valgri
Valter : Born in 1965
Educational
Quali sono le reazioni tipiche di quando si prova una forte paura in borsa?
In una situazione competitiva come il trading c’è sempre una dose di ansia, non potendo né prevedere né controllare l’incertezza intrinseca dei mercati, e questa non va demonizzata, perché è naturale, ci aiuta a essere vigili e ci avvisa che dobbiamo alzare le antenne
Quando provi ansia è il momento ideale per lavorare su di te, l’obiettivo è imparare a conoscere in anticipo dove sono i tuoi confini, per non superarli.
Quando si arriva ai livelli di panico e/o terrore, non si è più lucidi e lì puoi solo sperare di sopravvivere e di fare meno danni possibili.
Pensa a una persona che sta annegando: il bagnino per salvarlo non può dirgli ”di stare calmo”, o pretendere che uno che sta vedendo la morte in faccia sia collaborativo e risponda in maniera adeguata all’emergenza; per salvarlo deve stordirlo, solo così può portare lui e sé stesso a riva in sicurezza, adoperare lì le manovre necessarie, e solo in seguito ci sarà modo di passare a tutte le spiegazioni razionali del caso.
Se sopravvivi, dopo o vivi nella condizione e nella speranza che non ricapiti (qui nasce l’evitamento come strategia difensiva, mai prima), oppure prendi la lezione per quello che è, cioè un’esperienza molto preziosa, e di solito anche molto costosa, e lavori con tutte le risorse necessarie per imparare a fermarti prima di varcare quella soglia.
Ci sono molte tecniche per imparare a gestire l’ansia prima che si trasformi in paura, ed ovviamente vanno apprese ed allenate quando non si è in stato di emergenza.
Il problema è che quando siamo in fase di emergenza non siamo concretamente in grado di usare la testa e, quando usciamo dalla fase di emergenza e in qualche modo “ci abbiamo messo una pezza”, non sentiamo più l’urgenza e non ci interessa più così tanto.
Fino alla volta dopo, e il ciclo riparte.
Quali sono le reazioni tipiche di quando si prova una forte paura in borsa?
- FLIGHT: usciamo il più in fretta possibile a qualunque prezzo, pur di essere fuori;
- FREEZE: ci paralizziamo davanti al monitor, a volte anche con la mano informicolata da non riuscire neanche a fare clic;
- FIGHT: quando la situazione diventa insostenibile, un mix di paura, rabbia, e disperazione può portare a rientrare impulsivamente in posizione subito dopo una perdita per cercare di recuperare il più in fretta possibile - ma di solito, quando siamo in queste condizioni, prendiamo tutte le candele al contrario.
In una situazione competitiva come il trading c’è sempre una dose di ansia, non potendo né prevedere né controllare l’incertezza intrinseca dei mercati, e questa non va demonizzata, perché è naturale, ci aiuta a essere vigili e ci avvisa che dobbiamo alzare le antenne
Quando provi ansia è il momento ideale per lavorare su di te, l’obiettivo è imparare a conoscere in anticipo dove sono i tuoi confini, per non superarli.
Quando si arriva ai livelli di panico e/o terrore, non si è più lucidi e lì puoi solo sperare di sopravvivere e di fare meno danni possibili.
Pensa a una persona che sta annegando: il bagnino per salvarlo non può dirgli ”di stare calmo”, o pretendere che uno che sta vedendo la morte in faccia sia collaborativo e risponda in maniera adeguata all’emergenza; per salvarlo deve stordirlo, solo così può portare lui e sé stesso a riva in sicurezza, adoperare lì le manovre necessarie, e solo in seguito ci sarà modo di passare a tutte le spiegazioni razionali del caso.
Se sopravvivi, dopo o vivi nella condizione e nella speranza che non ricapiti (qui nasce l’evitamento come strategia difensiva, mai prima), oppure prendi la lezione per quello che è, cioè un’esperienza molto preziosa, e di solito anche molto costosa, e lavori con tutte le risorse necessarie per imparare a fermarti prima di varcare quella soglia.
Ci sono molte tecniche per imparare a gestire l’ansia prima che si trasformi in paura, ed ovviamente vanno apprese ed allenate quando non si è in stato di emergenza.
Il problema è che quando siamo in fase di emergenza non siamo concretamente in grado di usare la testa e, quando usciamo dalla fase di emergenza e in qualche modo “ci abbiamo messo una pezza”, non sentiamo più l’urgenza e non ci interessa più così tanto.
Fino alla volta dopo, e il ciclo riparte.