Certificati di investimento - Cap. 5 (2 lettori)

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Listino e panino
ROMA, 12 dicembre (Reuters) - Dopo il tonfo congiunturale registrato a settembre, la produzione industriale italiana si mostra debole oltre le attese anche ad ottobre, mentre si rafforzano i timori recessivi in vista della fine dell'anno e l'inizio del prossimo.

Secondo dati diffusi stamani da Istat, la produzione segna un decremento dell'1,0% mensile, dopo il -1,7% (rivisto da -1,8%) del mese prima, rispetto ad un consensus pari a -0,4%.

"La dinamica negativa è estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione di quello dei beni strumentali (+0,2%). È, tuttavia, positivo l’andamento congiunturale nella media degli ultimi tre mesi", osserva l'Istituto nella nota a corredo dei dati, aggiungendo che nel trimestre agosto-ottobre il livello della produzione aumenta dello 0,3%.
 

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It's time to play the game
L'Istat ha reso noto che a ottobre la produzione industriale ha registrato un calo del 1,0% su base mensile (consensus -0,4%), dopo il -1,7% di settembre (rivisto da -1,8%).
La variazione dell' indice rispetto all'anno precedente, corretta degli effetti di calendario, ha evidenziato una diminuzione del 1,6%, rispetto al -0,5% del mese precedente.
Infine, il dato destagionalizzato ha riportato una variazione negativa su base annua del 1,6% dopo il -0,4% di settembre (rivisto da -0,5%).
 

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It's time to play the game
Secondo gli esperti di JPMorgan, i dati odierni sull'inflazione statunitense per novembre potrebbero innescare un balzo del +10% dell'S&P500 se il ritmo sarà ben al di sotto delle aspettative, poiché gli investitori sono posizionati in modo difensivo.
Il consenso è che gli aumenti dei prezzi si siano raffreddati abbastanza da giustificare un aumento più contenuto della Fed nel meeting di domani.
La crescita del CPI dovrebbe rallentare a +0,3% su base mensile e a +7,3% su base annua, da +0,4% e da +7,7% di ottobre.
A livello di asset allocation, JPMorgan ha ridotto la sua raccomandazione sulla borsa statunitense per il 2023, valutando i titoli come "moderato sottopeso" rispetto al precedente "sovrappeso".
Gli strateghi della banca americana, guidati da Marko Kolanovic, hanno anche ridotto l'esposizione al rischio nelle Materie Prime (Commodity), aumentando al contempo l'allocazione nelle Obbligazioni Societarie (Corporate Bonds) e nella Liquidità.
"La nostra opinione è che nel 2023 potrebbe verificarsi una fase di debolezza del mercato e dell'economia causata dell'eccessiva stretta della banca centrale, con l'Europa prima e gli Stati Uniti a seguire nel prossimo anno".
 
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