CI SONO IN GIRO PERSONE MOLTO INTELLIGENTI... MOLTE PER0' SONO ASINTOMATICHE

DANY1969

Forumer storico
:d:
Buona settimana a tutti :)
Abbiamo trascorso Pasqua e Pasquetta a casa... perchè rinunciare anche a Natale e Capodanno :cin:
Rimaniamo in Sardegna... trekking da Cala Gonone (in auto sino al termine della strada) a Cala Luna :)
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Di coglioni è pieno il mondo.
E ce n'è sempre uno che pensa di essere più intelligente od ecologista degli altri,
ma un coglione rimane.......e questo che ha importato le coccinelle lo è al cubo.


La coccinella, da sempre insetto porta fortuna, è considerata messaggero di felicità.

In questi giorni assistiamo a veri e propri sciami di coccinelle.

Queste aggregazioni di insetti sono un comportamento per accoppiarsi o approvvigionarsi del cibo in vista dell’inverno.


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Coccinelle asiatiche in Muggiasca

Durante l’estate infatti le coccinelle si nutrono degli afidi delle piante, ed è anche per questo che sono utilizzate in agricoltura biologica,
ma d’inverno, causa le basse temperature, i parassiti i muoiono e per i coleotteri diventa difficile trovare del cibo.

A questo punto le coccinelle si muovono verso le montagne in cerca di qualcosa per potersi alimentare e di un rifugio per l’inverno.


Solitamente scelgono come luogo del letargo delle fessure tra le rocce, ma non è raro trovarle aggregate sui muri delle case o all’interno degli stipiti delle finestre.



Coccinella a sette punti

Negli ultimi anni però anche nelle nostre zone si iniziano a riconoscere sempre più coccinelle diverse dalle classiche europee
(Coccinella septempunctata), ovvero ‘a sette punti’, distinguibili per i sette bollini neri sul dorso rosso.


Si tratta della coccinella asiatica, la Harmonia axyridis, originaria delle steppe dal Giappone al Kazakhistan,
predatrice estremamente efficiente e per questo un serio rischio per la sopravvivenza delle specie autoctone.


Introdotta in Nord America a fine anni ’80 per sostituire in campo agricolo le coccinelle locali,
giudicate poco utili nella lotta biologica necessaria in una agricoltura intensiva,
nel decennio successivo sono state importante anche in Europa,
sebbene la coccinella a sette punti svolgesse egregiamente il suo ruolo in natura.



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Immagine scattata in altopiano

La Harmonia axydis si è presto stabilita in Francia, Belgio e Olanda, ha raggiunto la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca
ma, per motivi ancora non compresi, non è riuscita a prendere piede nei paesi mediterranei,
pur essendo ufficialmente stata portata anche in Grecia, Spagna e Portogallo.


Tuttavia attualmente la coccinella asiatica è sempre più visibile anche in Italia settentrionale, compresi i nostri territori.


Distinguerla dalle cugine europee è abbastanza semplice: innanzitutto è un po’ più grande (raggiunge anche gli 8 millimetri),
poi il numero dei puntini è maggiore e le elitre (le ali) non sono rosse ma più spesso gialle o arancioni.

In verità la colorazione della ‘Axydis’ è talmente variabile che può essere anche nera, con il colore rosso riservato alle macchie.

Insomma, tante varianti che l’hanno portata a essere ribattezzata ‘coccinella arlecchino‘.

Diverso è anche il bruco: grigio con puntini arancio quello europeo, è nero con strisce arancioni in quella asiatica.


Tutte le possibili variazioni di colore di Harmonia axyridis.


 
Il dibattito sui rapporti fra maggioranza e opposizione si sta facendo sempre più acceso.

Come il “ribollir de’ tini”, anche il ribollire della politica testimonia un fermento in corso:
l’urgenza di intrecciare nuove intese tra le forze parlamentari
in modo da presentare i provvedimenti economici e le limitazioni delle libertà personali come scelte condivise.


Un sussulto di responsabilità?

Così può sembrare all’apparenza, ma riflettendo con attenzione le cose stanno diversamente.


Se il Capo dello Stato auspica da tempo un percorso di condivisione istituzionale per il bene del Paese
e lo fa sicuramente senza perseguire fini ulteriori, è probabile che i due principali partiti di maggioranza abbiano male inteso
il suo monito e utilizzino l’appello all’unità per scopi che con quel bene hanno poco a spartire.

Il loro doppio intento pare essere piuttosto quello di placare gli animi dei contestatori
e consentire al Governo di proseguire la navigazione addirittura col consenso delle forze di minoranza.


Che queste siano le reali finalità del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle è testimoniato dal fatto che non intendono,
per un verso, riconoscere gli errori fin qui commessi e, per un altro, mettere sul tavolo del confronto le dimissioni dell’intero Esecutivo.

Nelle dichiarazioni di queste ore, infatti, né Nicola Zingaretti, né Luigi Di Maio hanno posto in discussione,
neanche di passata, la prosecuzione dell’esperienza del Conte bis.

E neppure Matteo Renzi, che pure con Italia Viva ha criticato aspramente le scelte di Giuseppe Conte, ha fatto cenno a possibili dimissioni.


Questa “reticenza”, che mal cela un irresponsabile e accanito attaccamento al potere,
si trasforma in impedimento oggettivo alla costruzione di alternative di governo
in grado di traghettare il Paese alla prossima primavera e poi al voto,
prima che il “semestre bianco” impedisca al Presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere.


Detto in maniera ancora più netta: mentre si chiede all’opposizione di condividere le misure restrittive delle libertà e l’esplosione del debito pubblico,
i principali partiti di maggioranza truccano le carte del dialogo escludendo la possibilità che l’Esecutivo rassegni le dimissioni.

Il loro vero scopo è quello di rimanere, in un modo o in un altro, in sella e in questa logica
hanno l’impudenza di trasformare le rivolte di piazza da uragano in arcobaleno,
facendole diventare paradossalmente scudo protettivo del Governo stesso,
giacché motivo ulteriore per invocare il supporto delle opposizioni.

Opposizioni che, negandolo, diventano o diventerebbero meccanicamente forze irresponsabili e perfino il male del Paese.

Un paradosso, appunto.


Davanti a questa strana commedia, allora, sono proprio le opposizioni a dovere irrompere sul palcoscenico.

Come?

Giocando la sola carta che in questo momento hanno in mano, ossia ritrovandosi compatti intorno alla proposta che Giorgia Meloni
ha lanciato sul Corriere della Sera di qualche giorno fa:

legare un eventuale patto di unità nazionale alla durata dell’emergenza sanitaria,

mettere nero su bianco compiti e ruoli riservati ad ogni attore politico

e, chiusa l’emergenza, con la garanzia anticipata del Presidente della Repubblica, andare al voto.


Come si vede, è una proposta lineare, chiara e ragionevole, che stana tutti e costringe tutti ad uscire allo scoperto.

Se quel che interessa davvero, è il bene del Paese,
la proposta consente ad ogni partito di dimostrare concretamente la sua intransigenza morale e onestà intellettuale.


Invece, se i reali obiettivi di chi invita l’opposizione alla collaborazione sono quelli di arrivare all’elezione del nuovo Capo dello Stato a gennaio 2022
e di iniziare nel frattempo a gestire i miliardi che arriveranno dall’Unione europea nel 2021,
allora, il rischio concreto è che dal “ribollir de’ tini” possa uscire non “l’aspro odor dei vini” che va “l’anime a rallegrar”,
come cantava Giosuè Carducci, ma aceto rosso sangue.
 
Così è..se vi pare.

Non è un caso che in gran parte dell’Occidente la sinistra di tutte le tendenze e sfumature
stia cavalcando in senso assolutamente restrittivo la vicenda legata al Sars-Cov-2.

In grave crisi di identità da alcuni decenni, avendo perso del tutto la famosa spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre,
la stessa sinistra, tanto di lotta che di governo, ha trovato il suo filone d’oro nella tutela ad oltranza della salute pubblica,
restringendola in modo assurdo esclusivamente al Covid-19, quasi che nel mondo oramai non esistesse alcuna altra causa di malattia e di morte.

Tuttavia, considerando che ci troviamo di fronte ad un classico virus opportunista,
il quale colpisce essenzialmente le componenti più fragili della popolazione,
lasciando praticamente immuni tutti gli altri, il continuare a raccontare la favola nera di una pestilenza
che, in assenza di misure restrittive, ci ucciderà tutti costituisce una bieca strumentalizzazione politica.

Strumentalizzazione con cui giustificare uno Stato di polizia sanitario in cui si violano costantemente le libertà costituzionali dei cittadini.


Non per niente, nell’Italia a guida giallorossa sono proprio le due componenti di sinistra, Liberi e Uguali e il Partito Democratico,
a sostenere a spada tratta la linea chiusurista più intransigente.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, eletto nelle liste di LeU,
non perde occasione per distinguersi nella lotta al Covid-19 a colpi di chiacchiere terrorizzanti,
passando l’estate a scrivere libri, anziché occuparsi di potenziare le strutture sanitarie in previsione della seconda ondata.


Tant’è che alcuni giorni orsono, commentando l’aumento dei contagi, egli ha lanciato l’ennesimo, minaccioso anatema:

“Curva terrificante, vedo ancora troppe persone in giro.”

Quindi, all’aumento della domanda di cure che la recrudescenza del virus sta determinando,

non si risponde potenziando e razionalizzando l’offerta sanitaria, anche e soprattutto al livello di base,

così da non sovraccaricare le strutture ospedaliere.

Per Speranza e company la crisi si affronta in solo modo: chiudendo le persone in casa e multandole, se escono senza giustificati motivi.



Una impostazione, quest’ultima, di stampo medievale, così come solo alcune settimane addietro il progressista Emmanuel Macron l’aveva definita.


Sembra quasi di assistere ad una colossale disputa tra chi guarda, soprattutto da sinistra, solo tutto ciò che ruota intorno al Coronavirus,
subordinando ogni attività al contrasto della relativa epidemia, e chi cerca di valutare in modo più ampio la situazione generale,
mettendo in guardia la cittadinanza circa gli enormi costi sociali, economici e sanitari
dato che tanta, troppa gente sta morendo di altre patologie colpevolmente trascurate
che nel lungo periodo saremmo costretti a pagare.

Un virus che sembra rendere ciechi e sordi molti individui, soprattutto quelli che possono contare su un reddito garantito, almeno per il momento.

Ma nel caso di un altro lungo e devastante lockdown, il Paese rischia un tracollo senza precedenti, con conseguenze inimmaginabili.
 
Non ci sono in giro (persone) molto intelligenti ........che vergogna.


Momenti di paura ad Ascoli Piceno ieri sera.

Una pacifica manifestazione organizzata da commercianti, semplici cittadini
e Mascherine Tricolori è stata brutalmente repressa dalle forze dell’ordine

che hanno pensato bene di disperdere i manifestanti sparando lacrimogeni ad altezza uomo.

I fatti sono accaduti nella zona del ponte di Porta Maggiore.

Come si vede chiaramente dalle immagini i manifestanti si muovevano in modo del tutto pacifico
gridando “lavoro! lavoro!” quando sono stati raggiunti dai lacrimogeni.

Tra loro anche molte donne e bambini terrorizzati.





Scene da guerriglia urbana, tra lo sgomento e l’odore acre dei lacrimogeni, causate da un intervento chiaramente sproporzionato.

Il corteo era stato richiesto in settimana e infine non autorizzato.

Ma come accaduto in decine di città italiane, i cittadini hanno deciso di manifestare ugualmente il proprio dissenso,

chiedendo con educazione di potersi muovere in un pacifico corteo.

Non è ancora chiaro perché ad Ascoli a differenza delle altre città d’Italia la polizia abbia deciso di intervenire in questo modo.


La cronaca locale parla di “giovani, donne, madri che hanno imprecato contro gli agenti
mentre alcune centinaia di persone si sono radunate nell’area circostante, in via Indipendenza.

Il corteo era partito pacificamente da Piazza della Libertà per poi arrivare al ponte che conduce verso il centro storico di Ascoli.

Qui i manifestanti sono stato fermati”.

I fatti come detto sono accaduti ieri sera tra le 19 e le 20.

Immagini che destano stupore e preoccupazione.


Forse le autorità locali (e in caso anche quelle nazionali) dovrebbero fornire delle spiegazioni per un simile intervento.
 
Là erano schierati in assetto anti-sommossa.....per dei cittadini che protestavano civilmente.
Qui invece, con la coda tra le gambe........


Da tre settimane Conte sforna un Dpcm dietro l’altro con cui restringe progressivamente la libertà di movimento degli italiani.

Degli italiani, perché gli immigrati evidentemente non si sentono tirati in causa dai decreti firmati dal premier:
come successo a Napoli, dove almeno 200 stranieri – per lo più di origine africana
si sono riuniti in un circolo in via Michele Morelli, nella zona di Borgo Sant’Antonio Abate,
per partecipare ad una festa abusiva ben oltre l’orario consentito di apertura dei locali.

Una limitazione che gli esercenti italiani rispettano, pur sapendo che li farà finire dritti sul lastrico.


Non è stato invece il caso di questi extracomunitari che si sono ritrovati per strada festeggiando al ritmo di musica e consumando alcolici.

All’arrivo delle forze dell’ordine, allertate da un testimone, gli immigrati, furibondi per l’interruzione della festa,
hanno aggredito agenti e militari dell’Arma con lancio di bottiglie e altri oggetti contundenti e danneggiando gli arredi urbani.

Il video che pubblichiamo, condiviso da Radio Savana sul proprio canale Twitter e diventato virale nelle ore scorse,
mostra i momenti in cui gli immigrati oppongono resistenza alle forze dell’ordine scatenando l’inferno per strada.

In aiuto dei primi mezzi sono poi giunte altre volanti di rinforzo. Risultato: 8 agenti feriti.


Napoli (Vasto), orda di clandestini africani assalta la Polizia. #RadioSavana pic.twitter.com/HlOWJ1eqKU
— RadioSavana (@RadioSavana) November 1, 2020
 
Chi non ha mai avuto a che fare con un'aula di tribunale, potrebbe meravigliarsi
ma questo è quello che capita nel corso delle udienze.
Questione di organizzazione e di aver voglia di lavorare.
Un Giudice ha da 6 a 8 udienze al giorno.
La segreteria conosce la data delle udienze da mesi.
Basterebbe controllare 10 giorni prima se tutti i convenuti hanno ricevuto l'avviso di convocazione......
ma è troppo semplice e ......troppo sudore. Eh sì. Dipendenti pubblici con stipendio certo al 28 del mese.

Terminata la fase istruttoria, il Vpo ha chiesto per l’imputato la condanna a 1 anno di reclusione per la guida in stato di ebbrezza
ed a 4 mesi di arresto ed il pagamento di un’ammenda di 500 euro per la falsa attestazione.

Dopo una breve camera di consiglio, il giudice,

premettendo che non emerge dagli atti la prova della conoscenza del processo da parte dell’imputato,

essendo stato indicato irreperibile, ha disposto nuove ricerche dello stesso

ed ha rinviato per il proseguimento all’udienza dell’8 marzo 2021.
 

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