Io ero una romantica (come ora).
Il primo amore, del tutto platonico, per un ragazzino conosciuto in montagna, l'estate degli esami di III media.
Si chiamava Jhonny e veniva dalla provincia di Padova. Era biondo, con gli occhi azzurri, molto più sveglio di me. Io, timida come un coniglio, non riuscivo mai a parlargli e la sola volta che siamo rimasti soli, sulla panchina dove ci incontravamo noi ragazzini del paese, non sono riuscita nemmeno a guardarlo negli occhi, mentre lui mi diceva che gli piacevo. Ero rossa come un peperone e con gli occhi umidi di commozione e tensione.
Una volta, ricordo, mentre stavamo, con tutti gli altri del gruppo, sulla famosa panchina, lui mi mise "distrattamente" una mano sul ginocchio sinistro. Sobbalzai tanto che se ne accorsero tutti e diventai tanto rossa che mi si sarebbe potuto far cuocere un uovo sulle guance.
Inutile dire che non ci scambiammo nemmeno un bacio, anche se lui, la sera prima di ripartire, ebbe il coraggio di chiedermi se volevo fare sesso con lui
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Io, scioccata, ho girato i tacchi e sono letteralmente corsa via