Certificati di investimento - Cap. 2

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XS1118955621... non so esprimere un'opinione... c'è solo l'opzione autocallable a vantaggio dell'emittente... :mumble:
 
Un po' di certificati ormai li ho visti... ma un Athena come l'XS1638586229 proprio mi mancava...
BNP fantasiosa... :eek:
 
Outlook 2018: rischio bolla e volatilità preoccupa gli investitori istituzionali

La volatilità, la fragilità dei mercati e le bolle su alcune asset class. Queste le principali preoccupazioni degli investitori istituzionali, secondo l’indagine di Natixis Investment Managers che ha intervistato 500 investitori istituzionali, inclusi i manager di fondi pensione pubblici e privati, fondazioni, fondi assicurativi e fondi sovrani in Nord America, America Latina, Regno Unito, Europa Continentale, Asia e Medio Oriente.

I tre quarti delle istituzioni (77%) ritengono che un periodo prolungato di bassi tassi di interesse abbia portato alla creazione di bolle. Inoltre, guardando in prospettiva, il 62% dei money manager intervistati considera il rialzo dei tassi di interesse come la principale preoccupazione del 2018, potenzialmente in grado di innescare una correzione dei prezzi obbligazionari. Secondo l'indagine, il mercato obbligazionario è l’asset class che più probabilmente incorrerà nel rischio bolla, con una percentuale pari al 42% a livello globale. Questo rappresenta quasi il doppio della percentuale di chi si attende una bolla del mercato immobiliare (23%) e sono addirittura paragonabili al 64% degli investitori che vede una bolla sul Bitcoin (indicazioni che sono arrivate prima del la cripto valuta più famosa al mondo si spingesse verso la soglia di 13 mila dollari). E ancora, una percentuale significativa tra gli investitori istituzionali (30%) si attende una bolla anche dell’azionario.

Non solo rischio bolla. Questo timore "rivaleggia" con quello connesso agli eventi geopolitici e precede il rischio legato all'aumento dei tassi di interesse (61%) nella classifica dei fattori che impatteranno maggiormente in modo negativo le performance dei propri investimenti nel 2018.

“Con tutti gli investimenti obbligazionari soggetti alla crescente possibilità di un aumento sostenuto dei tassi di interesse a livello globale, molti investitori istituzionali stanno iniziando a guardare alle valutazioni attuali del reddito fisso con sospetto - commenta Antonio Bottillo, managing director di Natixis Investment Managers Italia -. Conseguentemente, gli investitori stanno sempre più cercando soluzioni di investimento alternative e decorrelate che possano aiutarli ad affrontare le sfide dei mercati nel 2018”.

Questione volatilità da monitorare nel corso del nuovo anno. Dalla survey emerge inoltre che una rinnovata volatilità (piuttosto che una sostenuta correzione) dovrebbe essere la principale caratteristica dei mercati azionari nel 2018: un significativo 78% delle istituzioni si attende un rialzo della volatilità azionaria nel corso del prossimo anno. Considerando la bassa o quasi assente volatilità nel corso del 2017, la maggioranza degli investitori istituzionali (59%) ritiene che questo sia un fenomeno insostenibile e, di fatto, causa di serie preoccupazioni.
 
Il Sole 24 ore Carlo Festa
Sette in corsa per il portafoglio da circa 1,8 miliardi nominali di non performing loan unsecured, cioè non garantiti, di BancoBpm. Alla scadenza di domani saranno, infatti, secondo i rumors in sette a contendersi lo stock di crediti problematici del cosiddetto dossier Sun. A ricevere le proposte vincolanti saranno gli advisor nominati da BancoBpm, cioè E&Y, Banca Akros e i legali di Freshfields. Tra i nomi sicuri dei partecipanti ci saranno Banca Ifis, ormai specializzata su questo genere di partecipazioni, la divisione dedicata di Deutsche Bank, i polacchi di Kruk, il fondo internazionale Anacap più altri 3 fondi internazionali attivi nelle transazioni sui portafogli unsecured. Non sarà invece della partita, secondo le indiscrezioni, la svedese Lindorff-Intrum Iustitia, che ha appena rilevato in Italia la piattaforma servicer Caf. BancoBpm dovrà chiudere l’operazione entro fine anno per contabilizzarla in bilancio.
Secondo le informazioni che Il Sole 24 Ore ha raccolto, il portafoglio Sun di BancoBpm è composto da due pacchetti: uno (definito large portfolio) del valore nominale di circa un miliardo con 389 posizioni di debitori. L’altro (mid portfolio) con un valore nominale di 780 milioni e ben 2.518 posizioni. Insomma si tratta di uno stock assai parcellizzato, con diverse posizioni datate, e con debiti non garantiti, che per loro natura hanno sempre fortissimi sconti sul nominale all’atto della cessione. Se poi si guarda alla composizione dei due portafogli (large e mid) si scoprono dettagli interessanti. Il 73% del primo portafoglio in vendita, quello maggiore da un miliardo di nominale, vede i debitori localizzati nel Nord Italia (per totali 742 milioni) Circa 900 milioni sono le posizioni già in bancarotta. I default risalgono in media a 5,7 anni fa. I debitori con posizioni superiori ai 5 milioni ammontano a complessivi 387,5 milioni. Nel portafoglio più piccolo invece, da nominali 780 milioni, il 72% delle posizioni è nel Nord Italia (per totali 558,5 milioni), circa il 75% è collegato a debitori già in fallimento (per 580 milioni) e i default risalgono in media a 4 anni fa. C’è da dire che questa cessione è la più rilevante mai fatta negli ultimi anni nel settore unsecured in Italia. Tuttavia gli effetti sul bilancio dell’istituto guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna non saranno importanti. Il dossier Sun da quasi 2 miliardi si va ad aggiungere all’altro miliardo (in questo caso di posizioni secured) ceduto mesi fa con il portafoglio Rainbow. C’è da dire che l’operazione che dovrebbe cambiare faccia alla banca milanese sarà quella, attesa il prossimo anno, con la cartolarizzazione a garanzia pubblica (cioè con le Gacs) su una somma nominale che potrebbe raggiungere alla fine i 5,5 miliardi di non performing loan, transazione sulla quale sono coinvolti Mediobanca e Prelios.
 
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