3 anni e mezzo per sapere che il progetto prevede che 11 persone di un comune otterranno un credito per spenderlo sottocasa. Ma quante botteghe artigiane possono avere sottocasa questi 11? Ma supponiamo che ci siano tutti gli artigiani che servono, prima bisognerebbe far chiudere la grande distribuzione, cacciare i negozianti stranieri soprattutto i cinesi e smettere di indossare marchi di scarpe, abbigliamento, accessori stranieri, non comprare TV e cellulari stranieri e pure gli abbonamenti solo da aziende italiane. Per il cibo italiano io spezzerei una lancia e smetterei di consumare quinoa, banane, kiwi neozelandesi, noci di cocco, patate olandesi, baccalà e salmone norvegese, carne argentina, formaggi d'oltralpe, birra irlandese, Coca-Cola, ecc. tanto di cibo ne abbiamo una varietà infinita. Le colture biologiche però non sfamano tutti per via che la produzione non da le stesse quantità.....e va beh! dieta! Secondo un report pubblicato dall’
Istat nel novembre 2017, in Italia si contano 14.007 imprese a controllo estero che occupano 1,3 milioni di addetti, domanda: i piccoli artigiani sarebbero in grado di assorbire questi lavoratori? Magari i più dotati si potrebbero collocare nel calcio italiano imponendo solo giocatori italiani
Nel mercato del mobile ce la faremmo per la presenza di tanti bravi mobilieri, una volta cacciata Ikea. Per le auto a marchio italiano la vedo dura ma non si sa mai.
Ma quello che dice di poter realizzare il coemm è fattibile? Come e dove si collocherebbe nel mercato mondiale un paese isolato commercialmente?
Chiedo scusa per la lunghezza ma è interessante conoscere la situazione attuale:
La grande distribuzione è terra di conquista. Conad ha stretto una alleanza strategica con la transalpina Leclerc, che a sua volta persegue un disegno di sviluppo su scala europea. Carrefour ha realizzato un polo cui fanno capo le reti Gs, Finiper e Unes. Auchan è alleato storico di Rinascente. La tedesca Rewe ha rilevato la Standa alimentare e controlla anche i supermercati Billa e i discount Penny. E nel comparto dei prodotti superscontati la parte del leone la fa la tedesca Lidl. Nell’ingrosso alimentare, Metro ha una quota elevata del mercato, si stima il 40% almeno. Nel rifornimento di oltre 200mila tra bar e ristoranti competono da leader tre gruppi a controllo estero: Partesa, che fa capo al gruppo olandese Heineken, T&C collegata alla danese TuborgCarlsberg e Sodipar passata nell’abito del colosso sudafricano Sab-Miller che a sua volta ha acquisito il controllo della Birra Peroni. Ma la presenza dei retailer stranieri non è limitata solo ai supermarket. Nel comparto dell’elettronica di consumo, ad esempio, la tedesca Mediaworld (gruppo Metro) e l’inglese Dixon (dopo l’acquisizione di Unieuro) hanno posizioni leader, mentre si annuncia l’ingresso in Italia della francese Darty (gruppo Kesa). Nel settore del mobile prosegue incessante lo sviluppo di Ikea (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri), mentre con Emmezeta (rilevata dalla controllata Conforama) si rafforza il gruppo transalpino Ppr (proprietario di Gucci), cui fa capo anche la Rexel (vendita di materiale elettrico). Nella profumeria la preminenza dei gruppi esteri è lampante. Le francesi Marionnaud e Sephora hanno fatto shopping e contendono la leadership con le tedesche Douglas e Limoni-Marbert.
Nell’occhialeria in Italia è in sviluppo l’olandese Hals che ha rilevato Grand vision e Avanzi. L’abbigliamento assiste a una diffusione rapida di gruppi innovativi come gli spagnoli di Zara e Mango, gli svedesi di H&M, i francesi di Celio e di Kiabi (Auchan), gli americani di Nautica. Nel settore auto avanza Norauto (Auchan) che ha rilevato recentemente la rete Midas dal gruppo Fiat. Sono poi 68 le reti estere in franchising. Nel bricolage il leader è il polo realizzato tra Rinascente e Leroy Merlin (Auchan), che si confronta con la francese Castorama, mentre Coop ha rilevato la quota di riferimenti di Obi dai tedeschi di Tangelmann. Nell’ingrosso di farmaci la parte del leone è svolta dalla tedesca Gehe. Il modello francese Fnac (gruppo Ppr) sta facendo scuola nel settore libri e audiovisivi. Negli articoli sportivi Decathlon (Auchan) è leader nelle grandi superfici. Nelle sale cinematografiche il mercato dei multiplex, ossia dei cinema multisala di ultima generazione è dominato dai gruppi esteri (americani e francesi), con la Warner village in pole position.
Ma il coemm dice che il cambiamento è possibile modificando usi e consumi attraverso una card con moneta complementare nazionale, lavorando 4 ore. A voi le riflessioni.