Hai ragione e sostengo il principio della difesa delle minoranze. Talvolta però le minoranze millantano nemici e attacchi quando criticate -per restare in TOPIC- per cui quello che ci va di mezzo è la libertà di parola e opinione.
Da cosa si discrimina la differenza :
- dal contenuto per cui è diverso se è una reale offesa o se viene interpretata la critica come offesa in quanto tale perché non tollerata o non ammessa (restando in topic e tutto quello che può essere interpretato come riferimento sia considerato puramente casuale)
-dall'aggressività con cui tali minoranze reagiscono alla critica
- da quanto effettuano già o effettueranno quando da minoranza si trasformano in maggioranza.
Non so se il Coemm andrà mai al governo, ma non mi piace l'idea di programmi rieducativi e gente bannata, mi ricorda troppo condanne recenti a 1000 frustate (50 alla volta) e anni di prigionia a certi blogger dissidenti.Nell'indifferenza della presunta libera stampa e società libera.
Quello da te citato è un comportamento tipico di tante sette o di certi gruppi "confessionali" brandire all'esterno certi diritti facendosi scudo di essi,quando all'interno del gruppo invece li neghi ai tuoi adepti,secondo me siamo assolutamente in topic.
Strumentalizzare la libertà di parola da parte delle minoranze per dirsi vittime e vietare in questo modo il dissenso a prescindere dalle forme in cui viene espresso è abberrante,altrettanto abberrante è strumentalizzarla per consentire qualunque tipo di attacco,a quelle minoranze.Nel mezzo ci sono o dovrebbero esserci le leggi,figlie delle rispettive società.
Sul motivo per cui certe minoranze tendono a reagire in modo aggressivo alle critiche,sempre che non si tratti di una reazione strumentalizzata a fini specifici,potremmo intavolare un lungo discorso ma finiremmo ot,certi meccanismi di difesa portano ad una forma aggressiva di diffidenza.Bisognerebbe interrogarsi sulle cause da cui scaturisce.
Sotto certi aspetti le tue paure sono le mie,solo che su me stessa tento un approccio razionalizzare alle stesse,e pur sapendo che certi comportamenti in un determinato stato conducono alla pena di morte,so pure che le probabilità che lo stesso accada nel paese in cui vivo sono statisticamente remote.Tra le nostre paure e la realtà esistono una serie di variabili di cui spesso,io per prima,non teniamo conto