Nuove alleanze si tessono all'orizzonte, di quelle che nessun elettore comprende se non quando ormai le vede materializzate, e non può più fare nulla perché la sua preferenza l'ha già data, o gli sono quanto mai incomprensibili i meccanismi che hanno portato quegli accordi a compiersi.
Alla luce di una volontà nuova di creare un'economia etica e circolare, bisogna procedere consapevoli di quanto nella nuova destra emergente dove i cavalli di battaglia erano il no categorico alla moneta unica, ora si sovrappongono interessi di palazzo, volontà di protagonismo parlamentare e quegli stessi intrallazzi della politica dai quali in passato per catturare gli interessi degli elettori si erano sempre allontanati.
Non che l'ala grillina sia meglio, contaminata dai gruppi di pressione internazionali che vorrebbero tenere guidata e ben salda l'Italia alle loro regole dogmatiche e colorate di un autoritarismo più che mai travestito da ideali umanitari.
Quindi, a furor di popolo, sarebbe utile e lecito creare una nuova visione della società basata su un totale attivismo politico che sia imprescindibile da uno studio mirato delle vere cause che non permettono a questo sistema economico di creare uguali condizioni per tutti, fermo restando sia necessario lasciare ampi spazi di manovra alla libera iniziativa ed alla libera impresa.
Rivoluzionare il concetto di operaio e di imprenditore, in un contesto altruistico, significa ridimensionare i maxi stipendi, rifondare il sindacato su presupposti di giustizia e trasparenza, ed elevare in un percorso di continua crescita professionale le varie attività svolte all'interno di un sistema aziendale, permettendo ad ogni risorsa, riprendendo il concetto stile "olivetti", di essere appagato e soddisfatto di ciò che svolge e del trattamento ricevuto.
Poi sarebbe necessario investire nel sociale, ridare credibilità alla macchina burocratica statale i cui funzionari nell'immaginario sono ormai diventati fannulloni o faccendieri.
Serve quindi modificare la percezione che ogni cittadino deve avere nei confronti di chi amministra, perché solo così nascono l'equilibrio, politiche maggiormente orientate a chi ha bisogno, e quel collante collettivo che possa ridare al paese solidità, integrità e crescita.