GiuliaP
The Dark Side
Macché pulci!
Insisto: per quanto il concetto di "rischio" sia formalmente difficile da definire, in ogni caso trovo altrettanto difficile che, anche con capitale e tempo sufficientemente grandi, il rischio insito nel verificarsi contemporaneo di due eventi sia la somma del rischio insito nel verificarsi del primo evento e del rischio insito nel verificarsi del secondo.
Vale con le misure di rischio più primordiali, come la varianza, e maggior ragione dovrebbe valere con quelle più coerenti e sofisticate.
Sarò rimasto indietro?
Potresti gentilmente illuminare me e gli altri cortesi lettori sui rudimenti di algebra del rischio che mi (ci?) sfuggono?![]()
Ma certo!

Fermo restando che per "rischio" stiamo intendendo quello che corriamo nella nostra esposizione a mercato, partiamo da qui:
Il calcolo del rischio è un argomento molto delicato. Con le dovute ipotesi di partenza, ovvero capitale e tempo infiniti, il rischio si somma (o meglio, si dovrebbe sommare se il mercato fosse efficiente(*)).
(*) Cren ha confuso l'efficienza di mercato con la capacità di scontare eventi futuri, quando invece questa è la capacità di valutare equamente le probabilità di tali eventi. Non fare lo stesso errore.
Come detto, in ipotesi di mercato efficiente e capitale e tempo a disposizione sufficientemente alti, qualunque opzione tu decida di comprare o vendere, ti esporrà allo stesso rischio.
Se siamo d'accordo su questo, dovrebbe essere banale dedurne l'assunto.
Altrimenti vediamo di farle bene, queste pulci!
