CI SONO IN GIRO PERSONE MOLTO INTELLIGENTI... MOLTE PER0' SONO ASINTOMATICHE

"La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa", ebbe a scrivere un tipo barbuto.

La stessa cosa vale per le ondate epidemiche, si direbbe.

Quando a gennaio parlai per la prima volta di remdesivir dissi chiaramente che era impossibile capire se sarebbe stato approvato o no
(ma che in una situazione di emergenza era uno dei pochi strumenti promettenti a disposizione, a differenza dei farmaci che furono più usati).

BENE FARE CHIAREZZA: il 22 ottobre remdesivir ha ottenuto l'approvazione DEFINITIVA da parte di FDA (https://www.fda.gov/…/fdas-approval-veklury-remdesivir-trea…)

BENE FARE CHIAREZZA II: SOLIDARITY (c'è anche chi non riesce a scrivere correttamente il nome),
fosse pure stato disegnato da Dio in persona, e non è certo il caso, anzi, è un trial. UNO.
Chi oltre a citare quello non cita RECOVERY, ACTT-1 e ACTT-2 non è che se ne scorda:
o non sa quello dice (è il caso del 99% dei giornalisti) o vi sta scientemente prendendo per il culo, o perlomeno ci prova.

Quanti si stracciano le vesti per politiche che mettono a repentaglio i più anziani
si rifiutano di prendere in considerazione qualcosa in grado di ridurre i decessi di un terzo, e cercano di dipingerlo nel peggiore dei modi.

E' meglio non finirci, in ospedale?

E quanti ci sono ora e ci finiranno domani? Peggio per loro?

Dato che il tutto si ripete nello stesso modo, finirei per ripetermi io pure.

Tutto quello che ho detto tra marzo e maggio sarà riciclabile senza quasi cambiare una virgola o quasi
riguardo a quel che succederà se non nei prossimi due-tre mesi almeno nei prossimi dieci giorni.


E la ripetizione provocherebbe nuove reazioni che però sarebbero sempre le solite: indignate, pretestuose o semplicemente STUPIDE.


Dato che ripetermi mi annoia, e che sarebbe futile, la pagina si prende una pausa di circa una settimana.
Se qualcuno ne sentisse la mancanza può rileggersi i post del blog da gennaio a oggi, tanto il film è lo stesso.

Visto che si va verso il giorno dei morti, mi limito a ricordare che ogni morte è certa (cit.) e che

Age after age shall be
As age after age has been,
(From man's changeless heart their way they win);
And death be busy with all who strive—
Death, with silent negative.

(H.Melville, The Conflict Of Convictions)


PS: Questo stop è stato pianificato giorni fa.
A mente fredda non lo so se sono nate in certi covi di piattole o se le cause sono altre.
Quasi un anno fa sospesi il giudizio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/la-lotta-alle-fake…),
poi qualcuno si sentì in dovere di metterci la firma, su quella storia.

Quello che so di per certo è che il tasso di insofferenza verso questa pagina è aumentato in modo del tutto sproporzionato alla sua visibilià.
 
Ora più che mai sono completamente certo che esista un ben stabilito e dettagliato disegno “genocida
per distruggere quanto di più prezioso possegga l’Italia: la cultura.

Sono un complottista se affermo questo?

Ebbene allora che mi si lasci complottare, fate come si è soliti fare con i folli, assecondatemi, ignoratemi.

In effetti, non c’è più alcuna differenza tra il sottoscritto e la carta dei tarocchi che porta il numero “zero” e danza, colorata, sull’orlo del mondo.

Tra i deliri tremendi del nuovo Dpcm emesso dalle inarrivabili menti del premier, Giuseppe Conte e dei suoi stretti collaboratori,
tra i quali l’insuperabile ministro Dario Franceschini, ministro della Cultura, dopo aver di fatto impedito, quasi “manu militari”,
qualsiasi evento artistico e culturale, pubblico e privato, sì è dato il colpo finale, esiziale, con la chiusura dei musei e delle mostre.

In effetti così tutto si tiene.

In attesa di essere perseguito dalla “psicopolizia” e sottoposto a un tso per quanto vado scrivendo
– e dicendo – da mesi, proseguo nella mia tesi paranoide e oscurantista, di certo in odore di negazionismo fascista.


Peccato che – lo ricordo per i più distratti detrattori del vituperato Ventennio – il Fascismo, con le leggi del 1939 volute da Giuseppe Bottai,
abbia prodotto la miglior giurisprudenza mai realizzata proprio per la tutela e la salvaguardia dei nostri beni artistici e culturali,
mentre – anche questo lo ricordo per tutti coloro che avessero ancora gli occhi foderati da spessi strati di speck –
furono i nazisti a bruciare i libri e a distruggere molte opere d’arte,
e con loro fece scempio la volontà distruttiva bolscevica della Russia stalinista.



Ecco perché l’aggettivo “fascista” urlato da Vittorio Sgarbi all’indirizzo di Conte e Franceschini trovo sia inadatto, improprio,
nella sua ontologica essenza, poiché – ne sono certo – mai nessun “fascista” avrebbe osato tanto e la storia lo dimostra.

Detto ciò, mi trovo comunque totalmente al fianco di Vittorio nella sua indignazione sgarbiana
rivolta con giusta ira a questa scellerata decisione dell’attuale esecutivo,
che segna così uno degli abissi più cupi e oscurantisti dei governi dell’ultimo Dopoguerra.


Nutro, altresì, il sospetto che in un tempo lontano della loro infanzia, sia al premier sia al ministro dei Beni culturali,
sia occorso qualche cosa di sgradevole legato ai luoghi dell’arte, del bello, della cultura che li abbia segnati per sempre,
con un trauma recondito e subconscio che ciclicamente riemerge in tutto il suo odio.

Forse qualche musicista, qualche giovane attore, qualche pittore di bell’aspetto è stato preferito loro da qualche fanciulla del liceo?

Se così fosse, tanto astio sarebbe soltanto un meschino tentativo di vendetta a posteriori
nei confronti di un’intera categoria che essi stentano a comprendere,
ma se invece vi fosse a monte un progetto minuzioso che utilizza l’insipienza politica e amministrativa di costoro
per perseguire un fine di annichilimento dell’intera società italiana?

Colpendo luoghi e persone che si occupano di beni “immateriali” – ma non sempre perché la ricchezza di un museo,
di una mostra è assolutamente tangibile – nei fatti si mina alle fondamenta un’intera civiltà che,
perdendo così ogni proprio valore di rifermento alto e nobile, verrà facilmente e in breve tempo livellata
sui bisogni essenziali e pertanto molto più facilmente dominata.


Unendo poi questo atto di volontaria demolizione dei luoghi e delle attività d’arte e cultura

con un quasi certo impedimento alla mobilità individuale dei cittadini,

si ottiene un perfetto regime totalitario che blocca qualsiasi “libertà”,

nascondendosi dietro l’ipocrita giustificazione della tutela della salute pubblica del cittadino
.


George Orwell e i suoi epigoni, persino i peggiori scrittori di distopie fantascientifiche, tra il Seicento e il secolo scorso,
non hanno mai immaginato qualcosa di altrettanto aberrante e soprattutto almeno non lo hanno mai messo in atto.


Oggi, Conte ed i suoi, utili pedine su una scacchiera criptopolitica dove esistono soltanto caselle nere,
lo stanno facendo ogni giorno, incessantemente e…cosa più triste di ogni altra…con la connivente,
supina accettazione di tutto questo da parte di molti cittadini
ignari di quanto William Shakespeare
fece gridare al pallido principe di Danimarca, Amleto:


“È una bella prigione, il mondo”.
 
Pongo una domanda.

I cittadini sono tutti uguali ?

Perchè vorrei capire come mai il ministro boccia
- che ha la moglie positiva al virus -
non sia in isolamento fiduciario domiciliare,
ma presente di persona a tutte le riunioni.

E positiva lo era poco prima del 23 ottobre.

E' proprio vero. I pidioti vogliono distinguersi, sempre.
.....se fosse stato uno di centro-destra.........apriti cielo.
 
Ora più che mai sono completamente certo che esista un ben stabilito e dettagliato disegno “genocida
per distruggere quanto di più prezioso possegga l’Italia: la cultura.

Sono un complottista se affermo questo?

Ebbene allora che mi si lasci complottare, fate come si è soliti fare con i folli, assecondatemi, ignoratemi.

In effetti, non c’è più alcuna differenza tra il sottoscritto e la carta dei tarocchi che porta il numero “zero” e danza, colorata, sull’orlo del mondo.

Tra i deliri tremendi del nuovo Dpcm emesso dalle inarrivabili menti del premier, Giuseppe Conte e dei suoi stretti collaboratori,
tra i quali l’insuperabile ministro Dario Franceschini, ministro della Cultura, dopo aver di fatto impedito, quasi “manu militari”,
qualsiasi evento artistico e culturale, pubblico e privato, sì è dato il colpo finale, esiziale, con la chiusura dei musei e delle mostre.

In effetti così tutto si tiene.

In attesa di essere perseguito dalla “psicopolizia” e sottoposto a un tso per quanto vado scrivendo
– e dicendo – da mesi, proseguo nella mia tesi paranoide e oscurantista, di certo in odore di negazionismo fascista.


Peccato che – lo ricordo per i più distratti detrattori del vituperato Ventennio – il Fascismo, con le leggi del 1939 volute da Giuseppe Bottai,
abbia prodotto la miglior giurisprudenza mai realizzata proprio per la tutela e la salvaguardia dei nostri beni artistici e culturali,
mentre – anche questo lo ricordo per tutti coloro che avessero ancora gli occhi foderati da spessi strati di speck –
furono i nazisti a bruciare i libri e a distruggere molte opere d’arte,
e con loro fece scempio la volontà distruttiva bolscevica della Russia stalinista.



Ecco perché l’aggettivo “fascista” urlato da Vittorio Sgarbi all’indirizzo di Conte e Franceschini trovo sia inadatto, improprio,
nella sua ontologica essenza, poiché – ne sono certo – mai nessun “fascista” avrebbe osato tanto e la storia lo dimostra.

Detto ciò, mi trovo comunque totalmente al fianco di Vittorio nella sua indignazione sgarbiana
rivolta con giusta ira a questa scellerata decisione dell’attuale esecutivo,
che segna così uno degli abissi più cupi e oscurantisti dei governi dell’ultimo Dopoguerra.


Nutro, altresì, il sospetto che in un tempo lontano della loro infanzia, sia al premier sia al ministro dei Beni culturali,
sia occorso qualche cosa di sgradevole legato ai luoghi dell’arte, del bello, della cultura che li abbia segnati per sempre,
con un trauma recondito e subconscio che ciclicamente riemerge in tutto il suo odio.

Forse qualche musicista, qualche giovane attore, qualche pittore di bell’aspetto è stato preferito loro da qualche fanciulla del liceo?

Se così fosse, tanto astio sarebbe soltanto un meschino tentativo di vendetta a posteriori
nei confronti di un’intera categoria che essi stentano a comprendere,
ma se invece vi fosse a monte un progetto minuzioso che utilizza l’insipienza politica e amministrativa di costoro
per perseguire un fine di annichilimento dell’intera società italiana?

Colpendo luoghi e persone che si occupano di beni “immateriali” – ma non sempre perché la ricchezza di un museo,
di una mostra è assolutamente tangibile – nei fatti si mina alle fondamenta un’intera civiltà che,
perdendo così ogni proprio valore di rifermento alto e nobile, verrà facilmente e in breve tempo livellata
sui bisogni essenziali e pertanto molto più facilmente dominata.


Unendo poi questo atto di volontaria demolizione dei luoghi e delle attività d’arte e cultura

con un quasi certo impedimento alla mobilità individuale dei cittadini,

si ottiene un perfetto regime totalitario che blocca qualsiasi “libertà”,

nascondendosi dietro l’ipocrita giustificazione della tutela della salute pubblica del cittadino
.


George Orwell e i suoi epigoni, persino i peggiori scrittori di distopie fantascientifiche, tra il Seicento e il secolo scorso,
non hanno mai immaginato qualcosa di altrettanto aberrante e soprattutto almeno non lo hanno mai messo in atto.


Oggi, Conte ed i suoi, utili pedine su una scacchiera criptopolitica dove esistono soltanto caselle nere,
lo stanno facendo ogni giorno, incessantemente e…cosa più triste di ogni altra…con la connivente,
supina accettazione di tutto questo da parte di molti cittadini
ignari di quanto William Shakespeare
fece gridare al pallido principe di Danimarca, Amleto:


“È una bella prigione, il mondo”.

:accordo:
:ola::ola::ola:
 
Oggi ci sono ben 6.258 persone guarite e questi me li conteggiano con i 21630 positivi.

Cioè il 30% delle persone che loro sommano, sono invece guarite.

E' vergognoso. Ci manovrano come burattini.
 
Oggi ci sono ben 6.258 persone guarite e questi me li conteggiano con i 21630 positivi.

Cioè il 30% delle persone che loro sommano, sono invece guarite.

E' vergognoso. Ci manovrano come burattini.

Bar e ristoranti chiusi nelle zone arancioni
In seconda fascia arancione ci sono invece tutti quei territori in cui il fattore di rischio è compatibile con lo “scenario 3”, con un Rt tra 1,25 e 1,5 e una «trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo». In questo caso sono previsti interventi «lievemente meno restrittivi» come chiusura per tutta la giornata di bar e ristoranti. I negozi restano aperti. Ma è imitato in queste zone anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità».

Nell’ultima fascia verde, la terza, finiranno invece tutte le Regioni che hanno un indice di rischio compatibile con lo “scenario 2”, dove l’Rt si colloca tra l’1 e l’1,25. Qui varranno solo le misure valide a livello nazionale.

NON SI CAPISCE: UN RISTORANTE NEL LAZIO FINO ALLE 22 ORA COPRIFUOCO PUO' STARE APERTO AL PUBBLICO O NO?
GRAZIE
 
5. È fatto obbligo nei locali pubblici e aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.

o sono cretino io, o se è vietato chi scrive le leggi deve tornare a scuola.............
 
"bisogna aver pazienza" nel testo di una canzone.......penso sia finita.
Prima o poi riusciremo a mandarli a casa.

«Curva terrificante, 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore».

Ovvero come concentrare in una manciata di parole un messaggio dirompente
che scarica nelle case un quadro apocalittico nel quale l'unica scelta possibile è quella di «restare a casa».

In attesa di che cosa? Forse che il conto alla rovescia di quelle 48 ore finisca?

Ma soprattutto:
servirà allo scopo?
E quale scopo?
Basterà a imporre la prudenza e il rispetto delle regole?
O farà anche questo la stessa fine delle atipiche «forti raccomandazioni» infilate da Conte in uno dei recenti dpcm?

Il rischio è quello di terrorizzare ancor di più chi è già troppo spaventato senza però centrare nessun altro obbiettivo.

Messaggi come quello lanciato ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che pongono scadenze, ultimatum e che suonano come minacciosi avvertimenti.

Il governo e le istituzioni politiche e tecniche hanno adottato un linguaggio catastrofico spesso condito con termini bellici.

Il quadro che emerge non è sovrapponibile a una pandemia ma piuttosto a quello della caduta di un meteorite che è dunque inevitabile.

Il risultato ottenuto è quello di paralizzare i cittadini con la paura, anzi le paure:
di contagiarsi o di contagiare gli altri, di finire in rianimazione, di provocare con i comportamenti individuali un'impennata dell'epidemia.

«I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo», scriveva il filosofo Ludwig Wittgenstein.

Ecco, la gestione linguistica del coronavirus da parte di molti esponenti del governo e delle regioni ha confinato i cittadini italiani nel regno del terrore.

Nessuno nega la gravità di una crisi generata da un agente patogeno sconosciuto,
ma non è scontato né inevitabile che questa crisi debba essere governata attraverso il linguaggio del terrore.

Il Coronavirus non è una maledizione, ma una serissima questione di salute pubblica.

Serve cautela nel maneggiarle perché potrebbero avere effetti contrari a quelli auspicati.
 
Che figura di merda.


L’ennesimo flop del governo è simboleggiato dal “click day” per il bonus bici.

La cronaca del disastro è stata perfettamente raccontata da Repubblica:

“La schermata iniziale che si è aperta dopo qualche tentativo di connessione andato a vuoto indicava il plafond
e una prima scrematura attraverso risposte a semplici quesiti sul possesso di Spid e sul Comune di residenza.
Dopo qualche fallimento della connessione, sulla piattaforma è comparsa una prima schermata nel quale si dava il via all’operazione alle 10:00”.




bonus-bici.jpg



“Una volta aperta la ‘sala d’attesa’ ci siamo resi conto che – a differenza di altri utenti –
non avevamo indicazioni di quante persone avessimo in coda davanti.

Abbiamo provato a contattare il centralino del Ufficio relazioni con il pubblico del Ministero e scritto una mail, senza risposta in entrambi i casi”.


“Alle 14 circa è arrivato il nostro turno – scrive il giornalista che ha documentato il “click day” per il bonus –
dopo cinque ore d’attesa e sapendo che avremmo avuto a disposizione solo 20 minuti per fare tutta la procedura.

Abbiamo chiesto il “buono o rimborso”, e siamo quindi passati alla identificazione Spid.

Sul più bello, però, si sono presentati messaggi di errore che hanno impedito l’accesso a Spid”.


“Dopo una serie di tentativi di autenticazione a Spid, sia con Qr code via App

che attraverso nome utente e password, il tempo a nostra disposizione è scaduto.

Pazientemente, ci siamo dovuti rimettere in coda. Dietro ad altre 640 mila persone”.



E per un governo che va avanti a bonus, questo è tutto dire…
 
In Italia, a tenere banco in questi giorni difficili, è la possibilità di nuove chiusure generalizzate dell’economia
per contrastare il diffondersi del Covid-19 sul territorio nazionale.

Con gli esperti divisi e la paura che tante famiglie, in caso di ulteriori restrizioni, possano non arrivare più a fine mese.

C’è però chi, anche in mezzo alla tempesta, continua a navigare incurante, a gonfie vele:
il mercato azionario e la finanza, in particolare, vivono proprio in questa fase una vera e propria età dell’oro,
stando alle stime della multinazionale americana di servizi finanziari JP Morgan.

“Nonostante l’impatto negativo sul breve periodo – scrive infatti JP Morgan –
il riemergere del lockdown e la risultante debolezza della crescita economica possono spingere le azioni verso l’alto
attraverso l’induzione di un QE più ampio e di una maggiore creazione di liquidità”.

Secondo lo studio, la corsa alla Casa Bianca non avrà un impatto su questo fenomeno:
chiunque esca vincitore, finanza e mercato azionario saranno interessate soltanto al fatto che il governo continui a sfornare sussidi,
finanziato dalla Federal Reserve, la banca centrale americana.


Che alcune aziende finiscano per fallire, poco importa: i soldi ci sono e gli asset continueranno nella loro crescita.


Il recente passato ha d’altronde evidenziato una crescita voluminosa della ricchezza finanziaria,
che nel settore privato a stelle e strisce ha raggiunto un valore 6,2 volte più grande di quello del Pil nazionale
dopo essere rimasta per 50 anni in una fascia compresa tra il 2,5 e il 3,5.

Questo a sua volta ha provocato l’inflazionarsi dei valori degli attivi.

Un trend che, però, non manca di suscitare molta preoccupazione negli analisti americani, compresi quelli della stess JP Morgan.


Il grosso dell’occupazione americana viene infatti ancora dall’economia reale, piuttosto che da quella virtuale.

Un dettaglio tutt’altro che irrilevante e del quale, però, il sistema di trasmissione monetaria non tiene conto.

Anzi, la ricchezza continua a rimanere in mano di un numero ridotto di persone, quelle che investono soltanto nel settore finanziario.

Una forma di denaro dedicata, sostanzialmente, soltanto ai ricchi.


Un sistema che, però, rischia pericolosissimi corti circuiti.
 

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