esiste già un’altra intelligenza, non più umana, ma nuova, capace d’interagire con la nostra, di scavalcarla e infine di mutarla, senza etica e senza rispetto della Natura.
Ebbene, cari amici, il blackout dei servizi Google di stamani ci ha dimostrato, ancora una volta, la nostra dipendenza dalle piattaforme virtuali. E non nascondiamo che un brivido ci è sceso lungo la schiena,
il nostro primo pensiero è andato alla censura del nostro canale.
Questo canale dove vogliamo ricordare Giulietto, dove vogliamo proseguire quello che ci ha insegnato.
E’ oramai prassi che ci vengano cancellati video pubblicati nelle settimane precedenti, per qualsivoglia motivo. Che si tratti di Trump, di virus, di Conte, è indifferente.
Ed è per questo che noi pensiamo sempre di più sia davvero necessario unire tutte le voci che fanno vera informazione - la contro informazione è quella della tv mainstream in questo momento, è quella della D’Urso, non la nostra che non pubblichiamo nulla se non dopo un’attenta analisi delle tante, troppe fonti che vengono fatte circolare, probabilmente non a caso, per gettare confusione, come se non ce ne fosse già poca. Lo diceva Giulietto, poche ore prima di lasciarci: "Il fatto che si voglia distruggere Julian Assange vuol dire che anche noi, noi tutti, saremo imbavagliati, oscurati, minacciati, impossibilitati a capire cosa succede a casa nostra e nel mondo. Questo non è il futuro, è il presente. Perché 60 milioni di italiani sono costretti ad ascoltare un solo megafono che urla da tutti i 7 canali televisivi del potere. Occorre uno strumento che parli ai milioni di cittadini che vogliono sapere", diceva Giulietto. E noi lo incrementeremo insieme e grazie agli amici di Contro tv e di Davvero TV. Perché siamo una squadra unica che lotta per la vita, quella vera.
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