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Forumer storico
Investing.com - Dopo l’apertura sprint della giornata di oggi che l’ha portato a guadagnare oltre l’1,5%, il Ftse Mib scende repentinamente fino a virare in rosso.
Cambia direzione a metà seduta anche lo spread, tornando sopra quota 300 punti. Il decennale italiano era tornato a salire toccando 3,59%, dopo essere sceso fino a 3,31%.
In difficoltà i titoli bancari, con l’indice FTSE Italia All Share Banks che cede oltre l’1%, mentre troviamo tra i peggiori Banco Bpm (MI:BAMI), Bper Banca (MI:EMII) e Mps (MI:BMPS), tutte in perdita superiore al 2%. In flessione superiore all’1% sono Banca Piccolo Credito Valtellinese (Creval) (MI:PCVI), Ubi Banca (MI:UBI), Mediobanca(MI:MDBI), Unicredit (MI:CRDI) e Unipol (MI:UNPI).
Se la notizia del declassamento arrivato dall’agenzia Moody’s sembrava non preoccupare i mercati, torna il nervosismo dopo la lettera di risposta dell’Italia all’Unione europea sul tema manovra finanziaria.
Il governo ha ribadito le sue scelte in materia economica, confermando il rapporto deficit/Pil a 2,4%. “E’ stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della popolazione", ha scritto il ministro Giovanni Tria nella lettera
Cambia direzione a metà seduta anche lo spread, tornando sopra quota 300 punti. Il decennale italiano era tornato a salire toccando 3,59%, dopo essere sceso fino a 3,31%.
In difficoltà i titoli bancari, con l’indice FTSE Italia All Share Banks che cede oltre l’1%, mentre troviamo tra i peggiori Banco Bpm (MI:BAMI), Bper Banca (MI:EMII) e Mps (MI:BMPS), tutte in perdita superiore al 2%. In flessione superiore all’1% sono Banca Piccolo Credito Valtellinese (Creval) (MI:PCVI), Ubi Banca (MI:UBI), Mediobanca(MI:MDBI), Unicredit (MI:CRDI) e Unipol (MI:UNPI).
Se la notizia del declassamento arrivato dall’agenzia Moody’s sembrava non preoccupare i mercati, torna il nervosismo dopo la lettera di risposta dell’Italia all’Unione europea sul tema manovra finanziaria.
Il governo ha ribadito le sue scelte in materia economica, confermando il rapporto deficit/Pil a 2,4%. “E’ stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di Pil pre crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della popolazione", ha scritto il ministro Giovanni Tria nella lettera