Trovo molto interessante questo articolo di C.D. sui Decrement ..
Cosa sono davvero gli indici decrement e a cosa servono?
Negli ultimi anni i Decrement Indices sono diventati una componente centrale nelle strutture dei certificati d’investimento, in particolare nei prodotti autocallable distribuiti sul mercato europeo. Ma cosa sono esattamente e perché banche e investitori li usano sempre di più?
In Francia si stanno diffondendo in maniera consistente mentre in Italia si contano oggi poco meno di 200 certificati aventi come sottostanti indici decrement, di cui 143 a capitale protetto incondizionato. Gli indici utilizzati per questi ultimi sono tutti a decremento percentuale, mentre tra i prodotti con barriera si osservano anche sottostanti a decremento fisso. Il motivo sarà spiegato più avanti.
Il concetto chiave è semplice, almeno in apparenza: mentre un indice "price return" riflette solo l’andamento dei prezzi e uno "total return" reinveste i dividendi ricevuti, un decrement index sottrae ogni giorno un dividendo fisso, espresso in punti o percentuale, creando una versione sintetica dell’indice sottostante. Questo "dividendo contratto", fisso e predeterminato, non riflette i flussi reali ricevuti dalle società del paniere, ma consente alla banca di sterilizzare il rischio dividendo nel pricing delle opzioni.
Dal punto di vista matematico, la logica è iterativa: il valore del decrement index viene aggiornato quotidianamente sottraendo una quota proporzionale (nel caso di un decremento del 5%) o fissa (ad esempio 50 punti). Ed è proprio nella differenza tra questi due metodi che si gioca una parte importante della partita. Il decremento fisso penalizza molto di più nei mercati laterali o ribassisti, perché sottrae sempre la stessa quantità indipendentemente dal livello dell’indice. In altri termini, introduce una forte path dependency, ovvero la sensibilità dell'indice non solo al risultato finale, ma anche al percorso seguito per arrivarci.
Per esempio, dopo sette anni, un decrement index al 5% annuo avrà in media sottoperformato l’indice standard ( dvd yield 3%) con dividendi reinvestiti di circa il 13%. Ma se il decrement è espresso in punti fissi, la sottoperformance può essere anche maggiore, e in scenari particolarmente volatili può perfino portare il valore dell’indice sotto zero ( in estremo).
La vera forza dei decrement indices, tuttavia, non risiede nella loro accuratezza economica, bensì nella funzione che svolgono per la banca strutturatrice. Eliminando il rischio dividendo, il pricing delle opzioni diventa più semplice e trasparente, in particolare per i prodotti con lunga scadenza. È proprio per questo che vengono impiegati massicciamente nelle strutture autocallable a 5, 6 o 7 anni, dove l’effetto forward e l’impatto delle cedole sono rilevanti. Ma attenzione: l’assenza di dividendi non significa assenza di rischio. Anzi, viene introdotto un nuovo rischio di performance legato alla differenza tra il decremento sintetico e i dividendi effettivamente distribuiti.
In conclusione, i Decrement Indices non sono solo uno strumento tecnico, ma anche una leva strategica per ottimizzare il pricing e rendere più appetibili i certificati. Tuttavia, chi investe deve essere consapevole della differenza tra rendimento teorico e reale, soprattutto in presenza di un decremento elevato o fisso. Capire a fondo queste dinamiche è oggi indispensabile per chi analizza, costruisce o seleziona certificati strutturati sul mercato.