Anche lì però... a lungo si è detto che l'indice italiano, bancocentrico, non reggeva il passo perchè i tassi bassi non favorivano gli istituti di credito, adesso si scenderebbe per l'ipotesi di rialzo dei tassi... tutto e il contrario di tutto insomma...
Non per polemizzare, anzi, trovo interessante questo argomento.
Così, per curiosità ho cercato l'evoluzione del nostro ftsino e ho trovato questo su wikipedia:
"L'evoluzione del Ftse Mib dopo 10 anni dalla sua nascita, avvenuta il 1º giugno 2009, è un utile specchio di come si sia evoluta nel frattempo l’economia italiana.
A livello settoriale è evidente il ridimensionamento del peso della componente bancaria. Gli istituti di credito sono storicamente la componente più rappresentata nel listino, ma la crisi che ha attraversato il settore ha comportato un drastico calo del valore di mercato:
nel 2009 i principali istituti quotati messi insieme capitalizzavano oltre 93 miliardi di euro, oggi appena 65. E così anche il loro peso percentuale all’interno del paniere, che nel 2009 era pari al 26,4% della capitalizzazione (ma è arrivato a valere oltre il 30% prima del crack Lehman) si è ridotto ad appena il 16,6% scalzato dalle utilities (Enel in testa) che oggi valgono il 18,2% della capitalizzazione dell’indice.
Il vuoto lasciato dalle banche ma anche dalle telecomunicazioni (che agli inizi degli anni 2000 valevano quasi il 30% del listino e oggi pesano per appena l’1,5%) è stato colmato soprattutto dall’industria (era al 5,2% e oggi vale l’8,6%) e dall’auto (passata dal 3,8 al 10,9% del Ftse Mib) grazie soprattutto alla crescita del gruppo FCA e alla scelta premiante di scorporare Cnh Industrial e Ferrari.
In 10 anni la composizione del listino è cambiata e ci sono 19 titoli che non fanno più parte del listino tra cui Banca MPS (che 10 anni fa valeva oltre 8 miliardi di euro e nel 2019, nonostante i vari aumenti di capitale, poco più di uno) e l’intero comparto media (allora rappresentato da Mediaset e Mondadori) che nel 2019 non è più rappresentato nel listino."
Quindi anche i grafici di lungo periodo, soprattutto sugli indici, vanno contestualizzati, perchè il mondo non è sempre lo stesso, ma si evolve molto più velocemente di quello che si pensa.