Certificati di investimento - Capitolo 9

LA LEZIONE DEL CERTIFICATO DI GOLDMAN SACHS SU CAPRI:
ISIN GB00BP8GPH60


Nelle ultime settimane nelle chat della mia community abbiamo analizzato in lungo e in largo questo certificato, di cui ora vi riassumo le caratteristiche:

è nato come prodotto super prudente (dal rendimento bassissimo, considerata la volatilità del titolo), offrendo agli investitori cedole trimestrali incondizionate dello 0,75%

è entrato in molti portafogli quando si è avvicinato a scadenza e, valendo 90-92, offriva in circa 3 mesi un rendimento a scadenza di quasi 10 punti percentuali (40% su base annua), con Capri distante un 50% dalla barriera

pur essendo in ballo una sentenza che poteva pregiudicare l’accordo con Tapestry e una trimestrale (sicuramente negativa, vista la crisi che attraversava l’azienda ed in particolare i marchi Versace e Michael Kors), la barriera ancora lontana ha attirato anche investitori prudenti.


La sentenza ha fatto cadere l’offerta di Tapestry e il titolo è crollato a fine ottobre, perdendo il 50% in un solo giorno!


Personalmente ho comunicato che ero uscito prima della scadenza, onde evitare scommesse e possibili azioni sul prezzo del titolo da parte dell’Emittente proprio sul prezzo di chiusura del giorno di rilevazione.


Purtroppo, molti investitori, anche quelli meno propensi al rischio, preferiscono andare a scadenza e rischiare di perdere molto di più pur di non contabilizzare una perdita.


Io ho continuato a seguire il titolo, nonostante ne fossi uscito subito già ad ottobre, e proprio un mio cliente mi ha fatto notare come ad inizio anno fosse cambiato il kid.


Il 6 gennaio il certificato era regolarmente ammesso alle quotazioni, anche se con le nuove regole non ha potuto essere eseguito alcun contratto per via che Goldman Sachs non ha fatto prezzo.


Ovviamente Goldman Sachs è stata subissata di richieste di chiarimento ed ha risposto semplicemente:


"In relazione al prodotto con ISIN GB00BP8GPH60, la Data di valutazione è stata modificata in conformità con i Termini e Condizioni stabiliti nel Prospetto di Base della Serie P datato 16 luglio 2021 (come integrato fino al 12 gennaio 2022 incluso), a causa dell’introduzione della Giornata di lutto nazionale negli Stati Uniti prevista per il 9 gennaio 2025."


Pertanto, la data di valutazione finale è effettivamente slittata dal 6 gennaio al 3 gennaio 2025 e, conseguentemente, il Worst of Capri Holdings ha rilevato a 20,28 dollari (dunque al di sotto della rispettiva barriera capitale), con il valore di rimborso del certificato che sarebbe pari a 33,58 euro oltre al premio incondizionato pari a 0,75 euro.


Le condizioni definitive (Final Terms) della serie emessa da Goldman Sachs prevedono che la data di valutazione finale non sia fissata puntualmente, come avviene per tutti gli altri emittenti, bensì sia il frutto di un calcolo a ritroso di 5 giorni di Borsa aperta dalla data di scadenza (fissata puntualmente).


Legalmente, dunque, sembra che abbiano ragione loro, ma ciò non toglie che si sono accavallati una serie di errori non certo da grande Banca d’affari!


Sicuramente Goldman Sachs non ha agito pensando di rimborsare a meno il certificato, ma, complice il Capodanno, hanno commesso una serie di errori da “principianti allo sbaraglio”.


Se avessero agito in malafede sarebbero stati ben più attenti alle loro comunicazioni.


Il kid corretto il primo gennaio è sbagliato e riporta come data di scadenza il 10 gennaio 2025: ma come è possibile, visto che la data di scadenza è fissata puntualmente??


A quella data poi era già nota la giornata di lutto nazionale per cui la rilevazione avrebbe dovuto essere il 2 gennaio, visto che anche la scadenza era stata anticipata!!


Il kid modificato avrebbe dovuto essere modificato solo nella data di rilevazione.


E poi se cambi un kid di un prodotto che scade da lì a due giorni, ti dimentichi di avvisare Borsa Italiana e i clienti che hanno comprato il prodotto?


Siamo poi così sicuri del fatto che, visto che il mercato azionario era chiuso, questa giornata andava conteggiata come giorno di borsa chiusa?


Chi comprava un titolo azionario americano il giorno 8 gennaio, se lo vedeva addebitato con valuta 9 gennaio (la borsa dei futures era comunque aperta) e non come valuta 10 gennaio (ma forse ha sbagliato la banca italiana che ha contabilizzato l’operazione), per cui si sommano tantissime variabili.


Una cosa è certa: Goldman Sachs può salvare la faccia solo rimborsando 100 + l’ultima cedola, cosa che ha deciso di non fare.


Non so quanti certificati siano stati portati a scadenza; se fossero un nozionale di 3 milioni di euro, tra il rimborso a 34 ed il rimborso a 100, ballavano circa 2 milioni di euro.


Le decisioni di vendita su questo certificato sono state influenzate dal proprio prezzo di carico e non dalla razionalità.


Molte persone, anche quelle con propensione al rischio bassa, erano dentro a questo certificato a prezzi compresi tra 90 e 92, ingolositi da un rendimento del 10% in 3 mesi, quando ancora la barriera di Capri (21,13$) era distante ben un 50% dai prezzi di mercato del titolo.


Dopo la notizia del fallimento dell’Opa di Tapestry a seguito della decisione del tribunale Usa il titolo aveva perso un 50% nell’after hours (dopo le 22:00).


Al mattino del giorno dopo Goldman Sachs ha quotato il certificato sulla base del prezzo di chiusura delle ore 22:00, permettendo ai più svelti di vendere al prezzo del giorno prima.


Ovviamente tutti sarebbero usciti con una perdita di 1-2 punti percentuali quando all’orizzonte c’era il rischio di perdere molto di più, ma solo 1.750 pezzi (pari a tre volte la size esposta dall’Emittente) sono riusciti a vendere, tra cui anche il sottoscritto.

Nonostante l’errore, Goldman Sachs non ha sistemato il suo software e nell’arco di questi due mesi ha continuato a bloccarsi con il prezzo anche in giornate in cui Capri si muoveva molto.


Il 18 novembre segnalai in chat ai miei utenti che il prezzo era bloccato a 64.25 nonostante il titolo fosse sceso molto (considerate che ad ogni punto di Capri il certificato ne faceva anche 4 o 5):

Chi ha venduto e lo avesse fatto per ricomprarlo, lo avrebbe potuto ricomprare tranquillamente tra 50 e 53, in quanto Capri è continuato a scendere e ai primi segnali di risveglio, sfruttando sempre l’immobilismo di Goldman Sachs, avrebbe potuto comprarlo a sconto rispetto al prezzo teorico calcolato in base al valore del sottostante.


Il titolo salì di nuovo sino ad arrivare ad oltre 23$ e solo allora scrissi un altro messaggio:

Chi aveva venduto a 64.25 e ricomprato a meno, significa che si era messo nell’ottica di sfruttare la lentezza con cui Goldman Sachs aggiornava i prezzi (nel frattempo lo aveva messo in bid only) per cui, se anche lo avesse tenuto confidando nel time decay, ossia nel fatto che il tempo gli giocasse a favore (almeno fintanto che Capri fosse rimasta sopra a 23$), avrebbe comunque dovuto avere la forza di uscire al primo ribasso di Capri.


Chi aveva venduto e non ricomprato, probabilmente non lo ha neanche più monitorato e ora starà ancora maledicendo il giorno in cui lo aveva comprato.


Ad un amico che lo aveva ancora in portafoglio e che mi fece una domanda il 2 gennaio gli feci notare come, ancora una volta, il prezzo esposto da Goldman Sachs fosse bloccato a 61.90, per cui se Capri rimaneva alta era meglio confidare che il LP aggiornasse il prezzo verso l’alto, ma allo stesso tempo se Capri fosse scesa, si sarebbe dovuto vendere prima che questo aggiornasse il prezzo.

È interessante notare come quando si vende in perdita si è frenati a vendere brutalmente sul bid: pensate se non avesse venduto a 61.90, il giorno dopo il certificato quotava 35 e quei 10 centesimi avrebbero fatto davvero molto male!


A volte, quando si vende in perdita, si cerca di mettere un prezzo più alto del prezzo di mercato, col rischio di non riuscire a vendere e vedere la perdita continuare a crescere, di sicuro se fosse stata una chiusura in guadagno si sarebbe stati molto più determinati nel vendere subito.


Da una parte mi dispiace tantissimo che non sia stato rimborsato a 100, pensando a chi lo ha tenuto sino alla fine, l’importante è che, anche se dovesse fare ricorso ed ottenere 100 gli possa servire da lezione, ossia mai andare a scadenza con rischi pari a quelli di puntare al rosso e al nero.


Non deve mai essere il fattore “C” a decidere il destino dei nostri investimenti.


Giovanni
 
Per me un buffer del 70% e uno del 15% non sono comparabili almeno imho
dipende dai sottostanti...netflix è sempre un titolo particolare.
ricordo che ho preso 089 a settembre quando quotava 920/930 ..... ed incrementato via via .. allora aveva maggior senso perche il rendimento era maggiore ..adesso è poco attrattivo restando molto protettivo inoltre è in bid only
l'altro invece parte dallo stsso presupposto e imho si candida ad ad essere il successore
tenendo conto che le due emissioni sono parite entrambe a 940
 
IT0006767237 phoenix memory step down
Da prendere in considerazione
Strike
ARM Holdings ADR 137,07
Arcelor Mittal 21,75
ASML Holding 711,5
Barriera 50%
Coupon mensile 1.492%
Ha il trigger cedola 65% ( diciamo frena un po l'acquisto) ,fa gola la cedola.
 

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