Certificati di investimento - Cap. 4 (21 lettori)

Stato
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valgri

Valter : Born in 1965
Buongiorno a tutti e buona Domenica.
Bitcoin, ecco il D.C. . Personalmente ritengo che si possa ancora arrivare ai famosi 100.000 Usd in meno di un anno..,


Bitcoin d.c..jpg
 

skolem

Listino e panino
Per me è il nuovo modo di stampare moneta da parte dei vari stati. Chi vuoi che mai pagherà il debito alla BCE, siamo intelligenti. Ed ora che si “stampa” a costo zero il gioco è fatto. A Napoli si direbbe il gioco delle tre carte. Come si mio figlio avesse un debito con me o io gli avessi prestato dei soldi per comprare casa e un giorno lo manderei sul lastrico facendogli causa per la restituzione, ma dai!! Se si dovessero mantenere i tassi intorno lo zero davvero parliamo solo di numeri su un pezzo di carta. E credo che tutti abbiano questo interesse, dato che poi la BCE siamo stesso noi....
Sai qual è il vero problema di questa politica ultra espansiva e soprattutto ultra prolungata?
Che la montagna di liquidità creata da qualche parte bisogna pur metterla. Così per ottenere un qualche rendimento si comprano cose sempre più rischiose, le quali aumentano di prezzo dando l'idea di non essere poi così rischiose. Da li nascono tante belle bolle immobiliari, finanziarie e altri fenomeni tipo le quotazioni stellari e ingiustificate delle crypto valute.
Non si può andare avanti all'infinito, i debiti degli Stati non dico che un giorno debbano essere ripagati, ma non possono continuare a salire esponenzialmente. Riprendendo il tuo esempio, è come se a tuo figlio ogni mese regalassi auto, case ecc...
 

Fedex71

Forumer storico
La riunione delle Federal Reserve (Fed) di questa settimana è stata definita la più importante da quando Powell la guida. In gioco ci sono quattro interrogativi con implicazioni durature, e non solo per l’economia americana. A maggio i prezzi al consumo americani sono saliti del 4,9 per cento, l’aumento più elevato dal 1992; 3,8 anche sottraendo la componente volatile di energia e alimentari, ovvero il doppio dell’obiettivo del 2 per cento della banca centrale. A monte, i prezzi alla produzione, spinti dall’impennata delle materie prima e dalla crescita dei salari, crescono del 6,7.
Prima domanda: è un fenomeno temporaneo, dovuto alla crisi da Covid, o è la fine di un ventennio di straordinaria stabilità globale dei prezzi? Seconda: quali sono le aspettative in questo momento? E perché quelle degli economisti divergono da quelle degli investitori? Terza: qual è la risposta ottimale della Fed? Quarta: che ripercussioni avranno le scelte della Fed sulla Bce e sui mercati finanziari nel mondo, viste le strette connessioni e la centralità del dollaro.
L’inflazione transitoria?
Sono diverse le ragioni per credere che l’aumento dell’inflazione sia transitorio: la distorsione del dato mensile dovuta al confronto con l’anno scorso, quando alcuni prezzi crollarono a causa del lockdown (e infatti i maggiori incrementi si registrano nei servizi più colpiti dal Covid come affitti, hotel e ristoranti, alimentari, o trasporti); l’impennata delle materie prime causata dai vincoli ad aumentarne rapidamente l’offerta per via dei tagli agli investimenti, anche per via della crescente sensibilità ai danni causati dallo sfruttamento delle risorse naturali e all’impatto ambientale; le strozzature nelle catene di produzione come il blocco del canale di Suez o la scarsità di microprocessori che sta rallentando molte produzioni; e infine, l’aumento dei salari, inevitabile dopo anni di compressione e a fronte di una domanda in forte crescita.
Se l’inflazione di oggi sia transitoria o ci sia il rischio di un’inversione della tendenza di lungo termine è la decisione chiave per la politica monetaria. Per capirlo bisogna osservare le aspettative, che però in questo momento sono contraddittorie. Per il mercato obbligazionario l’impennata nei prezzi è temporanea, anche confidando pienamente nell’operato della Fed: il differenziale di rendimento tra i titoli di stato a 30 e 5 anni, misura delle aspettative a lungo termine, dopo la riunione della Fed è letteralmente crollato al di sotto del livello di inizio anno, e l’inflazione attesa implicita nello spread con le obbligazioni a indicizzazione reale, si è stabilizzata intorno al 2,5 per cento, ovvero il livello massimo dell’inflazione raggiunto negli ultimi 15 anni.
Gli economisti in media la pensano diversamente, sottolineando la miopia tipica degli investitori che regolarmente porta alla formazione di bolle. Tre le loro ragioni: l’espansione monetaria è accompagnata da deficit di bilancio senza precedenti, ma la domanda aggregata non può eccedere troppo a lungo l’offerta, limitata dalla tecnologia e le risorse disponibili; la crescita salariale e del costo degli input spingerà le imprese ad aumentare i listini per difendere i margini; e la convinzione che, per la politica, un periodo di inflazione sia oggi ineludibile per poter smaltire la montagna di debito pubblico e privato accumulata a partire dal 2008. Il loro timore è che l’inflazione sia come il dentifricio: una volta uscito, impossibile rimetterlo nel tubetto.
Questione di aspettative
Le aspettative del pubblico, infine, si formano sulle esperienze personali, che guardano al passato e servono poco a prevedere il futuro. Un recente sondaggio americano ha mostrato infatti come l’inflazione attesa tra gli ultra sessantenni sia oggi il 5 per cento (memori degli anni Settanta e Ottanta) mentre è inferiore al 3 per gli under 40, che da adulti hanno sempre vissuto con la stabilità dei prezzi.
In questa incertezza la Fed ha deciso di calciare la palla in avanti, mantenendo inalterata la politica dei tassi a zero e 120 miliardi di acquisti di titoli al mese, ma cominciando a preparare il mercato all’idea che i tassi dovranno risalire più avanti, in anticipo rispetto a quanto si riteneva a inizio anno, con l’indicazione che la maggioranza dei componenti del suo Board si aspetta due aumenti del tasso ufficiale allo 0,6 per cento, ma non prima del 2023.
Inoltre, la Fed ha già cambiato ufficialmente l’obiettivo di inflazione, puntando al 2 per cento, ma come media negli anni, e accettando quindi che si superi questo livello per periodi prolungati, visto che negli ultimi 10 anni l’inflazione è sempre stata inferiore al 2. Il rischio è che le aspettative si adeguino al rialzo una volta che la crescita dei prezzi abbia superato il livello a cui la gente era abituata.
La Fed poi guarda al mercato del lavoro dove la disoccupazione al 5,8 per cento è ancora superiore al 3,5 pre Covid. C’è incertezza però su quale sia il livello di piena occupazione a cui puntare per via di possibili cambiamenti strutturali intervenuti nel mercato del lavoro di cui c’è ancora scarsa comprensione. Prova ne sia l’aumento dei salari a fronte di una domanda insoddisfatta di assunzioni da parte delle imprese, o la riduzione di quasi 8 milioni nella forza lavoro, di cui circa 1,5 dovuti a pensionamenti in eccesso a quelli previsti.
Ma soprattutto stiamo assistendo a un tacito cambiamento di paradigma della politica monetaria che passa dall’annuncio di “indicazioni prospettiche" per ancorare le aspettative, a una gestione più incentrata sulla reazione ai dati del presente. Sarebbe un ritorno al passato con il rischio che la Fed, di fronte al perdurare di un’inflazione eccessiva o a un cambio nelle aspettative, sia costretta a smentirsi con un rialzo inatteso dei tassi già nel 2022 che potrebbe innescare una crisi finanziaria dato l’elevato indebitamento. Un rischio che ritengo reale e sottostimato dai mercati.
La reazione europea
Se la Fed tira la palla in avanti, la Bce la scaglia in tribuna. A differenza della Fed non prepara i mercati a una possibile svolta futura con l’inizio della riduzione dei tassi negativi e degli acquisti mensili di titoli, e rinvia all’autunno (significativamente dopo le elezioni tedesche) il riesame dei suoi obiettivi, inclusa la possibilità, anche solo temporanea, di sforare il tetto del 2 per cento di inflazione. E si nasconde dietro la sua previsione di un’inflazione massima dell’ 1,9 per cento, nonostante la crescita rivista al rialzo al 4,6, l’aumento dei prezzi alla produzione del 7,6 e una ripresa europea che ricalca quella americana con 6 mesi di ritardo.
Perché il vero obiettivo, non dichiarato, della Bce è ormai la stabilità finanziaria attraverso il controllo del rischio rappresentato dal debito pubblico. Secondo un’analisi di Gavekal, da gennaio 2020 a fine marzo 2021 la Bce ha comperato il 98,5 per cento di tutto il debito emesso dai governi dell’area, e con le politiche attuali potrebbe comprarne il 119 per cento a fine 2022.
Per eliminare il rischio che il mercato dei titoli di stato potrebbe rappresentare per la stabilità finanziaria, la Bce ha deciso di eliminare il mercato. Una repressione finanziaria che non è sostenibile nel caso di un’accelerazione indesiderata nella crescita dei prezzi, o di un aumento inatteso dei tassi americani da parte della Fed.
Senza contare che i tassi negativi a lungo termine sui titoli tedeschi distruggono risparmio previdenziale e minano la redditività del sistema bancario: due questioni che potrebbero diventare politicamente indigeste nella Germania post Covid.
Temo che per il debito pubblico italiano, e le nostre istituzioni finanziarie che lo detengono in gran quantità, il risveglio, al più tardi nel 2023, possa essere molto brusco. Piani di contingenza non se ne vedono: come al solito, al massimo si guarda alla fine dell’estate.
DOMANI/Penati
Da questo articolo (che in parte mi trova concorde) emerge che occorrerà mettere in "prime list" come asset di investimento sia a breve che a medio termine l'ORO: ne avevo già parlato in miei vecchi post; tutto l'ORO del mondo è un cubo di metri 21 per lato e ogni anno si incrementa di circa un millimetro; ne è stato estratto (dalla storia dei tempi) circa 170.000 tonnellate (di cui circa 20.000 sono andate perse, distrutte o irrecuperabili); ogni anno ne viene estratto tra 2.000/3.000 tonnellate...in forte calo però sono le previsioni di estrazione nei prossimi anni; l'ORO facilmente estraibile nel mondo è pari a circa 25.000 tonnellate (quindi ancora per 10/15 anni….poi per mettere mano a giacimenti più onerosi/difficoltosi a livello costi estrattivi occorre che l'ORO vada almeno a 3.000 dollari oncia)...se confrontiamo tutto questo con l'enorme mole di carta straccia stampata dai governi di tutto il mondo negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi il fatto che l'ORO sia salito in due anni da 36 eur grammo a 47,8 eur grammo è nulla...
 
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skolem

Listino e panino
In Russia sono stati confermati 17.906 nuovi casi di Covid-19 nelle ultime 24 ore: il massimo di contagi accertati in un solo giorno dallo scorso 31 gennaio. Lo riporta il centro operativo nazionale anticoronavirus ripreso dalla Tass.
Nella sola Mosca sono stati accertati 9.120 contagi, il massimo finora nella capitale dall'inizio dell'epidemia.
 

gianni76

Forumer storico
Come fa a comprarne più del 100 %?
La frase dovrebbe essere più esplicita e dire:
"la Bce ha comperato il 98,5 per cento di tutto il debito [nuovo] emesso dai governi dell’area, e con le politiche attuali potrebbe comprarne il 119 per cento a fine 2022 [100% del nuovo + un ulteriore 19% equivalente del nuovo con acquisti sul secondario o coperture di vecchio debito in scadenza]."

Esempio semi-realistico:
Mettiamo che a fine 2020, l'Italia abbia 2500 mld di debito pubblico totale accumulato negli anni.
Nel 2021 l'Italia emette metti caso 60 mld di nuovo debito.
Nel 2021 la BCE compra 59 mld di debito italiano (il 98,5% dell'emesso nell'anno 2021).
Dalle stime e proiezioni attuali, nel 2022 ne comprerà ulteriori 71 mld (il 119% dell'emesso nel 2022).
(il debito totale italico andrà a 2500+60+60 mld= 2620 mld, di cui 'solo' circa 130 mld (59+71) in mano alla BCE, ammesso che gli acquisti 'corposi' siano iniziati solo nel 2021.. quindi la BCE sarà detentore sempre di poca cosa sul totale enorme, nonostante si parli di 119%...).

Ovviamente la BCE non ha comprato tutto il debito pubblico italiano pregresso (una montagna), ma solo sostenuto le nuove emissioni.
Anche per questo l'Italia ancora paga interessi non trascurabili sul debito pregresso (in diminuzione man mano che viene rimpiazzato con altre emissioni ad interesse sempre minore).
 
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NoWay

It's time to play the game
Il Treasury Note a dieci anni si porta a 1,36% di rendimento (- 6 punti base) livello che non si vedeva da quattro mesi. La curva dei tassi si schiaccia: il differenziale tra il due anni ed il dieci anni scende a 110 punti base.


E tutti quelli che ogni santissimo giorno lanciavano l'allarme per i rendimenti obbligazionari fuori controllo non si sentono più. Per onestà intellettuale almeno un "non ci avevo capito una mazza" ci starebbe...
 

Fabrib

Forumer storico
Vehicle maker CNH Industrial said on Monday that it entered a deal to buy 100% of the capital stock of Raven Industries, a U.S.-based company in agriculture technology, for $58 a share and a $2.1 billion enterprise value. RTRS

Raven venerdì ha chiuso a 38$
 
Stato
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