NoWay
It's time to play the game
La Bce ha dato ieri l'ok finale alle linee guida sulle fusioni, che erano state messe in consultazione a luglio, con l'obiettivo di rilanciare le aggregazioni tra le banche e aumentare la redditivita' del settore. L'efficienza degli istituti e' sotto la lente dei supervisori gia' da prima del Covid, ma la pandemia ha accresciuto la necessita' di aumentare i livelli di roe (return on equity), ormai a zero in Europa. La Vigilanza Bce e' stata di fatto un ostacolo alle fusioni nei primi anni dell'Unione bancaria sotto la presidenza di Daniele Nouy: alle banche era chiesto piu' patrimonio per far fronte alle operazioni (come avvenuto per quella tra Banco Popolare e Bpm). Da quando Andrea Enria e' al vertice della Vigilanza Francoforte si e' invece mossa per ridurre gli impedimenti alle aggregazioni. In tal senso la guida pubblicata ieri chiarisce che "piani di integrazione credibili non saranno penalizzati con piu' elevati requisiti di capitale". Gia' nelle fasi preliminari la Bce indichera' il patrimonio che la banca aggregata dovra' mantenere. In secondo luogo il badwill, ovvero la differenza tra il valore di libro della banca acquisita (oggi a sconto per quasi tutti gli istituti europei) e il prezzo pagato dall''acquirente, potra' essere computato come capitale a patto che il nuovo gruppo lo utilizzi non per distribuire dividendi ma per aumentare la solidita' complessiva (come si e' visto nel caso Intesa-Ubi). Infine la Bce accettera' l''utilizzo temporaneo dei modelli interni esistenti con cui le banche definiscono i rischi del bilancio e il capitale relativo. La guida "aiuta la Bce a farsi capire, rende piu' prevedibili le azioni di vigilanza ed evita errate percezioni delle aspettative di supervisione", ha commentato Enria.
