Certificati di investimento - Cap. 5 (1 Viewer)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

gianni76

Forumer storico
interessante analisi di MF sulle partecipate e i loro problemi....

Partecipate: la sfida di Enel, Leonardo, Terna, Poste ed Eni (Mi.Fi.)

Testo:
ROMA (MF-DJ)--La partita delle nomine dei big di Stato ha riservato una
sola grande sorpresa: l'arrivo in Enel di Flavio Cattaneo, che andra' a
sostituire Francesco Starace e sara' affiancato da un presidente
ingombrante come Paolo Scaroni. Per le altre quattro quotate pubbliche,
invece, il governo ha trovato l'accordo su due riconferme e altrettanti
cambi al vertice, che hanno rispettato, questi si', le indiscrezioni della
vigilia: Claudio Descalzi e Matteo Del Fante resteranno per altri tre anni
ai vertici, rispettivamente, di Eni e Poste; Roberto Cingolani salira'
fino al settimo piano di Piazza Monte Grappa per diventare il prossimo ad
di Leonardo al posto di Alessandro Profumo; Giuseppina Di Foggia, unica
donna, prendera' la guida di Terna succedendo a Stefano Donnarumma, dato
per favorito nella corsa all'Enel e ora destinato a Cdp Venture Capital. A
giudicare dalla risposta del mercato nel giorno della pubblicazione delle
liste, giovedi' 13 aprile, le riconferme sono state apprezzate. Eni ha
chiuso con un rialzo dell'1,45%, e Poste ha messo a segno un + 1,1%. Alto
gradimento per l'investitura di Cingolani, col titolo Leonardo che ha
guadagnato il 3%. Pollice verso, invece, per gli altri due nomi nuovi.
L'indicazione di Di Foggia ha fatto scivolare Terna dell'1,6%. Ma il
titolo piu' colpito dalle vendite e' stato Enel: uno scivolone del 4% e'
stato il benvenuto riservato a Cattaneo. Dopo la prima reazione a caldo
occorrera' capire cosa i manager sapranno offrire.

Se e' ancora presto per le conclusioni, scrive MF-Milano Finanza, alcuni
spunti di riflessione arrivano da quanto gli amministratori delegati
uscenti hanno lasciato ai loro successori e da quanto fatto dai
confermati, che ora dovranno portare avanti il lavoro avviato. Enel alla
prova del debito. Il neo ad Cattaneo si insediera' il 10 maggio, ma gia'
stanno arrivando le prime grane. L'Antitrust ha avviato il 14 aprile
un'istruttoria sulle societa' del gruppo attive nel settore della
mobilita' elettrica (Enel X e due sussidiarie) per accertare un'eventuale
posizione dominante nei mercati delle colonnine di ricarica. Ma la piu'
clamorosa e' la decisione di un gruppo di fondi ribelli di presentare una
lista alternativa per il cda: mettono insieme appena lo 0,5% del capitale
(la soglia minima per proporre dei nomi), rispetto all'1,8% di
Assogestioni, ma sono mossi dalla sfiducia verso il nuovo vertice,
considerandolo non in grado di proseguire il lavoro di Starace.
Quest'ultimo, va detto, ha smentito categoricamente la sua presenza nella
lista e si congeda con un utile di 5,4 miliardi, un dividendo di 0,4 euro
e un total return complessivo di 125,73%. In ogni caso Cattaneo prende in
mano un testimone scomodo perche' il mandato che ha e' chiaro: dovra'
abbattere il maxi-debito di Enel, che a fine dicembre 2022 ammontava a 60
miliardi di euro. Starace aveva iniziato a picconarlo con un piano di
dismissioni apprezzato dal mercato, per oltre 20 miliardi di euro,
restringendo i Paesi core a 6: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile
e Colombia. Tra i timori del mercato c'e' quello che Cattaneo possa
passare dal piccone al bulldozer, restringendo il perimetro di Enel. La
questione puo' essere fatta risalire al 2007, l'anno nel quale l'allora ad
Fulvio Conti mette a segno l'acquisizione del 67% di Endesa, il big fish
del piano di espansione internazionale, che catapulta l'indebitamento da
11,7 a 56 miliardi di euro. Da allora e' stato un saliscendi, fino alle
punte toccate nel terzo trimestre 2022, quando ha sfiorato i70 miliardi
prima di essere ricondotto ai 60 miliardi circa di fine anno. Nel
frattempo sono arrivati i proventi delle prime cessioni importanti e altri
ne arriveranno (ben 3 miliardi sono attesi dagli asset in Peru'). Con
l'approssimarsi della scadenza del mandato, Starace ha fatto persino un
passo verso il nucleare di nuova generazione, forse un tentativo di
riallinearsi ai desiderata di Meloni & C. Enel, infatti, ha stretto un
accordo con Newcleo, societa' privata fondata a Londra nel 2021 per
sviluppare soluzioni sostenibili nel settore dell'energia nucleare,
assicurandosi un'opzione per diventare il primo investitore dell'impianto
che la societa' costruira' all'estero, un Mini Lfr (Lead Fast Reactor) da
30 megawatt, il primo nel suo genere, da realizzare in Francia entro il
2030, al quale nel 2032 seguira' un'unita' commerciale da 200 Megawatt nel
Regno Unito. Ma soprattutto c'e' da considerare il lascito "verde" della
gestione Starace: lacorazzata Enel Green Power, con i suoi 59 GW di
capacita', un assortimento di obbligazioni verdi e innovative come il
taxonomy bond da 1,5 miliardi di euro, primo e unico al mondo, la promessa
al mercato di azzerare le emissioni inquinanti in anticipo sui tempi, etc.
Insomma, a Cattaneo e' richiesto il piccone, o il bulldozer, ma anche il
pollice verde, alla luce del numero crescente di investitori Esg presenti
nel capitale di Enel.

Descalzi ha vinto col piano Mattei. La missione del riconfermatissimo
Descalzi si rafforza ma non cambia, ed e' quella che gli ha consentito di
restare alla guida del gruppo, infrangendo il limite, e il record, dei 3
mandati consecutivi, ripartendo da un total return del 26,8%. A lui, che
intanto ha chiuso il 2022 con un utile di 13,3 miliardi di euro e un
dividendo di 0,88 euro, Meloni ha riconosciuto tutto il lavoro fatto per
assicurare all'Italia gli approvvigionamenti necessari a compensare il
calo dei flussidi gas russo nel primo anno della guerra in Ucraina e,
guardando al futuro, anche quelli dei prossimi anni, quando da Mosca non
verra' importato piu' nemmeno un metro cubo. Le quotazioni del top manager
sono cresciute per come ha gestito l'emergenza, di pari passo con tutti
gli accordi sottoscritti dall'Algeria al Qatar. L'attivita' e' iniziata
sotto il governo Draghi ed e' proseguita con Meloni, fino all'accordo
record da 8 miliardi di dollari in Libia. Descalzi, 68 anni 42 dei quali
passati in Eni, portera' avanti il nuovo piano Mattei, come lo ha
ribattezzato la presidente del Consiglio. Meloni ne ha parlato anche il 14
aprile ad Addis Abeba, indicando il prossimo Summit intergovernativo
Italia-Africa dell'autunno 2023 come la ribalta giusta per presentarlo
definitivamente. 'Durante l'anno abbiamo concluso una serie di accordi e
di attivita' per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il
2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i Paesi produttori
e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di
incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e
Qatar', ha riepilogato Descalzi per gli azionisti, 'L'ultima operazione
con la societa' di Stato libica Noc per lo sviluppo del progetto Strutture
A&E, e i recenti successi esplorativi nelle acque di Cipro, Egitto e
Norvegia andranno a rafforzare la diversificazione geografica della nostra
catena integrata di forniture'. L'altro atout di Eni e' la spinta sul
nucleare, proiettata davvero in avanti grazie all'alleanza col Mit di
Boston nella jv Csf (Commonwealth Fusion System), per lo sviluppo della
fusione a confinamento magnetico, fonte di energia potenzialmente
illimitata e sicura. Il prototipo sara' pronto nel 2025. E sul finale di
terzo mandato e' arrivato anche l'annuncio di un accordo importante in un
altro settore. Eni salira' al 100% di Novamont per creare un grande polo
della chimica delle rinnovabili con la controllata Versalis, che gia'
possiede una quota del 36%. Nell'orizzonte del nuovo mandato c'e' anche la
quotazione di Plenitude, la societa' benefit che integra rinnovabili,
vendita di energia al retail e mobilita' elettrica. Nel 2022, primo anno
di attivita', la newco ha realizzato ricavi per oltre 13 miliardi di euro
e un utile di 400 milioni.

Leonardo piu' hi-tech e verde. Un cambio della guardia annunciato per la
nuova stagione di Leonardo, dopo 6 anni di gestione Profumo, che si chiude
con un utile 2022 di oltre 900 milioni e un dividendo di 0,14 euro un tsr
negativo del 21,09%. Dall'ex banchiere all'ex ministro, si potrebbe dire:
la scelta e' caduta su Cingolani, titolare della Transizione Ecologica nel
governo Draghi, che ha avuto la meglio su Lorenzo Mariani (ma per l'ad di
Mbda Italia potrebbe aprirsi un posto da direttore generale). Cingolani
era gia' di casa a piazza Monte Grappa come Chief Technology & Innovation
Officer: ora si ritrovera' top manager con un curriculum da scienziato.
Lecito, quindi aspettarsi una gestione hi-tech dell'ex Finmeccanica da
parte del nuovo ad che, forse non tutti sanno, ha al suo attivo un
centinaio di brevetti ed e' un esperto di nanotecnologie. Ma questo non
significa snaturare il maggior gruppo pubblico della Difesa e
dell'Aerospazio, semmai puntare ancora piu' decisamente su business come
la cybersecurity. Il mercato sembra aspettarsi un core business in
continuita', soprattutto in questa fase di forte crescita dei budget
militari e considerando che l'esposizione del gruppo al business della
Difesa e' dell'85%. A determinare un cambio di passo nella gestione
Profumo e' stata anche una campagna acquisti che si e' rivelata
strategica: la tedesca Hensoldt, partecipata alla pari (25,1%) con Stato
tedesco, e la controllata Leonardo Drs post-fusione con l'israeliana Rada,
quotata al Nasdaq e al Tase di Tel Aviv. Il mercato li considera due veri
jolly per l'elettronica per la difesa e la sicurezza: Hensoldt ha in
portafogli sensori, gestione dati e robotica, mentre Leonardo Drs Rada e'
un produttore di radar tattici e altre tecnologie elettroniche per la
difesa. Secondo Equita Sim, anche il nuovo vertice manterra' la barra
dritta su 'internazionalizzazione, efficienze e miglioramento del free
cash flow, completando il risanamento della divisione Aerostrutture,
innovazione e alleanze internazionali'. La gestione Profumo ha anche
impresso un'accelerazione in materia di sostenibilita', inserendo nel
piano obiettivi di decarbonizzazione e innovazione sostenibile. Un terreno
sul quale un ex ministro della Transizione Ecologica come Cingolani
dovrebbe sapersi muovere agevolmente.

Del Fante tra pacchi, pagamenti, energia. Per Matteo Del Fante in Poste
Italiane il lavoro sara' in continuita'. I due mandanti del top manager,
che ora si appresta a iniziare il terzo, si sono in gran parte sovrapposti
alla storia della societa' in Borsa. Quando e' arrivato alla guida nelle
primavera del 2017, Poste era quotata da meno di un anno e mezzo, avendo
debuttato a Palazzo Mezzanotte il 27 ottobre 2015. In sei anni il titolo
e' cresciuto del 45,16% e grazie alle cedole la gestione ha fruttato agli
azionisti un total return del 105,06%. Da quando il manager ha messo a
punto il primo piano industriale di Poste Italiane, il gruppo e' cresciuto
in tutti i settori dove era gia' presente ed e' entrato in nuovi comparti,
come nell'offerta di gas ed energia dove in pochi mesi e' arrivato a
fornire 150 mila clienti, e ha l'obiettivo di raddoppiarli entro l'anno.
Del Fante ha 'significativamente trasformato il business del gruppo'
ricordavano giovedi' 13 aprile gli analisti di Mediobanca sottolineando
come il risultato operativo del 2022, chiuso a quasi 2,3 miliardi, sia
piu' che raddoppiato dal 2017. Intanto nell'assemblea dell'8 maggio l'ad
si presentera' con una proposta di dividendo di 0,65 euro per azioni, il
10% in piu' rispetto allo scorso anno e con l'impegno gia' preso con il
mercato di accrescere ulteriormente il valore nel 2023, portandolo fino a
0,71 euro. Cifre che per quest'anno porteranno nelle casse dell'azionista
ministero dell'Economia una cedola 2022 da 248 milioni. Entro l'anno sara'
presentato il nuovo piano industriale, 'nel segno della continuita'' come
annunciato dallo stesso ceo, cosi' da consolidare i progetti messi in
cantiere. Gia' ora Poste Italiane e' con 29 milioni di carte distribuite
in Italia tra i primi emittenti nella penisola. la prima assicurazione
vita del Paese e raccoglie tramite buoni e libretti postali una delle
fette piu' grandi del risparmio degli italiani. L'ad ha poi deciso di
rilanciare quella che in teoria dovrebbe essere l'attivita' tradizionale
del gruppo, ossia la consegna di pacchi, con il quale compensare il calo
degli invii di lettere, messo a dura prova dalla digitalizzazione delle
comunicazioni. Per farlo alla svolta 4.0 della logistica tra centri di
smistamento e innovazioni si sono aggiunti i 54mila tabaccati di Lis,
rilevata da Igt Lottery per 700 milioni.
Un'acquisizione importante non soltanto per la possibilita' data di
ritirare e consegnare pacchi, ma anche per l'integrazione con PostPay
avendo quindi a disposizione una piattaforma per la gestione del 30% degli
acquisti via internet che si registrano nel Paese e 9,9 milioni di
portafogli digitali. Altra sfida sara' la modernizzazione del risparmio
postale tradizionale.

Terna alla transizione green. Stefano Donnarumma dovra' lasciare la
guida di Terna dopo appena un mandato. Le indiscrezioni avrebbero voluto
in procinto di trasferirsi nella plancia di comando di Enel, ma alla fine
restera' ne mondo di Via Goito, in Cdp Venture Capital. Nei tre anni nei
quali il manager ha guidato il gestore della rete elettrica nazionale
controllato da Cdp Reti, il titolo e' cresciuto del 41,6% e il total
return e' stato del 60,36%. Alla nuovo ceo Giuseppina Di Foggia spettera'
ora il compito di 'mantenere i target di crescita del Piano industriale
2022-25 e proseguire lo sviluppo della rete per accompagnare la
transizione energetica'. Terna ha previsto fino al 2032 oltre 21 miliardi
di euro di investimenti, il 17% rispetto al Piano precedente. Calcolando
l'intera vita delle oltre 30 opere inserite nel Piano di Sviluppo, al di
la' dell'orizzonte decennale, l'ammontare complessivo degli investimenti
superera' i 30 miliardi di euro.Gli obiettivi vanno nell'ottica della
decarbonizzazione. Non a caso sotto la gestione Donnarumma, che si
presenta in assemblea mettendo sul piatto un dividendo di 31,44 euro per
azione, e' stato lanciato il primo bond ibrido. In questo contesto la
societa' e' chiamata in causa nella rimodulazione del Pianonazionale di
ripresa, cosi' da essere integrato con il RepowerEu, il piano europeo per
recidere al dipendenza dal gas russo. Terna ha almeno tre progetti in
ballo a partire dal Tyrrhenian Link. Assieme all'Adriatic Link e
all'interconnessione tra Italia e Tunisia rientra tra i tasselli della
strategia per rendere la penisola un hub energetico mediterraneo, caro a
Giorgia Meloni. Quanto alle stime per il 2023 si ipotizzano ricavi ancora
in crescita per 3,11 un ebitda pari a 2,12 miliardi. Venerdi' 14 aprile,
intanto, all'indomani della presentazione della lista con il nome del
nuovo ad la societa' ha lanciato un bond da 750 milioni di euro,
raccogliendo domande per quattro volte l'offerta.
 

valgri

Valter : Born in 1965
interessante analisi di MF sulle partecipate e i loro problemi....

Partecipate: la sfida di Enel, Leonardo, Terna, Poste ed Eni (Mi.Fi.)

Testo:
ROMA (MF-DJ)--La partita delle nomine dei big di Stato ha riservato una
sola grande sorpresa: l'arrivo in Enel di Flavio Cattaneo, che andra' a
sostituire Francesco Starace e sara' affiancato da un presidente
ingombrante come Paolo Scaroni. Per le altre quattro quotate pubbliche,
invece, il governo ha trovato l'accordo su due riconferme e altrettanti
cambi al vertice, che hanno rispettato, questi si', le indiscrezioni della
vigilia: Claudio Descalzi e Matteo Del Fante resteranno per altri tre anni
ai vertici, rispettivamente, di Eni e Poste; Roberto Cingolani salira'
fino al settimo piano di Piazza Monte Grappa per diventare il prossimo ad
di Leonardo al posto di Alessandro Profumo; Giuseppina Di Foggia, unica
donna, prendera' la guida di Terna succedendo a Stefano Donnarumma, dato
per favorito nella corsa all'Enel e ora destinato a Cdp Venture Capital. A
giudicare dalla risposta del mercato nel giorno della pubblicazione delle
liste, giovedi' 13 aprile, le riconferme sono state apprezzate. Eni ha
chiuso con un rialzo dell'1,45%, e Poste ha messo a segno un + 1,1%. Alto
gradimento per l'investitura di Cingolani, col titolo Leonardo che ha
guadagnato il 3%. Pollice verso, invece, per gli altri due nomi nuovi.
L'indicazione di Di Foggia ha fatto scivolare Terna dell'1,6%. Ma il
titolo piu' colpito dalle vendite e' stato Enel: uno scivolone del 4% e'
stato il benvenuto riservato a Cattaneo. Dopo la prima reazione a caldo
occorrera' capire cosa i manager sapranno offrire.

Se e' ancora presto per le conclusioni, scrive MF-Milano Finanza, alcuni
spunti di riflessione arrivano da quanto gli amministratori delegati
uscenti hanno lasciato ai loro successori e da quanto fatto dai
confermati, che ora dovranno portare avanti il lavoro avviato. Enel alla
prova del debito. Il neo ad Cattaneo si insediera' il 10 maggio, ma gia'
stanno arrivando le prime grane. L'Antitrust ha avviato il 14 aprile
un'istruttoria sulle societa' del gruppo attive nel settore della
mobilita' elettrica (Enel X e due sussidiarie) per accertare un'eventuale
posizione dominante nei mercati delle colonnine di ricarica. Ma la piu'
clamorosa e' la decisione di un gruppo di fondi ribelli di presentare una
lista alternativa per il cda: mettono insieme appena lo 0,5% del capitale
(la soglia minima per proporre dei nomi), rispetto all'1,8% di
Assogestioni, ma sono mossi dalla sfiducia verso il nuovo vertice,
considerandolo non in grado di proseguire il lavoro di Starace.
Quest'ultimo, va detto, ha smentito categoricamente la sua presenza nella
lista e si congeda con un utile di 5,4 miliardi, un dividendo di 0,4 euro
e un total return complessivo di 125,73%. In ogni caso Cattaneo prende in
mano un testimone scomodo perche' il mandato che ha e' chiaro: dovra'
abbattere il maxi-debito di Enel, che a fine dicembre 2022 ammontava a 60
miliardi di euro. Starace aveva iniziato a picconarlo con un piano di
dismissioni apprezzato dal mercato, per oltre 20 miliardi di euro,
restringendo i Paesi core a 6: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile
e Colombia. Tra i timori del mercato c'e' quello che Cattaneo possa
passare dal piccone al bulldozer, restringendo il perimetro di Enel. La
questione puo' essere fatta risalire al 2007, l'anno nel quale l'allora ad
Fulvio Conti mette a segno l'acquisizione del 67% di Endesa, il big fish
del piano di espansione internazionale, che catapulta l'indebitamento da
11,7 a 56 miliardi di euro. Da allora e' stato un saliscendi, fino alle
punte toccate nel terzo trimestre 2022, quando ha sfiorato i70 miliardi
prima di essere ricondotto ai 60 miliardi circa di fine anno. Nel
frattempo sono arrivati i proventi delle prime cessioni importanti e altri
ne arriveranno (ben 3 miliardi sono attesi dagli asset in Peru'). Con
l'approssimarsi della scadenza del mandato, Starace ha fatto persino un
passo verso il nucleare di nuova generazione, forse un tentativo di
riallinearsi ai desiderata di Meloni & C. Enel, infatti, ha stretto un
accordo con Newcleo, societa' privata fondata a Londra nel 2021 per
sviluppare soluzioni sostenibili nel settore dell'energia nucleare,
assicurandosi un'opzione per diventare il primo investitore dell'impianto
che la societa' costruira' all'estero, un Mini Lfr (Lead Fast Reactor) da
30 megawatt, il primo nel suo genere, da realizzare in Francia entro il
2030, al quale nel 2032 seguira' un'unita' commerciale da 200 Megawatt nel
Regno Unito. Ma soprattutto c'e' da considerare il lascito "verde" della
gestione Starace: lacorazzata Enel Green Power, con i suoi 59 GW di
capacita', un assortimento di obbligazioni verdi e innovative come il
taxonomy bond da 1,5 miliardi di euro, primo e unico al mondo, la promessa
al mercato di azzerare le emissioni inquinanti in anticipo sui tempi, etc.
Insomma, a Cattaneo e' richiesto il piccone, o il bulldozer, ma anche il
pollice verde, alla luce del numero crescente di investitori Esg presenti
nel capitale di Enel.

Descalzi ha vinto col piano Mattei. La missione del riconfermatissimo
Descalzi si rafforza ma non cambia, ed e' quella che gli ha consentito di
restare alla guida del gruppo, infrangendo il limite, e il record, dei 3
mandati consecutivi, ripartendo da un total return del 26,8%. A lui, che
intanto ha chiuso il 2022 con un utile di 13,3 miliardi di euro e un
dividendo di 0,88 euro, Meloni ha riconosciuto tutto il lavoro fatto per
assicurare all'Italia gli approvvigionamenti necessari a compensare il
calo dei flussidi gas russo nel primo anno della guerra in Ucraina e,
guardando al futuro, anche quelli dei prossimi anni, quando da Mosca non
verra' importato piu' nemmeno un metro cubo. Le quotazioni del top manager
sono cresciute per come ha gestito l'emergenza, di pari passo con tutti
gli accordi sottoscritti dall'Algeria al Qatar. L'attivita' e' iniziata
sotto il governo Draghi ed e' proseguita con Meloni, fino all'accordo
record da 8 miliardi di dollari in Libia. Descalzi, 68 anni 42 dei quali
passati in Eni, portera' avanti il nuovo piano Mattei, come lo ha
ribattezzato la presidente del Consiglio. Meloni ne ha parlato anche il 14
aprile ad Addis Abeba, indicando il prossimo Summit intergovernativo
Italia-Africa dell'autunno 2023 come la ribalta giusta per presentarlo
definitivamente. 'Durante l'anno abbiamo concluso una serie di accordi e
di attivita' per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il
2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i Paesi produttori
e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di
incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e
Qatar', ha riepilogato Descalzi per gli azionisti, 'L'ultima operazione
con la societa' di Stato libica Noc per lo sviluppo del progetto Strutture
A&E, e i recenti successi esplorativi nelle acque di Cipro, Egitto e
Norvegia andranno a rafforzare la diversificazione geografica della nostra
catena integrata di forniture'. L'altro atout di Eni e' la spinta sul
nucleare, proiettata davvero in avanti grazie all'alleanza col Mit di
Boston nella jv Csf (Commonwealth Fusion System), per lo sviluppo della
fusione a confinamento magnetico, fonte di energia potenzialmente
illimitata e sicura. Il prototipo sara' pronto nel 2025. E sul finale di
terzo mandato e' arrivato anche l'annuncio di un accordo importante in un
altro settore. Eni salira' al 100% di Novamont per creare un grande polo
della chimica delle rinnovabili con la controllata Versalis, che gia'
possiede una quota del 36%. Nell'orizzonte del nuovo mandato c'e' anche la
quotazione di Plenitude, la societa' benefit che integra rinnovabili,
vendita di energia al retail e mobilita' elettrica. Nel 2022, primo anno
di attivita', la newco ha realizzato ricavi per oltre 13 miliardi di euro
e un utile di 400 milioni.

Leonardo piu' hi-tech e verde. Un cambio della guardia annunciato per la
nuova stagione di Leonardo, dopo 6 anni di gestione Profumo, che si chiude
con un utile 2022 di oltre 900 milioni e un dividendo di 0,14 euro un tsr
negativo del 21,09%. Dall'ex banchiere all'ex ministro, si potrebbe dire:
la scelta e' caduta su Cingolani, titolare della Transizione Ecologica nel
governo Draghi, che ha avuto la meglio su Lorenzo Mariani (ma per l'ad di
Mbda Italia potrebbe aprirsi un posto da direttore generale). Cingolani
era gia' di casa a piazza Monte Grappa come Chief Technology & Innovation
Officer: ora si ritrovera' top manager con un curriculum da scienziato.
Lecito, quindi aspettarsi una gestione hi-tech dell'ex Finmeccanica da
parte del nuovo ad che, forse non tutti sanno, ha al suo attivo un
centinaio di brevetti ed e' un esperto di nanotecnologie. Ma questo non
significa snaturare il maggior gruppo pubblico della Difesa e
dell'Aerospazio, semmai puntare ancora piu' decisamente su business come
la cybersecurity. Il mercato sembra aspettarsi un core business in
continuita', soprattutto in questa fase di forte crescita dei budget
militari e considerando che l'esposizione del gruppo al business della
Difesa e' dell'85%. A determinare un cambio di passo nella gestione
Profumo e' stata anche una campagna acquisti che si e' rivelata
strategica: la tedesca Hensoldt, partecipata alla pari (25,1%) con Stato
tedesco, e la controllata Leonardo Drs post-fusione con l'israeliana Rada,
quotata al Nasdaq e al Tase di Tel Aviv. Il mercato li considera due veri
jolly per l'elettronica per la difesa e la sicurezza: Hensoldt ha in
portafogli sensori, gestione dati e robotica, mentre Leonardo Drs Rada e'
un produttore di radar tattici e altre tecnologie elettroniche per la
difesa. Secondo Equita Sim, anche il nuovo vertice manterra' la barra
dritta su 'internazionalizzazione, efficienze e miglioramento del free
cash flow, completando il risanamento della divisione Aerostrutture,
innovazione e alleanze internazionali'. La gestione Profumo ha anche
impresso un'accelerazione in materia di sostenibilita', inserendo nel
piano obiettivi di decarbonizzazione e innovazione sostenibile. Un terreno
sul quale un ex ministro della Transizione Ecologica come Cingolani
dovrebbe sapersi muovere agevolmente.

Del Fante tra pacchi, pagamenti, energia. Per Matteo Del Fante in Poste
Italiane il lavoro sara' in continuita'. I due mandanti del top manager,
che ora si appresta a iniziare il terzo, si sono in gran parte sovrapposti
alla storia della societa' in Borsa. Quando e' arrivato alla guida nelle
primavera del 2017, Poste era quotata da meno di un anno e mezzo, avendo
debuttato a Palazzo Mezzanotte il 27 ottobre 2015. In sei anni il titolo
e' cresciuto del 45,16% e grazie alle cedole la gestione ha fruttato agli
azionisti un total return del 105,06%. Da quando il manager ha messo a
punto il primo piano industriale di Poste Italiane, il gruppo e' cresciuto
in tutti i settori dove era gia' presente ed e' entrato in nuovi comparti,
come nell'offerta di gas ed energia dove in pochi mesi e' arrivato a
fornire 150 mila clienti, e ha l'obiettivo di raddoppiarli entro l'anno.
Del Fante ha 'significativamente trasformato il business del gruppo'
ricordavano giovedi' 13 aprile gli analisti di Mediobanca sottolineando
come il risultato operativo del 2022, chiuso a quasi 2,3 miliardi, sia
piu' che raddoppiato dal 2017. Intanto nell'assemblea dell'8 maggio l'ad
si presentera' con una proposta di dividendo di 0,65 euro per azioni, il
10% in piu' rispetto allo scorso anno e con l'impegno gia' preso con il
mercato di accrescere ulteriormente il valore nel 2023, portandolo fino a
0,71 euro. Cifre che per quest'anno porteranno nelle casse dell'azionista
ministero dell'Economia una cedola 2022 da 248 milioni. Entro l'anno sara'
presentato il nuovo piano industriale, 'nel segno della continuita'' come
annunciato dallo stesso ceo, cosi' da consolidare i progetti messi in
cantiere. Gia' ora Poste Italiane e' con 29 milioni di carte distribuite
in Italia tra i primi emittenti nella penisola. la prima assicurazione
vita del Paese e raccoglie tramite buoni e libretti postali una delle
fette piu' grandi del risparmio degli italiani. L'ad ha poi deciso di
rilanciare quella che in teoria dovrebbe essere l'attivita' tradizionale
del gruppo, ossia la consegna di pacchi, con il quale compensare il calo
degli invii di lettere, messo a dura prova dalla digitalizzazione delle
comunicazioni. Per farlo alla svolta 4.0 della logistica tra centri di
smistamento e innovazioni si sono aggiunti i 54mila tabaccati di Lis,
rilevata da Igt Lottery per 700 milioni.
Un'acquisizione importante non soltanto per la possibilita' data di
ritirare e consegnare pacchi, ma anche per l'integrazione con PostPay
avendo quindi a disposizione una piattaforma per la gestione del 30% degli
acquisti via internet che si registrano nel Paese e 9,9 milioni di
portafogli digitali. Altra sfida sara' la modernizzazione del risparmio
postale tradizionale.

Terna alla transizione green. Stefano Donnarumma dovra' lasciare la
guida di Terna dopo appena un mandato. Le indiscrezioni avrebbero voluto
in procinto di trasferirsi nella plancia di comando di Enel, ma alla fine
restera' ne mondo di Via Goito, in Cdp Venture Capital. Nei tre anni nei
quali il manager ha guidato il gestore della rete elettrica nazionale
controllato da Cdp Reti, il titolo e' cresciuto del 41,6% e il total
return e' stato del 60,36%. Alla nuovo ceo Giuseppina Di Foggia spettera'
ora il compito di 'mantenere i target di crescita del Piano industriale
2022-25 e proseguire lo sviluppo della rete per accompagnare la
transizione energetica'. Terna ha previsto fino al 2032 oltre 21 miliardi
di euro di investimenti, il 17% rispetto al Piano precedente. Calcolando
l'intera vita delle oltre 30 opere inserite nel Piano di Sviluppo, al di
la' dell'orizzonte decennale, l'ammontare complessivo degli investimenti
superera' i 30 miliardi di euro.Gli obiettivi vanno nell'ottica della
decarbonizzazione. Non a caso sotto la gestione Donnarumma, che si
presenta in assemblea mettendo sul piatto un dividendo di 31,44 euro per
azione, e' stato lanciato il primo bond ibrido. In questo contesto la
societa' e' chiamata in causa nella rimodulazione del Pianonazionale di
ripresa, cosi' da essere integrato con il RepowerEu, il piano europeo per
recidere al dipendenza dal gas russo. Terna ha almeno tre progetti in
ballo a partire dal Tyrrhenian Link. Assieme all'Adriatic Link e
all'interconnessione tra Italia e Tunisia rientra tra i tasselli della
strategia per rendere la penisola un hub energetico mediterraneo, caro a
Giorgia Meloni. Quanto alle stime per il 2023 si ipotizzano ricavi ancora
in crescita per 3,11 un ebitda pari a 2,12 miliardi. Venerdi' 14 aprile,
intanto, all'indomani della presentazione della lista con il nome del
nuovo ad la societa' ha lanciato un bond da 750 milioni di euro,
raccogliendo domande per quattro volte l'offerta.
Articolo interessante , peccato sia un po' troppo breve ...
 

giancarlo22

Forumer storico
interessante analisi di MF sulle partecipate e i loro problemi....

Partecipate: la sfida di Enel, Leonardo, Terna, Poste ed Eni (Mi.Fi.)

Testo:
ROMA (MF-DJ)--La partita delle nomine dei big di Stato ha riservato una
sola grande sorpresa: l'arrivo in Enel di Flavio Cattaneo, che andra' a
sostituire Francesco Starace e sara' affiancato da un presidente
ingombrante come Paolo Scaroni. Per le altre quattro quotate pubbliche,
invece, il governo ha trovato l'accordo su due riconferme e altrettanti
cambi al vertice, che hanno rispettato, questi si', le indiscrezioni della
vigilia: Claudio Descalzi e Matteo Del Fante resteranno per altri tre anni
ai vertici, rispettivamente, di Eni e Poste; Roberto Cingolani salira'
fino al settimo piano di Piazza Monte Grappa per diventare il prossimo ad
di Leonardo al posto di Alessandro Profumo; Giuseppina Di Foggia, unica
donna, prendera' la guida di Terna succedendo a Stefano Donnarumma, dato
per favorito nella corsa all'Enel e ora destinato a Cdp Venture Capital. A
giudicare dalla risposta del mercato nel giorno della pubblicazione delle
liste, giovedi' 13 aprile, le riconferme sono state apprezzate. Eni ha
chiuso con un rialzo dell'1,45%, e Poste ha messo a segno un + 1,1%. Alto
gradimento per l'investitura di Cingolani, col titolo Leonardo che ha
guadagnato il 3%. Pollice verso, invece, per gli altri due nomi nuovi.
L'indicazione di Di Foggia ha fatto scivolare Terna dell'1,6%. Ma il
titolo piu' colpito dalle vendite e' stato Enel: uno scivolone del 4% e'
stato il benvenuto riservato a Cattaneo. Dopo la prima reazione a caldo
occorrera' capire cosa i manager sapranno offrire.

Se e' ancora presto per le conclusioni, scrive MF-Milano Finanza, alcuni
spunti di riflessione arrivano da quanto gli amministratori delegati
uscenti hanno lasciato ai loro successori e da quanto fatto dai
confermati, che ora dovranno portare avanti il lavoro avviato. Enel alla
prova del debito. Il neo ad Cattaneo si insediera' il 10 maggio, ma gia'
stanno arrivando le prime grane. L'Antitrust ha avviato il 14 aprile
un'istruttoria sulle societa' del gruppo attive nel settore della
mobilita' elettrica (Enel X e due sussidiarie) per accertare un'eventuale
posizione dominante nei mercati delle colonnine di ricarica. Ma la piu'
clamorosa e' la decisione di un gruppo di fondi ribelli di presentare una
lista alternativa per il cda: mettono insieme appena lo 0,5% del capitale
(la soglia minima per proporre dei nomi), rispetto all'1,8% di
Assogestioni, ma sono mossi dalla sfiducia verso il nuovo vertice,
considerandolo non in grado di proseguire il lavoro di Starace.
Quest'ultimo, va detto, ha smentito categoricamente la sua presenza nella
lista e si congeda con un utile di 5,4 miliardi, un dividendo di 0,4 euro
e un total return complessivo di 125,73%. In ogni caso Cattaneo prende in
mano un testimone scomodo perche' il mandato che ha e' chiaro: dovra'
abbattere il maxi-debito di Enel, che a fine dicembre 2022 ammontava a 60
miliardi di euro. Starace aveva iniziato a picconarlo con un piano di
dismissioni apprezzato dal mercato, per oltre 20 miliardi di euro,
restringendo i Paesi core a 6: Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile
e Colombia. Tra i timori del mercato c'e' quello che Cattaneo possa
passare dal piccone al bulldozer, restringendo il perimetro di Enel. La
questione puo' essere fatta risalire al 2007, l'anno nel quale l'allora ad
Fulvio Conti mette a segno l'acquisizione del 67% di Endesa, il big fish
del piano di espansione internazionale, che catapulta l'indebitamento da
11,7 a 56 miliardi di euro. Da allora e' stato un saliscendi, fino alle
punte toccate nel terzo trimestre 2022, quando ha sfiorato i70 miliardi
prima di essere ricondotto ai 60 miliardi circa di fine anno. Nel
frattempo sono arrivati i proventi delle prime cessioni importanti e altri
ne arriveranno (ben 3 miliardi sono attesi dagli asset in Peru'). Con
l'approssimarsi della scadenza del mandato, Starace ha fatto persino un
passo verso il nucleare di nuova generazione, forse un tentativo di
riallinearsi ai desiderata di Meloni & C. Enel, infatti, ha stretto un
accordo con Newcleo, societa' privata fondata a Londra nel 2021 per
sviluppare soluzioni sostenibili nel settore dell'energia nucleare,
assicurandosi un'opzione per diventare il primo investitore dell'impianto
che la societa' costruira' all'estero, un Mini Lfr (Lead Fast Reactor) da
30 megawatt, il primo nel suo genere, da realizzare in Francia entro il
2030, al quale nel 2032 seguira' un'unita' commerciale da 200 Megawatt nel
Regno Unito. Ma soprattutto c'e' da considerare il lascito "verde" della
gestione Starace: lacorazzata Enel Green Power, con i suoi 59 GW di
capacita', un assortimento di obbligazioni verdi e innovative come il
taxonomy bond da 1,5 miliardi di euro, primo e unico al mondo, la promessa
al mercato di azzerare le emissioni inquinanti in anticipo sui tempi, etc.
Insomma, a Cattaneo e' richiesto il piccone, o il bulldozer, ma anche il
pollice verde, alla luce del numero crescente di investitori Esg presenti
nel capitale di Enel.

Descalzi ha vinto col piano Mattei. La missione del riconfermatissimo
Descalzi si rafforza ma non cambia, ed e' quella che gli ha consentito di
restare alla guida del gruppo, infrangendo il limite, e il record, dei 3
mandati consecutivi, ripartendo da un total return del 26,8%. A lui, che
intanto ha chiuso il 2022 con un utile di 13,3 miliardi di euro e un
dividendo di 0,88 euro, Meloni ha riconosciuto tutto il lavoro fatto per
assicurare all'Italia gli approvvigionamenti necessari a compensare il
calo dei flussidi gas russo nel primo anno della guerra in Ucraina e,
guardando al futuro, anche quelli dei prossimi anni, quando da Mosca non
verra' importato piu' nemmeno un metro cubo. Le quotazioni del top manager
sono cresciute per come ha gestito l'emergenza, di pari passo con tutti
gli accordi sottoscritti dall'Algeria al Qatar. L'attivita' e' iniziata
sotto il governo Draghi ed e' proseguita con Meloni, fino all'accordo
record da 8 miliardi di dollari in Libia. Descalzi, 68 anni 42 dei quali
passati in Eni, portera' avanti il nuovo piano Mattei, come lo ha
ribattezzato la presidente del Consiglio. Meloni ne ha parlato anche il 14
aprile ad Addis Abeba, indicando il prossimo Summit intergovernativo
Italia-Africa dell'autunno 2023 come la ribalta giusta per presentarlo
definitivamente. 'Durante l'anno abbiamo concluso una serie di accordi e
di attivita' per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il
2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i Paesi produttori
e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di
incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e
Qatar', ha riepilogato Descalzi per gli azionisti, 'L'ultima operazione
con la societa' di Stato libica Noc per lo sviluppo del progetto Strutture
A&E, e i recenti successi esplorativi nelle acque di Cipro, Egitto e
Norvegia andranno a rafforzare la diversificazione geografica della nostra
catena integrata di forniture'. L'altro atout di Eni e' la spinta sul
nucleare, proiettata davvero in avanti grazie all'alleanza col Mit di
Boston nella jv Csf (Commonwealth Fusion System), per lo sviluppo della
fusione a confinamento magnetico, fonte di energia potenzialmente
illimitata e sicura. Il prototipo sara' pronto nel 2025. E sul finale di
terzo mandato e' arrivato anche l'annuncio di un accordo importante in un
altro settore. Eni salira' al 100% di Novamont per creare un grande polo
della chimica delle rinnovabili con la controllata Versalis, che gia'
possiede una quota del 36%. Nell'orizzonte del nuovo mandato c'e' anche la
quotazione di Plenitude, la societa' benefit che integra rinnovabili,
vendita di energia al retail e mobilita' elettrica. Nel 2022, primo anno
di attivita', la newco ha realizzato ricavi per oltre 13 miliardi di euro
e un utile di 400 milioni.

Leonardo piu' hi-tech e verde. Un cambio della guardia annunciato per la
nuova stagione di Leonardo, dopo 6 anni di gestione Profumo, che si chiude
con un utile 2022 di oltre 900 milioni e un dividendo di 0,14 euro un tsr
negativo del 21,09%. Dall'ex banchiere all'ex ministro, si potrebbe dire:
la scelta e' caduta su Cingolani, titolare della Transizione Ecologica nel
governo Draghi, che ha avuto la meglio su Lorenzo Mariani (ma per l'ad di
Mbda Italia potrebbe aprirsi un posto da direttore generale). Cingolani
era gia' di casa a piazza Monte Grappa come Chief Technology & Innovation
Officer: ora si ritrovera' top manager con un curriculum da scienziato.
Lecito, quindi aspettarsi una gestione hi-tech dell'ex Finmeccanica da
parte del nuovo ad che, forse non tutti sanno, ha al suo attivo un
centinaio di brevetti ed e' un esperto di nanotecnologie. Ma questo non
significa snaturare il maggior gruppo pubblico della Difesa e
dell'Aerospazio, semmai puntare ancora piu' decisamente su business come
la cybersecurity. Il mercato sembra aspettarsi un core business in
continuita', soprattutto in questa fase di forte crescita dei budget
militari e considerando che l'esposizione del gruppo al business della
Difesa e' dell'85%. A determinare un cambio di passo nella gestione
Profumo e' stata anche una campagna acquisti che si e' rivelata
strategica: la tedesca Hensoldt, partecipata alla pari (25,1%) con Stato
tedesco, e la controllata Leonardo Drs post-fusione con l'israeliana Rada,
quotata al Nasdaq e al Tase di Tel Aviv. Il mercato li considera due veri
jolly per l'elettronica per la difesa e la sicurezza: Hensoldt ha in
portafogli sensori, gestione dati e robotica, mentre Leonardo Drs Rada e'
un produttore di radar tattici e altre tecnologie elettroniche per la
difesa. Secondo Equita Sim, anche il nuovo vertice manterra' la barra
dritta su 'internazionalizzazione, efficienze e miglioramento del free
cash flow, completando il risanamento della divisione Aerostrutture,
innovazione e alleanze internazionali'. La gestione Profumo ha anche
impresso un'accelerazione in materia di sostenibilita', inserendo nel
piano obiettivi di decarbonizzazione e innovazione sostenibile. Un terreno
sul quale un ex ministro della Transizione Ecologica come Cingolani
dovrebbe sapersi muovere agevolmente.

Del Fante tra pacchi, pagamenti, energia. Per Matteo Del Fante in Poste
Italiane il lavoro sara' in continuita'. I due mandanti del top manager,
che ora si appresta a iniziare il terzo, si sono in gran parte sovrapposti
alla storia della societa' in Borsa. Quando e' arrivato alla guida nelle
primavera del 2017, Poste era quotata da meno di un anno e mezzo, avendo
debuttato a Palazzo Mezzanotte il 27 ottobre 2015. In sei anni il titolo
e' cresciuto del 45,16% e grazie alle cedole la gestione ha fruttato agli
azionisti un total return del 105,06%. Da quando il manager ha messo a
punto il primo piano industriale di Poste Italiane, il gruppo e' cresciuto
in tutti i settori dove era gia' presente ed e' entrato in nuovi comparti,
come nell'offerta di gas ed energia dove in pochi mesi e' arrivato a
fornire 150 mila clienti, e ha l'obiettivo di raddoppiarli entro l'anno.
Del Fante ha 'significativamente trasformato il business del gruppo'
ricordavano giovedi' 13 aprile gli analisti di Mediobanca sottolineando
come il risultato operativo del 2022, chiuso a quasi 2,3 miliardi, sia
piu' che raddoppiato dal 2017. Intanto nell'assemblea dell'8 maggio l'ad
si presentera' con una proposta di dividendo di 0,65 euro per azioni, il
10% in piu' rispetto allo scorso anno e con l'impegno gia' preso con il
mercato di accrescere ulteriormente il valore nel 2023, portandolo fino a
0,71 euro. Cifre che per quest'anno porteranno nelle casse dell'azionista
ministero dell'Economia una cedola 2022 da 248 milioni. Entro l'anno sara'
presentato il nuovo piano industriale, 'nel segno della continuita'' come
annunciato dallo stesso ceo, cosi' da consolidare i progetti messi in
cantiere. Gia' ora Poste Italiane e' con 29 milioni di carte distribuite
in Italia tra i primi emittenti nella penisola. la prima assicurazione
vita del Paese e raccoglie tramite buoni e libretti postali una delle
fette piu' grandi del risparmio degli italiani. L'ad ha poi deciso di
rilanciare quella che in teoria dovrebbe essere l'attivita' tradizionale
del gruppo, ossia la consegna di pacchi, con il quale compensare il calo
degli invii di lettere, messo a dura prova dalla digitalizzazione delle
comunicazioni. Per farlo alla svolta 4.0 della logistica tra centri di
smistamento e innovazioni si sono aggiunti i 54mila tabaccati di Lis,
rilevata da Igt Lottery per 700 milioni.
Un'acquisizione importante non soltanto per la possibilita' data di
ritirare e consegnare pacchi, ma anche per l'integrazione con PostPay
avendo quindi a disposizione una piattaforma per la gestione del 30% degli
acquisti via internet che si registrano nel Paese e 9,9 milioni di
portafogli digitali. Altra sfida sara' la modernizzazione del risparmio
postale tradizionale.

Terna alla transizione green. Stefano Donnarumma dovra' lasciare la
guida di Terna dopo appena un mandato. Le indiscrezioni avrebbero voluto
in procinto di trasferirsi nella plancia di comando di Enel, ma alla fine
restera' ne mondo di Via Goito, in Cdp Venture Capital. Nei tre anni nei
quali il manager ha guidato il gestore della rete elettrica nazionale
controllato da Cdp Reti, il titolo e' cresciuto del 41,6% e il total
return e' stato del 60,36%. Alla nuovo ceo Giuseppina Di Foggia spettera'
ora il compito di 'mantenere i target di crescita del Piano industriale
2022-25 e proseguire lo sviluppo della rete per accompagnare la
transizione energetica'. Terna ha previsto fino al 2032 oltre 21 miliardi
di euro di investimenti, il 17% rispetto al Piano precedente. Calcolando
l'intera vita delle oltre 30 opere inserite nel Piano di Sviluppo, al di
la' dell'orizzonte decennale, l'ammontare complessivo degli investimenti
superera' i 30 miliardi di euro.Gli obiettivi vanno nell'ottica della
decarbonizzazione. Non a caso sotto la gestione Donnarumma, che si
presenta in assemblea mettendo sul piatto un dividendo di 31,44 euro per
azione, e' stato lanciato il primo bond ibrido. In questo contesto la
societa' e' chiamata in causa nella rimodulazione del Pianonazionale di
ripresa, cosi' da essere integrato con il RepowerEu, il piano europeo per
recidere al dipendenza dal gas russo. Terna ha almeno tre progetti in
ballo a partire dal Tyrrhenian Link. Assieme all'Adriatic Link e
all'interconnessione tra Italia e Tunisia rientra tra i tasselli della
strategia per rendere la penisola un hub energetico mediterraneo, caro a
Giorgia Meloni. Quanto alle stime per il 2023 si ipotizzano ricavi ancora
in crescita per 3,11 un ebitda pari a 2,12 miliardi. Venerdi' 14 aprile,
intanto, all'indomani della presentazione della lista con il nome del
nuovo ad la societa' ha lanciato un bond da 750 milioni di euro,
raccogliendo domande per quattro volte l'offerta.

Alla fine i tecnici sono riusciti a ripristinare il Forum. Consiglio al Mgmt di Investire Oggi di fare una attenta analisi dei problemi occorsi e del servizio esterno di manutenzione, che non ha certamente brillato visti i tempi del ripristino. E' il caso di apportare dei correttivi ???
Riguardo al valzer dei Managers delle società pubbliche il mercato ha posto delle serie riserve sulla nomina di Cattaneo, più noto per la sua relazione con la Ferilli che per le capacità manageriali, più volte discusse e criticate sia all'interno delle aziende in cui ha lavorato sia sugli organi di stampa.
Il valzer delle poltrone con i soliti nomi che girano (l'eccezione è Cingolani, tecnico di provata competenza). E' tutta gente navigata, appoggiata dai partiti, che salta da un settore all'altro, uscendo dalle precedenti cariche con liquidazioni milionarie. In particolare ricordo il disastro di Profumo quando era in Unciredit e la manfrina che fece al momento di uscire, incassando una barcata di milioni, per aver fatto che cosa ??????????
 
Ultima modifica:
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto