Certificati di investimento - Cap. 2

Stato
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E no l'analista su CFN poneva lo spartiacque a 0,64 dopo io, ignorante anche in AT, non ho capito se si sta fermi sale o scende..
( Lui però usava un linguaggio da iniziati)

In realtà io parlavo delle varie Banche di Affari che, ancora due giorni fa su MIlano Finanza davano target price di Telecom a 1,15.
L'analisi tecnica è un'altra cosa e, in genere, formula uno scenario positivo e uno negativo, senza propendere nè per l'uno nè per l'altro.
 
L'israeliano dovrebbe invertire la caduta inarrestabile del titolo....
In realtà io parlavo delle varie Banche di Affari che, ancora due giorni fa su MIlano Finanza davano target price di Telecom a 1,15.
L'analisi tecnica è un'altra cosa e, in genere, formula uno scenario positivo e uno negativo, senza propendere nè per l'uno nè per l'altro.
Per rialzare il valore del titolo basterebbe che manifestassero l'intenzione di scorporare la rete; ma non so perché non lo fanno!
 
Per rialzare il valore del titolo basterebbe che manifestassero l'intenzione di scorporare la rete; ma non so perché non lo fanno!

non è così

cosa varrebbe TIM senza rete?

è chiaro che dipende dal prezzo, perchè la rete non si scorpora gratis; se la pagano 20mld allora TIM salirà se la pagano 5mld allora andrà 0,5!!! il discorso vale per la rete per suoi multipli, cioè se ne vendono il 50% a 10mld è una cosa se vendono il 50% a 2 mld è una altra
 
non è così

cosa varrebbe TIM senza rete?

è chiaro che dipende dal prezzo, perchè la rete non si scorpora gratis; se la pagano 20mld allora TIM salirà se la pagano 5mld allora andrà 0,5!!! il discorso vale per la rete per suoi multipli, cioè se ne vendono il 50% a 10mld è una cosa se vendono il 50% a 2 mld è una altra
Di norma se si valorizzano gli asset di un'azienda scorporandoli in borsa il valore patrimoniale di quell'azienda sale; questo è sempre accaduto e l'ultima prova è stata lo scorporo di FERRARI; questo non significa poi che quest'asse debba essere immediatamente ceduto, anche se in questo caso la pressione del Governo è forte.
 
Di norma se si valorizzano gli asset di un'azienda scorporandoli in borsa il valore patrimoniale di quell'azienda sale; questo è sempre accaduto e l'ultima prova è stata lo scorporo di FERRARI; questo non significa poi che quest'asse debba essere immediatamente ceduto, anche se in questo caso la pressione del Governo è forte.

non sono d'accordo sulle norme precedenti per le quali accadeva che rimanevano comunque 2 assets distinti
in questo caso restano da un lato gli assetts e l'altro lato diventa una azienda di servizi i cui parametri vanno ricalcolati su tanti fattori.
 
Di norma se si valorizzano gli asset di un'azienda scorporandoli in borsa il valore patrimoniale di quell'azienda sale; questo è sempre accaduto e l'ultima prova è stata lo scorporo di FERRARI; questo non significa poi che quest'asse debba essere immediatamente ceduto, anche se in questo caso la pressione del Governo è forte.[/QUOTE
non sono d'accordo sulle norme precedenti per le quali accadeva che rimanevano comunque 2 assets distinti
in questo caso restano da un lato gli assetts e l'altro lato diventa una azienda di servizi i cui parametri vanno ricalcolati su tanti fattori.
Opinioni diverse, come spesso accade; allego comunque un articolo recente sull'argomento.
Scorporo Tim, ecco quanto vale la rete
STRATEGIE

La societarizzazione potrebbe rappresentare il primo passo della fusione già previsto e auspicato da molte parti. Focus sui benefici complessivi a livello macroeconomico di una rete scorporata, quotata in borsa, e partecipata in un secondo tempo da altri player
di Maurizio Matteo Dècina
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Da quando è partito questa estate il primo “walzer” dei numeri sui possibili valori della rete Tim, il mercato è sembrato recepire positivamente l’ipotesi di scorporo. Il massimo stagionale è stato raggiunto lunedì 7 agosto con un titolo Tim quotato a circa 0,89 centesimi rispetto allo 0,77 di oggi. Il giorno prima, domenica 6 agosto, il Sole 24 Ore aveva pubblicato una mia intervista circa gli scenari ed i possibili valori della rete in un modello dinamico diverso da quello dei multipli di mercato. Segno che il mercato valorizza comunque il cambiamento e un nuovo assetto delle reti. Nelle settimane successive il titolo è sceso per la questione della Golden Power che potrebbe essere un ulteriore elemento di trattativa. Ma la societarizzazione potrebbe rappresentare il primo passo di quel progetto di fusione delle reti che in molti hanno già previsto ed auspicato da tempo.

Ci si domanda a riguardo quali potrebbero essere i benefici complessivi al livello macroeconomico di una rete scorporata, quotata in borsa, e partecipata in un secondo tempo da altri player.

Qualsiasi siano le tempistiche, questo piano di riassetto delle reti ha come vantaggio quello di poter pianificare una maggiore sinergia delle infrastrutture esistenti senza duplicazione di costi. Inoltre velocizza i piani di investimento in ultrabroadband (FTTH) senza però limitare il ruolo del rame che nel futuro potrà migliorare le sue performance. In terzo luogo, con l’entrata della Cdp la rete Tim ritornerebbe sotto la garanzia dello Stato con tutti i benefici annessi dopo dieci anni di incomprensioni con le istituzioni. In quarto luogo, ai creditori dei 25 miliardi di debiti netti di Telecom derivanti dalle due OPA, potrebbe convenire molto attribuire ad esempio 15 miliardi sulla rete, in quanto asset solido e strategico (con una valutazione della rete di 15 miliardi - 13-14 da flussi di cassa scontati, più possibili ottimizzazioni finanziarie e di mercato, e con un valore della nuova società tendente a zero in questo esempio ultra estremo).
In ultimo, e questo più che un beneficio è un obiettivo, la parte rimanente di Tim si trasformerebbe in un vero e proprio mercato globale al dettaglio. Un grandissimo media player con un portafoglio di prodotti e servizi molto grande: dai contenuti alle comunicazioni, dagli apparati all’internet delle cose.

Per quanto riguarda la valutazione bisognerebbe prima discutere sui metodi di calcolo. L’economia aziendale propone tre metodi: patrimoniale (l’azienda vale in base al valore dei suoi beni), reddituale (l’azienda vale in base a quanto guadagna) e finanziario (l’azienda vale in funzione di quelli che saranno i flussi di cassa futuri). Tutti gli altri sono una derivazione. Il metodo dei multipli però, con oggetto la comparazione con le società quotate di un dato reddito, ha il limite di considerare alla base del valore un flusso costante. Sempre e quando si possano fare comparazioni con altre realtà di reti scorporate con infrastrutture in fieri.

Più appropriata appare sicuramente una valutazione attraverso gli scenari dei flussi di cassa relativi ai piani di evoluzione della rete. Ed è proprio per questo che finora i punti di vista sono stati molto diversi tra loro: dai 20 miliardi di Cattaneo alle dichiarazioni di Bassanini che chiedeva di “far distinzioni tra l’olio di semi e l’olio d’oliva”. E’ possibile però che si possa convergere su di uno scenario medio, condiviso da tutti, con un piano di sviluppo integrato e sinergico.
 
Rientrato, trovo eseguito a 900 il mio ordine per FREXA0006900 . Il rendimento , per me, è astronomico, ma Leonardo terrà la barriera (9,04) fino a quando Profumo svelerà il suo piano? Qui non bastono i tre elicotteri venduti ieri all'emiro .....
 
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