(MF-NW)--Da Bayer ad Adidas, da Volkswagen a Basf: nei conti della grande industria quotata si riflettono le difficolta' del Paese. I ricavi tengono grazie all'aumento dei prezzi, ma la redditivita' e' in caduta. Deutschland ber alles? Non piu', almeno oggi. La Germania non corre piu'. Anzi, la sua economia e' in frenata e ormai in recessione tecnica, dato che negli ultimi due trimestri il prodotto interno lordo e' sceso in territorio negativo. Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che mel primo quarto del 2023 la caduta del pil e' stata dello 0,3% dopo il -0,5% dell'ultimo trimestre del 2022. Ed e' proprio la frenata tedesca ad aver contribuito, con il suo forte peso relativo, a mandare l'intera Eurozona in recessione tecnica. Non numeri da profondo rosso, certo, ma tali da comunque preoccupare gli osservatori. A soffrire non e' soltanto la spesa per consumi, che secondo Fitch nell'intero 2023 segnera' un -1,6% contro l'incremento del 4,9% occorso nel 2022, l'anno post-pandemico per eccellenza.Anche la produzione industriale e' in flessione, con i nuovi ordini in forte decelerazione. La morsa che stringe l'industria tedesca, piu' di altre, e' stato l''incremento forte dei costi energetici e delle materie prime, solo in parte scaricato sui prezzi di vendita. E poi la stretta monetaria, che non solo deprime le attivita' economiche ma comincia a creare problemi anche sul fronte dell'indebitamento. la grande industria tedesca, fatta storicamente di chimica, auto e siderurgia, a soffrire di piu' gli impatti del nuovo corso dell'economia. E i dati di bilancio dei big dell'industria mostrano con chiarezza i segni lasciati dall'iperinflazione da costi e dalla caduta dei consumi.