E vogliamo parlare del nuovo codice degli appalti??
Parla di «rivoluzione», Matteo Salvini. Ma ad esprimere preoccupazione sono, oltre ai sindacati, anche pezzi del mondo produttivo. Perché il nuovo Codice degli appalti pubblici licenziato ieri definitivamente in Consiglio dei ministri rappresenta una sostanziale “deregulation” rispetto a diverse norme di garanzia inerenti la trasparenza dei lavori pubblici, il trattamento economico e la sicurezza dei lavoratori. In particolare,
viene sostanzialmente autorizzato il cosiddetto “subappalto a cascata”, ovvero il subappalto del subappalto, prima vietato. Così come viene resa strutturale la normativa d’emergenza dell’era Covid, che prevede il ricorso alle gare solo in via residuale e con motivazione formale per i lavori che vanno dal milione a 5,3 milioni di euro, la soglia comunitaria. Una scelta, quest’ultima, che preoccupa pure i costruttori dell’Ance per i possibili impatti sulla concorrenza. La Lega, invece, la rivendica, affermando che tagliare le gare porterà ad un risparmio sui tempi,
nonostante gli stessi osservatori delle associazioni datoriali dicano che il tempo di espletamento delle gare rappresenta una percentuale minima delle lungaggini burocratiche del Paese sulle opere pubbliche.
Tra 1 e 5,3 milioni bandi solo «in via residuale», per i Comuni maggiore facilità di spesa sino a 500mila euro. Salvini: è una rivoluzione. I sindacati: i cantieri diventeranno una giungla
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Non abbiamo ancora finito di contare quanti illeciti ci sono stati con Reddito di Cittadinanza e bonus edilizi vari e adesso arriva questa nuova diavoleria. Anche se il PNRR era stato già implementato, questi riescono a metterci le loro grinfie lo stesso:
Guardando l’ultima relazione annuale (2022) dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), si può facilmente calcolare l’impatto della resa strutturale delle deroghe emergenziali:
il 98,7% dei lavori pubblici potrà essere assegnato direttamente o con procedura negoziata senza bando, dunque senza una gara pubblica alla quale tutti possano partecipare. Si tratta, praticamente, della quasi totalità dei lavori.
Vanno a regime le deroghe varate durante la pandemia: per le opere sotto i 5,38 milioni il nuovo codice appalti impone l’affidamento diretto o la procedura negoziata senza bando. Critiche da opposizione e sindacati
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È una vergogna!!!!