WTO e Fitch lanciano l’allarme: dazi, incertezza e inflazione minacciano il commercio globale

Il commercio mondiale rallenta, e con esso la crescita economica globale. È questo il messaggio centrale del nuovo report pubblicato dal WTO il 16 aprile, che rivede al ribasso le previsioni sul PIL e sugli scambi per il 2025.

Commercio in calo: -0,2% nel 2025 Il volume degli scambi di beni è atteso in contrazione dello 0,2% quest’anno, ben al di sotto delle previsioni pre-tariffe. Ma il vero rischio è nel “worst case”:
Se gli USA riattivano i dazi reciproci sospesi, il calo salirebbe a -0,6%
Se aumenta anche l’incertezza politica, la contrazione toccherebbe il -1,5%

Nord America a picco: esportazioni giù del 12,6%, importazioni del 9,6%. Le tensioni USA-Cina stanno già ridisegnando le rotte commerciali globali, con le merci cinesi che si stanno riversando in Europa, Asia e America Latina (+4/9% di export cinese fuori dagli USA), creando forti pressioni competitive nei mercati terzi.

Servizi: unica luce, ma meno brillante Il commercio di servizi resiste con una crescita del +4%, trainata dall’Europa (+5%) e dall’Asia (+4,4%). Ma anche qui l’effetto domino dei dazi sui beni rischia di frenare turismo, trasporti, logistica e servizi legati alla manifattura.

Fitch taglia il PIL globale La crescita mondiale scivolerà sotto il 2%. Gli USA cresceranno solo dell’1,2%, ma nel Q4 2025 si prevede un misero +0,4% YoY. Cina sotto il 4%, Eurozona bloccata sotto l’1%.
La Fed avverte: l’inflazione tornerà Powell ammette che le tariffe potrebbero portare a un “aumento almeno temporaneo dell’inflazione” e freni all’occupazione. Intanto, l’indice d’incertezza politica globale è risalito ai livelli di marzo 2020.

In sintesi:
Il commercio globale rischia una frenata secca: da -0,2% a -1,5% nel 2025
Gli USA trascinano verso il basso gli scambi mondiali, mentre la Cina esporta altrove
L’incertezza politica pesa su inflazione, investimenti e occupazione
La guerra commerciale è già realtà, e il mercato inizia a prezzarne le conseguenze
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Il quadro è chiaro: se i dazi non verranno rimossi e l’incertezza non si riduce, il mondo si prepara a un 2025 di stagnazione e fratture economiche globali.