Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
ot
articolo interessante sul Corriere natura edizione Lombardia, pregherei Joe di postarlo
Anzi faccio un sunto.
50 anni fa un gruppo di esploratori hanno notato nelle valli comasche un rarissimo esemplare (si credeva estinto) di Gufus Maximus Mercatorum atque Economiae (nome molto complicato.) L'hanno addomesticato e gli hanno insegnato a leggere le emissioni dei certificati.
Uno degli esploratori si chiamava Maurizio, per cui hanno deciso all' unanimità di chiamarlo così.
Tanti auguri Maurizio
 
Dopo Bp e Total, anche la Shell ha appena annunciato profitti record nell'ultimo trimestre. Se volesse, Putin potrebbe fare lo stesso lunedì dal palco delle celebrazioni per la vittoria su Hitler. Dal giorno dell'invasione dell'Ucraina, Mosca ha incassato 43 miliardi di dollari con l'export di gas e petrolio. Gli analisti prevedono che, a fine anno, solo il petrolio avrà portato al Cremlino 180 miliardi di dollari, ovvero il 60 per cento dell'intero bilancio nazionale.
Il problema dell'embargo sul petrolio russo (che porta a Mosca più soldi anche del gas), su cui si tortura la Ue è tutto qui: su quattro litri di benzina che mettiamo nei nostri serbatoi, uno finanzia direttamente i missili che piovono su Kiev e Odessa. In media, infatti, il 25 per cento del greggio consumato nella Ue viene dalla Russia. Tagliarlo, con il rischio di rimanere a secco, per gli europei - dimostra il braccio di ferro di questi giorni - è durissima. Ma, per giunta, dicono molti, rischia di trasformarsi in un boomerang. Gli stessi americani hanno avanzato il timore che, limitando le esportazioni russe, la disponibilità totale di greggio scenda, facendo alzare il prezzo e continuando così, paradossalmente, ad ingrassare le casse di Putin. I russi, del resto, si possono permettere di sostenere le loro vendite anche con forti sconti. Il petrolio, sui mercati mondiali, sta a 110 dollari al barile. I produttori russi vanno in pari, rispetto ai loro costi, a 44 dollari a barile. Anche oggi, che sono costretti a vendere a 70 l'Ural, loro e il Cremlino continuano a fare grossi profitti.
E, allora, è un vicolo cieco? Sia noi che l'Ucraina siamo prigionieri dei barili russi, per quanti sacrifici siamo disposti a fare? Un momento: anche con il petrolio, come con il tango, si balla in due. Per noi, il greggio russo vale il 25 per cento degli acquisti, ma, per i russi, l'export di petrolio verso la Ue corrisponde al 70 per cento degli incassi. Difficile pensare di essere presi per la gola da uno che dipende da te per quasi tre quarti di quello che guadagna. Putin è, probabilmente, pronto ad imporre ai russi i sacrifici di una economia di guerra, ma decurtare del 40-50 per cento il bilancio statale è un tuffo molto azzardato. Il Cremlino dovrebbe essere ragionevolmente sicuro di vendere quei 2 milioni di barili al giorno - oggi piazzati in Europa - da un'altra parte. E questa sicurezza è lontana.
Gli analisti sentiti da Bloomberg sostengono che solo un terzo del petrolio russo può trovare agevolmente nuovi acquirenti. Verso la Cina c'è un solo oleodotto che già funziona al massimo della capacità. Per farne un altro occorrono cinque anni. Pechino, comunque, oggi compra solo il 20 per cento del petrolio esportato dai russi e non pare volerne di più. Senza oleodotti bisogna ricorrere ai supertanker. Ma qui scatterebbero le clausole scritte in piccolo nel pacchetto di sanzioni studiato a Bruxelles: il blocco di noli e assicurazioni per i cargo che trasportano petrolio russo. In queste condizioni, difficile pensare ad un flusso consistente, in partenza dai porti del Baltico o del Mar Nero. Ma, senza export, bisogna chiudere pozzi. E, nel gelo siberiano, un pozzo chiuso è facile che non riparta.
Nel salto nel buio che un embargo europeo imporrebbe alla Russia, non ci sono, però, solo ragioni logistiche. Ma anche una minaccia geopolitica. La rinuncia al greggio russo, per l'Europa, è faticosa perché non è facile trovarne altro, se non pagandolo molto caro. Gli alleati russi dell'Opec hanno infatti appena ribadito che non intendono aumentare la produzione. Un ritorno sul mercato mondiale di Iran e Venezuela può colmare circa metà del buco che l'embargo alla Russia lascerebbe ai consumi europei, ma gli unici che possono fornire l'altra metà sono appunto gli arabi dell'Opec - anzi, praticamente solo i sauditi - perché gli altri lavorano già al massimo. Ma i sauditi, nonostante le forti pressioni di Washington, si sono ancora una volta rifiutati di fare le scarpe ai russi.
Tuttavia, la situazione, ora, potrebbe mutare. Senza l'Europa, la Russia ha solo l'Asia dove cercare acquirenti. Ma l'Asia è anche la destinazione favorita del greggio saudita. Davvero Riad è pronta a cedere ricche quote di mercato a Mosca, senza neanche tentare di rifarsi da qualche altra parte, magari in Europa? E' una partita tutta da giocare.

La Repubblica/Ricci
 
JE00BLS3D539
E intanto directa ha accreditato anche questo mese la cedola col -30% ‍♂️
Al call center continuano a dire che stanno parlando con la depositaria e faranno sapere non appena ci saranno aggiornamenti
 
Anzi faccio un sunto.
50 anni fa un gruppo di esploratori hanno notato nelle valli comasche un rarissimo esemplare (si credeva estinto) di Gufus Maximus Mercatorum atque Economiae (nome molto complicato.) L'hanno addomesticato e gli hanno insegnato a leggere le emissioni dei certificati.
Uno degli esploratori si chiamava Maurizio, per cui hanno deciso all' unanimità di chiamarlo così.
Tanti auguri Maurizio

Va bene che sarò pure tardo, ma, se gufassi con un portafoglio al 99,99% long, sarei peggio di quelli che mettono sanzioni... :d:
P.s. Me ne hai dato 1 in più, sono 49... comunque apprezzo lo stesso... :bow:
 
Quello che sarebbe potuto succedere con un accordo prima del 24 febbraio non lo sapremo mai e, proprio per questo, non possiamo escludere niente. Adesso, dopo 3 mesi, sappiamo che certe posizioni sono un po' cambiate (l'Ucraina apre a neutralità e Crimea, punti ritenuti inaccettabili prima). A me sembra ovvio che o riescono a sconfiggere i russi sul campo o più quelli conquistano e peggio è per gli ucraini. Al momento mi pare difficile che i putini accettino un accordo che si basa sul lasciare quanto conquistato. Penso che senza Donbass non considerino neanche la proposta. Il rischio è che arrivino davvero alla Transnistria e poi vogliano tenere anche tutto lo sbocco sul mare. Insomma, se non si ha certezza di batterli, ha senso? Forse sì perché è giusto lottare sino alla fine per difendersi, ma forse anche no perché, se si perde, si deve rinunciare a molto di più...
Buon compleanno!!!!
Il tuo ragionamento parte dall’assunto che se gli Ucraini si arrendessero, o smettessero di resistere, Putin accetterebbe “solo” questa o quella cosa.
Ma se invece come assunto si prendesse che Putin non si fermerà mai fin quando non raggiunge quello che ha deciso di realizzare, il tuo ragionamento cade.
Il vero problema di chiunque commenta è che nessuno sa cosa ha in mente Putin.
Gli ottimisti dicono vuole il Donbass e Crimea oltre a neutralità ed è contento, i pessimisti dicono che vuole mezza Ucraina, almeno tutta quella del sud/est e un suo governo al posto di Zelensky, altri ancora che Putin andrà oltre l’Ucraina, in Transnistria e Moldavia, per ora, per poi unire altre vecchie province.
Il dubbio che non sia cosi semplice, si prende il Dombas e Crimea e tutto finisce, mi viene anche dal fatto che chiunque gli abbia parlato, tra cui Erdogan e altri non proprio nemici, dopo l’unico commento che fanno è: Putin per ora non vuole fermarsi e andrà avanti per la sua idea.
Ma qual’è questa idea????
 
Buon compleanno!!!!
Il tuo ragionamento parte dall’assunto che se gli Ucraini si arrendessero, o smettessero di resistere, Putin accetterebbe “solo” questa o quella cosa.
Ma se invece come assunto si prendesse che Putin non si fermerà mai fin quando non raggiunge quello che ha deciso di realizzare, il tuo ragionamento cade.
Il vero problema di chiunque commenta è che nessuno sa cosa ha in mente Putin.
Gli ottimisti dicono vuole il Donbass e Crimea oltre a neutralità ed è contento, i pessimisti dicono che vuole mezza Ucraina, almeno tutta quella del sud/est e un suo governo al posto di Zelensky, altri ancora che Putin andrà oltre l’Ucraina, in Transnistria e Moldavia, per ora, per poi unire altre vecchie province.
Il dubbio che non sia cosi semplice, si prende il Dombas e Crimea e tutto finisce, mi viene anche dal fatto che chiunque gli abbia parlato, tra cui Erdogan e altri non proprio nemici, dopo l’unico commento che fanno è: Putin per ora non vuole fermarsi e andrà avanti per la sua idea.
Ma qual’è questa idea????

No, beh... ovviamente non so cos'ha in testa. Mi limito ad andare a logica. Se occupasse tutto il Donbass e poi gli offrissero il Donbass, lui dovrebbe dire "ce l'ho già" e chiedere altro. Lo stesso se prendesse tutto il sud e via dicendo. Certo, se non conquistasse niente, è tutto un altro discorso. Al momento avanzano molto lentamente. Se gli ucraini pensano di bloccarlo, fanno bene a non fare altre concessioni. Il nodo sta tutto lì e lo sanno solo loro come sono messi sul campo...
 
Stato
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