Charles M. Cottle

come non avere problemi con il fisco e dimostrare che tutto è a posto, compresa la questione dell'attività prevalente, e diversi colloqui con un parente ex direttore di una filiale AdE)

La risposta gia' lo conosci, perfettamente.
L'ho ribadita piu' volte in passato ed anche in questo 3d.


Esistono 3 regimi
amministrato
gestito
dichiarativo

In Italia il risparmio amm. e' l'ombrello sotto il quale anche Toto Rina puo' rifugiarsi. Credo che Provenzano Scampia, Sacra corona unita siano tutti in amministrato.

Per capitali oltre 5 milioni di Euro e' la scelta preferibile in assoluto (in Italia, ripeto, con le istituzioni che abbiamo affamate di cacce all'untore)

Per guadagni annui da 100.000 a 500.000 Euro il regime dichiarativo e' il parafulmine nel quale uno va a mettersi a 90 gradi per prendere la scossa.

Cosa resta come male minore, in alternativa residuale ?
 
So bene che partita iva che non fattura niente, si porta dietro solo sciagure (ad esempio con gli studi di settore...).

Mi spiace in ogni caso dire che, indipendentemente dalla preparazione del professionista (poi è ovvio che professionista preparato è meglio), non avrai MAI la certezza di non aver problemi finché non sperimenti un accertamento sulla tua pelle e riesci a dimostrare che la tua posizione è inattaccabile.


Ah bè, questo è ovvio.

Spesso non basta neanche che la tua posizione sia inattaccabile: per farti solo un caso recente, ho visto perdere in Comm Trib Reg un contribuente che aveva dimostrato agevolmente un difetto di notifica, perchè effettuata alla vecchia sede sociale.

Che fai, vai a Roma?
No, dato che la cifra non è importante porti a casa il torto e paghi (e sei già fortunato se dispongono le spese legali compensate e non tutte a carico del soccombente).

Il punto è che non esiste la soluzione inattaccabile, ma esiste certo il meglio del possibile.... : un esempio banale, se mai guadagnerai qualche milione di Euro, non farti fare l'intervista sul Sole24Ore come in passato hanno fatto alcuni..... :eek::lol::lol:
 
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Il punto è che non esiste la soluzione inattaccabile, ma esiste certo il meglio del possibile.... : un esempio banale, se mai guadagnerai qualche milione di Euro, non farti fare l'intervista sul Sole24Ore come in passato hanno fatto alcuni..... :eek::lol::lol:

Io vorrei capire come cavolo può passare per la testa di qualcuno di andare a spiattellare pubblicamente sui media tali guadagni. Per me è da dementi... :lol:
 
Però, qui si vola molto più in alto e questi problemi da ragioniere non sono considerati..... per cui se rimani con broker italiani ti becchi del dilettante (come è successo a yours truly....:D:D) e l'unica preoccupazione che hanno è come funzionano le API......... che ce voi fà..... sò ingegneri :D:D....

Non sarebbe umano pretendere da esperti di API delle conoscenze sulla macchina fiscale italiana, conoscenze che nessuno di noi possiede.

Qualsiasi persona dotata di buon senso, e che guadagni cifre importanti in borsa oppure abbia capitali aggredibili dal Fisco (parlo di capitali > 1 milione di Euro, per essere chiari) deve pero' sapere che

- nel regime amministrato il Fisco viene a sapere nulla o poco piu' dell'attivita del trader, se e' uno scalper, un trader intraday, uno marginato pesante, uno che specula sui future comprando lo sperma bovino, etc.

Il fisco sa solo

quanti titoli il trader possiede a fine anno ?
quanti soldi egli ha sul conto corrente, sempre a fine anno ?.

Stop.

- nel regime dichiarativo con Interact. Brok. il Fisco viene a sapere i peli del c. di cio' che fa il trader: su cosa specula, dove specula, quanto specula, quanto margina, persino quanto chiede di fido. Il fisco guarda ad esempio che uno con 100k Euro chiede 900k di fido e va a partecipare ad operazioni di 1 milioni di Euro.. .come puo' uno giustificare a quel punto che la sua attivita' di trading non sia diventata vera e propria attivita' finanziaria esclusiva, assimilabile ad una banca d'investimento ?

Come puo' sperare un trader di trovare compiacenza e comprensione in ogni possibile casino in cui viene a trovarsi con l'ADE quando egli stesso si e' cosi' compromesso con le informazioni che ha fornito ?
 
Il fisco sa solo

quanti titoli il trader possiede a fine anno ?
quanti soldi egli ha sul conto corrente, sempre a fine anno ?.

Stop.

Io ho l'impressione che quanto descrivi fosse la situazione prima dell'istituzione dell'anagrafe fiscale dei conti correnti, e che oggi le situazioni siano meno dissimili che in passato (sempre ammesso che il fisco usi i dati che ha a disposizione).
Comunque ho capito il tuo punto.

- nel regime dichiarativo con Interact. Brok. il Fisco viene a sapere i peli del c. di cio' che fa il trader: su cosa specula, dove specula, quanto specula, quanto margina, persino quanto chiede di fido. Il fisco guarda ad esempio che uno con 100k Euro chiede 900k di fido e va a partecipare ad operazioni di 1 milioni di Euro.. .come puo' uno giustificare a quel punto che la sua attivita' di trading non sia diventata vera e propria attivita' finanziaria esclusiva, assimilabile ad una banca d'investimento ?

Come puo' sperare un trader di trovare compiacenza e comprensione in ogni possibile casino in cui viene a trovarsi con l'ADE quando egli stesso si e' cosi' compromesso con le informazioni che ha fornito ?


Non si tratta di trovare compiacenza e comprensione (vocaboli che negli uffici fiscali non ho mai sentito... ;):D).

IMHO, il punto è diverso: premesso che si tra parlando di contribuenti onesti (cioè che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo, per quanto è dato loro sapere :(), ogni inizio anno il fisco sceglie i criteri con cui formerà le liste degli accertamenti selettivi

E se il fisco sceglie che conti all'estero superiori ad una determinata percentuale del reddito rientrano in questi criteri agisce nel pieno delle proprie attribuzioni.

Chi non vuole un accertamento (anche solo perchè averli per 3 settimane nei piedi ti bloccano sostanzialmente l'attività di impresa, e questo può essere un danno ben più alto di qualche eventuale sanzione per qualche irregolarità formale) non deve rientrare in quei criteri.... it's simple like that.
 
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nel caso i profitti da speculazione siano multipli del reddito normale da lavoro ho l'impressione che non si possa evitare il problema in nessun modo:
i) se sono in regime dichiarativo casco nelle ipotesi di PAT
ii) se sono in amministrato e il mio reddito da speculazione modifica di parecchio ciò che spendo all'anno ci pensa il redditometro a chiedermi di dichiarare in dettaglio la provenienza del reddito aggiuntivo, facendomi tornare nell'ipotesi i)
sbaglio?
 
Non si tratta di trovare compiacenza e comprensione (vocaboli che negli uffici fiscali non ho mai sentito... ;):D).
.


Sono iscritto al FOL da piu' di 10 anni ed ho letto sempre con la massima attenzione tutti i contributi nella sezione trading on line da parte di pizzicati e i loro travagli al riguardo. Non una sola delle storie raccontate ha avuto un esito negativo, quindi vi e' da supporre che verso i trader del FOL (ma ahime' temo solo per loro....) l'ADE abbia sempre un atteggiamento compiacente e comprensivo.

Probabilmente qualcuno deve avere anche minacciato: se lei mi multa, io faro' il suo nome sul FOL :D

Scherzi a parte, credo sia presente anche in queste descrizioni il solito bias del survivorship bias: solo chi l'ha fatta franca viene a raccontare che e' andata bene, mentre chi ha avuto rogne non avra' certo il tempo di fungere da testimonial e di rassicurare i colleghi trader del FOL. :)
 
nel caso i profitti da speculazione siano multipli del reddito normale da lavoro ho l'impressione che non si possa evitare il problema in nessun modo:
i) se sono in regime dichiarativo casco nelle ipotesi di PAT
ii) se sono in amministrato e il mio reddito da speculazione modifica di parecchio ciò che spendo all'anno ci pensa il redditometro a chiedermi di dichiarare in dettaglio la provenienza del reddito aggiuntivo, facendomi tornare nell'ipotesi i)
sbaglio?

Vediamo di fare luce.
Non e' il reddito "di speculazione" o qualsiasi altro reddito a muovere il redditometro (sarebbe piu' propriamente lo spesometro, il redditometro e' strumento diverso ed e' indirizzato ai percettori di redditi di impresa e professionali), ma e' lo spesometro che va alla ricerca del reddito congruo.

Se tu consumi poco e guadagni tanto con la speculazione
A) sei nel dichiarativo e sei a posto
B) sei nell'amministrato o nel gestito e sei a posto

Se consumi tanto e guadagni poco con la speculazione
A) sei nel dichiarativo e NON sei a posto
B) sei nell'amministrato o nel gestito e NON sei a posto
 
Io ho l'impressione che quanto descrivi fosse la situazione prima dell'istituzione dell'anagrafe fiscale dei conti correnti, e che oggi le situazioni siano meno dissimili che in passato (sempre ammesso che il fisco usi i dati che ha a disposizione).

Senza ricorrere ad interrogazioni, accessi, invio documentazione di richiesta dati, l'Anagrafe fiscale relativamente ad un cliente del risparmio amministrato ne sa esattamente oggi come ne sapeva in passato, salvo 3 informazioni nuove:

il saldo del conto corrente al 31.12 di ogni anno
la semisomma del predetto conto corrente ((totale riga destra+totale riga sinistra)/2)
la somma dell'ammontare del portafoglio titoli

Bisogna distinguere tra propaganda e realta', commistione su cui si fa spesso confusione.

Sul Corriere si era scritto, ad esempio, che l'Anagrafe fiscale veniva a sapere di ogni cittadino dove andasse in palestra, quali viaggi all'estero facesse, quali ristoranti frequentasse.

Era informazione completamente destituita di fondamento.

L'Anagrafe fiscale viene a conoscere solo le spese per singola voce superiori ad un determinato importo (non mi ricordo piu' esattamente l'importo, se 3000 o 3500 Euro)

Esempi:
PAT e' socio annuale della palestra "Supermen" e paga 80 Euro al mese.
PAT non viene segnalato al Fisco

IMAR e' socio annuale del circolo Antico Tiro al Volo di Roma e paga 400 Euro al mese. IMAR viene schedato e segnalato al Fisco da parte del gestore del circolo, ma per la sola quota mensile (4800=400*12>3500) e non, invece, per la quota di entrata (30.000 Euro), che essendo un investimento e non una "spesa" rimane oscura al Fisco.

PAT va a mangiare abitudinariamente alla tavola calda dei ferroviere e consuma in 1 anno 10.000 Euro di panini, tramezzini, brioches e gazzose.
PAT non viene segnalato al Fisco, pur avendo esibito nel tempo, con costanza e sfrontatezza del difficile momento economico :), una fame pantagruelica.

IMAR consuma abitudinariamente sul suo Ferretti in rada dei pasti sfiziosi di molluschi e caviale in catering per 100.000 Euro all'anno e poiche' le fatture del catering arrivano intestate alla sua fiduciaria estera, non viene schedato al Fisco. E' sufficiente pero' che IMAR scenda dal Ferretti e metta piede a terra per consumare una singola colazione in un ristorante, ecco che immediatamente verra' anch'egli schedato :)
(vedi traccia in basso della ricevuta fiscale che gli ispettori del Fisco hanno trovato nelle sue tasche :D)

P.S. Sono esempi volutamente paradossali, ma servono a rendere l'idea di come si muove a tentoni l'amministrazione finanziaria per scovare gli evasori.
 

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