Cara Nelida...
TI RICORDO CHE IL TUO MESSIA...
VOLEVA DARE LE 1500 EURO ANCHE ALLE DONNE PERCHE' RESTASSERO A CASA A CURARSI DEI FIGLI!...
NON DIMENTICARTELO QUESTO!
Nelida Cecot
https://www.facebook.com/groups/844708152316778/permalink/1529515187169401/
Gea info news
<3
"PERCHE' UN URGENTE APPELLO ALLE DONNE A CANDIDARSI NEL PVU"
Care Donne (e Uomini) del Coemm, un appello!!
Nasce il PVU, Partito del Valore Umano, appoggia un Progetto, il nostro Progetto, che parla di “Mondo Migliore”: questa volta alle urne facciamo la DIFFERENZA! Attuiamo la legge! Per un'UGUAGLIANZA SOSTANZIALE puntiamo all'OBIETTIVO DEL RIEQUILIBRIO DI GENERE.
ERA IL 26 GIUGNO 1946, quando l’Unione donne italiane, sottopose alle donne elette in Assemblea un elenco di norme da inserire nel testo costituzionale, chiedendo in sostanza “la parità giuridica con gli uomini in ogni campo, il riconoscimento del diritto al lavoro e accesso a tutte le scuole, professioni, carriere; il diritto a un'adeguata protezione che permetta alla donna di adempiere ai suoi compiti di madre; uguale valutazione, trattamento e compenso degli uomini per uguale lavoro, rendimento, responsabilità”.
SONO QUINDI SOLO 70 ANNI CHE LO STATO ITALIANO E' OBBLIGATO A CONSIDERARE LA RICHIESTA DELLE DONNE AD ESSERE TRATTATE AL PARI DEGLI UOMINI, in campo politico e sociale, anche se ciò non ha però obbligato lo Stato a metterlo in pratica.
Si dovrà così passare altri 57 anni, oltre due generazioni, prima che l'Italia decida, con il comma 1 all'art.51 della Legge cost.30 maggio 2003, di sancire il principio di eguaglianza sostanziale anche in riferimento all’accesso alle cariche elettive, in forza della quale “A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
In Italia è la Calabria la prima regione in cui la doppia preferenza di genere viene introdotta per la prima volta con la legge n.4 del 2009. Un meccanismo che consente agli elettori di esprimere uno o due voti di preferenza, con l’avvertenza che, in quest’ultimo caso, “una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza”.
Di recente, una legge in Trentino ha sollevato la speranza che il mondo politico cambi le sue solite procedure elettorali. L'obbligo di liste composte da donne e uomini in egual misura, rischia di portare i consiglieri contrari, ad un referendum i cui tempi di realizzazione sono pressoché impossibili.
Sappiamo bene quanto, a sole parole, ogni partito italiano sappia fare audience, sappiamo bene che tutti iora parlano di reddito di dignità e che non c'è altra alternativa all'era robotica, sappiamo bene, dopo 2 anni di lezioni di economia con il Prof. Galloni, che un Paese può riprendersi solo se esce dal capitalismo ultra finanziario e inizia un'economia “sostanzialmente femminile”.
Ma sappiamo anche che l'Italia, nel Global Gender Report 2017 realizzato dal World Economic Forum, sta sprofondando, ora all'84° posto tra i 144 paesi analizzati, per l'attuazione di una parità di genere.
Così diceva Yasmina Bekhouche, co-autrice del rapporto del World Economic Forum nel 2013, quando eravamo al 74°posto: "Il posizionamento generale dell'Italia può essere spiegato principalmente con il basso risultato nella classifica della partecipazione e opportunità economiche: solo il 47% delle donne lavora, mentre lo fa il 74% degli uomini".
Per quello che è il nostro glorioso passato che inizia nel 1946, non importa oggi andare in Africa per vedere donne sfruttate, o portare esempi extra comunitari, lo siamo anche qui in Italia dove la disparità nei trattamenti tra donne e uomini è peggiore della Grecia, del Magadascar e del Belize.
Nella Società civile, tutti sono d'accordo che l’innovazione principale degli ultimi anni è la legge 215/2012 che introduce, insieme alle quote di rappresentanza di genere, la doppia preferenza di genere nelle elezioni municipali per i comuni con più di 5 mila residenti:
vogliamo chiedere al PVU di adottare finalmente qualcosa di concreto e visibile?
NON SOLO NEI COMUNI MA ANCHE IN PARLAMENTO!
Donne del Mondo Migliore, dopo 71 anni, per vedere davvero un REALE CAMBIAMENTO POLITICO,
chiediamo che le liste del PVU accolgano e promuovano l'OBBLIGO DI UNA PARITA' DI GENERE NELLE LISTE ELETTORALI.
Allora, si, vedremo che qualcosa di davvero concreto e visibile sta apparendo in politica e potremo sentirci rappresentate da un partito che vuole davvero INNOVAZIONE.
Se davvero si può, l'adesso è ora!
