Leggendo questo articolo mi è venuto un dubbio... se la Commissione Europea valuterà il DEF non prima del 15 ottobre, come hanno fatto dei funzionari europei a dire già oggi che sarà respinto? Bel mistero...
ITALIA - La multa di Bruxelles sulla manovra può arrivare a 8,5 mld
La Commissione europea, come chiarito oggi dalla sua portavoce, inizierà a valutare la manovra economica del governo Conte solo quando il Documento Programmatico di Bilancio sarà arrivato a Bruxelles, non prima del 15 ottobre, ultimo giorno utile per l'invio.
Che succederà in caso di mancata approvazione? Inizialmente nulla di concreto, in quanto a Roma arriverà solo una lettera ufficiale con un invito a cambiare i termini della bozza, probabilmente intorno alla fine di questo mese. Nel frattempo, la legge di Bilancio va in Parlamento, dove di prassi viene modificata, in modo da far entrare all'ultimo momento spese varie.
Ipotizzando che la legge di Bilancio approvata dal Parlamento prima della fine dell'anno venga ritenuta non conforme alle prescrizioni in materia di bilanci degli Stati membri dell'Unione, la Commissione potrebbe decidere di sollecitare nuovamente una revisione, in caso di nuova risposta negativa, non resterebbe che avviare la procedura sui disavanzi eccessivi (Excessive deficit Procedure EDF): l'iter è lungo e complesso, prima di arrivare alle sanzioni passerebbe comunque parecchio tempo.
Ovviamente, tutto questo tiene, se non si prendono in considerazione fatti più gravi, ovvero, la mancata approvazione della legge di Bilancio, la crisi di governo che potrebbe seguire e lo scioglimento delle camere che Mattarella potrebbe essere costretto a firmare.
PRIMA FASE: le raccomandazioni
La Commissione europea passa la palla al Consiglio europeo, l'organo che riunisce i capi di Stato e di governo dei paesi dell'Unione decide se effettivamente il disavanzo sussiste. Una volta stabilito che l'infrazione c'è, arrivano le raccomandazioni. Allo Stato sotto procedura viene chiesto di agire entro un termine fissato.
SECONDA FASE: le prescrizioni
Se lo Stato continua a disobbedire, il Consiglio, su raccomandazione della Commissione, trasforma le raccomandazioni in prescrizioni.
TERZA FASE: le sanzioni
Le sanzioni, in caso di ulteriore inadempienza sono di vario tipo:
· richiesta allo Stato membro di pubblicare informazioni supplementari quando procede all'emissione di titoli del debito pubblico;
· invito alla Banca europea per gli investimenti a riconsiderare la propria politica di prestiti verso tale Stato
· obbligo di costituire un deposito infruttifero presso la Commissione calcolato su una parte fissa (0,2% del PIL del paese inadempiente) e una parte variabile (un decimo dell'eccedenza del disavanzo rispetto al 3% del PIL). L'importo complessivo non può superare lo 0,5% del PIL. Nel caso dell'Italia la sanzione sarebbe pertanto compresa tra 3,5 ed 8,5 miliardi .
Trascorsi due anni senza che il deficit sia stato ridotto entro il valore di riferimento del 3%, il deposito (come pure gli interessi maturati) è trasformato in ammenda definitiva, da ripartirsi tra gli Stati membri facenti parte dell'area dell'euro che non presentano disavanzi eccessivi.
Accanto alla procedura per il deficit eccessivo, EDF, ci sono le clausole di salvaguardia, entrate in vigore nel 2013 con il fiscal compact. La normativa stabilisce che gli stati non superino, in termini strutturali, quota 0,5% del PIL. Ci sono però delle attenuanti: nel caso di debito pubblico inferiore al 60% del PIL, il target sul deficit si alza a 1%.