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myPOS è valutata come "Molto buono" con 7,2 / 10 su Trustpilot



Bruno Pilia
1 recensione

Pubblicata mercoledì 4 aprile 2018 Aggiornata mercoledì 4 aprile 2018
SERVIZIO DEL TUTTO INAFFIDABILE
SERVIZIO DEL TUTTO INAFFIDABILE. Staff assolutamente incompetente.
1) I dipendenti (Customer Service o chi per loro) di MyPos hanno dimostrato totale incompetenza riguardo la valutazione della sicurezza web senza peraltro fornire alcuna spiegazione. Cosa Grave!
2) NESSUNA garanzia di servizio anche dopo la perizia tecnica per la sicurezza del nostro sito e l'approvazione del servizio da parte di MyPos! Cosa Grave!
Ecco cosa ci è capitato:
Soldi spesi per assoldare uno specialista per la sicurezza internet che lavorasse sul nostro sito. Soldi spesi per tutti i protocolli di sicurezza HTTPS. Soldi spesi per eseguire controlli sulla sicurezza. Nessun plugin anomalo presente, il cambio delle password e il backup dei dati sono eseguiti regolarmente.
MyPos dopo aver ricevuto TUTTA la documentazione legale richiesta, valuta il sito e APPROVA l'erogazione del servizio.
Passano appena quattro giorni e MyPos ci nega il suo servizio adducendo la causa a non meglio specificati "problemi di sicurezza e di opportunità". Questo è stata l'unica spiegazione fornita.
Abbiamo immediatamente e ripetutamente contattato MyPos per avere una spiegazione dettagliata dei fantomatici problemi di sicurezza in modo da porre rimedio il prima possibile.
MyPos risponde in maniera vaga e imprecisa, ripetendo più volte che si tratta di problemi di sicurezza senza specificare quali sarebbero. Sembrano risposte automatiche senza controllo umano! Probabilmente lo sono! Dopo più di tre settimane non abbiamo ancora idea quali siano le falle di sicurezza che MyPos ritiene così gravi da non poter lavorare con noi. Questo fatto da solo qualifica MyPos che dimostra incuria, mancanza di rispetto e mancanza delle più elementari norme di educazione verso il cliente.
Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto il servizio di MyPos ne nessuna spiegazione in merito e abbiamo dovuto chiudere il nostro negozio virtuale e ritirare tutti i nostri prodotti. Ora ovviamente ci rivolgeremo a qualche azienda più seria.
In definitiva, non consigliamo MyPos a NESSUNO. La sua totale inaffidabilità ci ha fatto perdere tempo, denaro e ci ha creato vari problemi. Aggiungo che oltretutto i presunti problemi di sicurezza li avrebbero potuti e dovuti valutare PRIMA di darci l'approvazione. Invece per MyPos evidentemente creare dei problemi e delle spese inutili ai clienti è cosa normale e accettabile! Gente totalmente inaffidabile e pericolosa per chiunque intenda lavorare con loro.



Gianluigi Fonnesu
1 recensione

Pubblicata giovedì 8 febbraio 2018
Cara piattaforma mypos a causa vostra e …

Cara piattaforma mypos a causa vostra e dei bonifici a me bloccati ho rischiato il fallimento , ho tentato più volte di parlare con voi e il vostro servizio legale ma sono stato inopportunamente snobbato , siete gia al corrente che i miei legali stanno iniziando tutto l iter per la richiesta dei danni , a presto , e.....non lo consiglio per niente.....diffidate....nel contratto parlano di accordi che non rispetteranno mai




Manuel Acosta
1 recensione


Pubblicata sabato 20 gennaio 2018
Ho ordinato il POS tramite loro …

Ho ordinato il POS tramite loro rappresentanza Italiana cui mi è stato chiesto di aprire il conto mypos. Premetto che il POS avevo deciso di pagarlo in contrassegno ma dopo questa email mi sorgono molti duppi sulla serietà di questa azienda. Ancora devo operare con loro e gia mi sospendono l'account nonostante abbia inviato documenti, camera di commercio e avuto anche il riconoscimento online tramite webcam con i loro collaboratori per attivare il servizio al 100%. Grande perdita di tempo, gente non seria, inaffidabili e sopratutto imprevedibili che dopo aver inviato tutta la documentazione sia in Italia che a loro tramite il loro portale mi hanno sospeso l'account senza motivazione quando era gia tutto attivo.. Questa la loro email... diffidate!

myPOS (Support)

19 gen, 20:41 EET

Gentile Sig. XXX,

La informiamo che, a causa di considerazioni di sicurezza, i servizi myPOS Online sono stati sospesi.

Si prega di tener presente che può continuare ad utilizzare altre funzionalità del suo conto myPOS.

Rimanendo a sua disposizione per qualsiasi informazione la salutiamo cordialmente e le auguriamo una Buona serata!

Distinti saluti,
myPOS Team
Servizio Clienti



Stefano Scorza
2 recensioni


Pubblicata mercoledì 20 dicembre 2017
PESSIMA ESPERIENZA
Dopo ad essere stato convinto che la mia società americana con sede dichiarata in Bulgaria sarebbe stata accettata dalla banca, ho acquistato il POS, ho versato per prova 200 euro, e mi viene risposto che devo presentare la documentazione comprovante l'iscrizione alla locale camera di commercio (pratica impossibile per società estera).
Soldi persi. Non posso riprenderli ed il POS lo posso solo buttare nel cesso. Il responsabile italiano non risponde più al telefono (Petroni).





Riccardo Nicolini
1 recensione


Pubblicata martedì 7 novembre 2017
Sono giorni che richiedo un contatto …

Sono giorni che richiedo un contatto non aggiornano i dati che richiedono . Con la carta non riesco a prelevare mi dice non abilitata . Ho richiesto assistenza ma nessuno si fa vivo .ad ogni TENTATO PRELIEVO MI SCALANO 50 centesimi .quindi mi sono comprato il pos se prelevo devo lasciare 50 centesimi se incasso 300 euro lascio a loro 4.20'non capisco tutta questa convenienza . Se ho un problema nessuno ti contatta . Meglio una banca zio can
 
0001 May 01, 2018 12.10.28.jpg





Freschet Nicola
1 recensione


Pubblicata venerdì 11 agosto 2017 Aggiornata sabato 12 agosto 2017
Servizio da evitare completamente

Servizio da evitare completamente. Riepilogo quanto successo. Ho attivato il servizio mypos ancora quando si appoggiava alla banca del Lussemburgo, non essendo essi stessi una banca vera e propria. Quando hanno cambiato banca di appoggio, ovvero essendo passati a Satabank, mi sono permesso di chiamare il commerciale per l'Italia, il Sig. Diego Billy per sapere se per qualche motivo fosse cambiato qualcosa a livello di struttura, e, non vedendo più la ragione sociale "mypos ltd" nel contratto mi è sembrato doveroso sapere se per caso la società fosse stata assorbita. Mi era sembrato infatti logico sapere con chi stessi lavorando e, qualora la società fosse stata assorbita, sapere chi fosse il mio nuovo interlocutore. Con toni molto sbrigativi (telefonata registrata nel centralino) mi viene detto che non è affar mio sapere chi è che gestisce mypos. Per diplomazia spiego che avendo un software gestionale aziendale che mi obbliga a catalogare i clienti e i fornitori, io DEVO sapere la ragione sociale delle aziende con cui lavoro. La risposa è stata: scusi ma quando lei va in Unicredit (banca a caso), chiede al direttore la ragione sociale ? A questo punto capisco che la persona che ho al telefono o mi sta facendo ostruzionismo oppure non è in grado di intendere e di volere. Rispondo dicendo che quando firmo un contratto con unicredit è mio dovere informarmi su quale sia la ragione sociale di Unicredit, aldilà del nome commerciale. Unicredit banca s.p.a. per l'appunto. Chiamo quindi Satabank, direttamente a Malta, si scusano e mi fanno parlare con una referente per mypos, che però appartiene alla società leupay (che dicono essere sempre loro). Questa signora, si scusa, parla italiano e mi spiega che c'è stato un cambio di struttura, che mypos è la piattaforma informatica (wallet), ma anche lei continua a NON dirmi chi è il proprietario e dice che questa piattaforma si appoggia a satabank. Chiedo quindi... con chi ho stipulato il contratto ? con satabank o con la società che gestisce mypos ? E nel secondo caso... quale è la società ? Risposta: c'è scritto nel contratto. Il tempo passa, nel contratto, a seguito del restyling grafico del sito appare MYPOS EUROPE LTD, costituta nel 2017, (capitale sociale 10.000 sterline... detto tutto) quindi fresca fresca... ecco perché tanto ostruzionismo, poi si legge che MYPOS EUROPE LTD promuove il servizio per l'Italia, ma il servizio vero e proprio è gestito da Intercard Finance AD, che ha sede in Bulgaria. Per i servizi bancari però si appoggiano a Satabank. Premetto che fino ad ora ogni volta che creavo un bottone di pagamento ed effettuavo una transazione il sistema veniva bloccato per giorni, trattenendo i fondi. Email ed email del tipo... ci invii la copia della fattura, ci dia della documentazione sul servizio, prodotto venduto, ecc... la cosa ridicola è che avrò strisciato qualche centinaio di euro dalla mia carta personale per fare una prova. Il tempo passa, riprendo mypos per mano, vedo che è cresciuta, ne parlano bene, le do fiducia. Bonifico 20.000 euro circa e per tirarli fuori subito (è un test) ordino 10 carte di debito (te ne danno fino a 50) ciascuna con massimale di prelievo di 2000 euro al giorno. Così, dico io, in un giorno li tiro fuori tutti dal bancomat. Problema: oltre 5000 euro non puoi prelevare. Chiamate a raffica a satabank, email con il referente, il sig. Sergio Zammit di Satabank (persona molto cortese), ecc... Alla fine dopo, passati giorni, e grazie alle sollecitudini del Sig. Zammit verso MYPOS, vengo chiamato da un'operatrice che mi avvisa che il wallet (mypos) indipendentemente dal numero di carte di debito acquistate non permette di prelevare più di 5000 euro al giorno in totale. Allora chiedo che senso abbia avere 50 carte di debito (numero massimo acquistabile), per prelevare 100 euro da ognuna ? mi dice che è un limite di sicurezza perché non è detto che tanto tutte le carte debbano prelevare ogni giorno insieme. Benissimo allora se io avessi 50 agenti di commercio in giro per l'Italia, avessi 1 milione di euro in mypos e decidessi di dare una carta di debito a testa ad agente per le spese di viaggio, cene ed albergo, ed ognuno spendesse 1000 euro al giorno gli altri 45 agenti dormirebbero sotto il ponte. Di questo limite non c'è ombra di avviso da nessuna parte, nemmeno nel contratto... e la signorina mi dice che è un limite segreto interno per l'antifrode. L'altro ieri, dulcis in fundo, su richiesta di un mio cliente, prima di proporgli il servizio, effettuo un test con la mia carta di debito personale, mi autoinvio un link di pagamento di 1000 euro. Eseguo la transazione, va a buon fine. Vado al bancomat per riprelevare i miei fondi... servizio bloccato. Dopo due giorni di email MYPOS scrive: Gentile cliente il suo servizio è stato bloccato perché abbiamo visto che ha generato un link di pagamento con carte diverse, rimarrà bloccato fino a ulteriori chiarimenti. Rispondo che ho generato un solo link di 1000 euro e ho eseguito una sola transazione. Nessuna risposta. Fondi ancora bloccati. Se Mypos smentisce una sola parola di quello che ho scritto pubblico tutte le email e i file audio del centralino con le registrazioni telefoniche. Giuro.
 
ho notato i partner commerciali della tonini:biscotti primavera,ambra pasta di puglia,conserve coradi,pasta pedone,immobiliare antica massa(del tonini o famiglia)
Grande gruppo finanziario,non c'è che dire.
Molto interessante questo finanziatore.
I clemini potrebbero ricevere la card di plastica vuota inserire di propria tasca i 1500 € , convertiti automaticamente in criptomonete e/o a preferenza in Monete Fiduciaria Endogena Sovrana Parallela da spendere nel circuito "Noi&Loro" poi senza necessità di cambiare finanziatore donare la proprietà alla Finaziaria/Immobiliare.
Che comodità ! Il tutto a km zero !
Per non dimenticare, qualcuno dei clems ricorderà che a suo tempo il messia vi fece attivare una card presso le Poste (PostepayOro) dove avrebbero dovuto essere depositati i famosi €3.000 dei quid mensili di cui 1.500€ dovevano essere poi restituiti.

La storia si ripete ?
 
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Arrivano in Italia i conti correnti multipaese
Ipagoo presenta un sistema per gestire conti in Francia, Italia, Spagna e Gran Bretagna. Cresce la tedesca N26. Occhi aperti sul riciclaggio
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La similitudine che i fondatori di Ipagoo usano più spesso per spiegare come funzioni il loro istituto di moneta elettronica è quella del roaming telefonico. Così come quando si viaggia all’estero, si può usare il proprio numero di cellulare appoggiandosi alla rete di un operatore del luogo, Ipagoo offre di gestire da un solo conto corrente pagamenti e operazioni in diversi stati. Al momento quattro e tutti europei: Francia, Regno Unito, Spagna e Italia. Ipagoo punta agli espatriati o alle piccole e medie imprese che fanno affari con l’estero. “Se un italiano deve pagare una bolletta in Spagna, deve aprire un conto là. Anche se la sua banca ha una filiale all’estero, dovrà avere una posizione a livello locale”, spiega Franco Mignemi, cofondatore di Orwell, la società inglese che ha sviluppato Ipagoo.

Ipagoo non è una banca. Non può investire denaro. Non offre mutui né prodotti investimento a suo marchio. E in realtà non può neanche tenere in cassaforte il denaro che i correntisti depositano, tant’è che per il Regno Unito si appoggia a Barclays e per l’Europa continentale all’italiano Istituto centrale delle banche popolari.

Ipagoo, di fatto, funge solo da intermediario. Ha sviluppato l’applicazione, e presto anche un sito, da cui il cliente può aprire i conti correnti in quattro mercati e in tre valute: euro, sterlina e dollaro.

Dall’avvio delle attività ad aprile i correntisti sono 500. Entro il 2021 l’obiettivo è convincere 500mila piccole e medie imprese e 4 milioni di persone. La società ha investito circa 25 milioni di euro in cinque anni per mettere a punto la piattaforma. L’apertura del conto, ad esempio, che avviene a distanza, prevede come autenticazione un selfie finale con il documento di identità che viene georeferenziato dal sistema di Ipagoo per verificare la corrispondenza con l’indirizzo di residenza dichiarato. Per il deposito di denaro fisico Orwell sta attivando in Italia un’altra sua controllata, Pagasicuro, un sistema che convenziona 4.000 negozi lungo lo Stivale. Il canone mensile del conto è di 3 euro al mese e comprende tre bonifici Sepa in uscita. I successivi costano 2 euro, i pagamenti internazionali via Swift 36 euro. La commissione di cambio di valuta è dello 0,5%. Gli scambi tra conti dell’app sono gratis.

Ipagoo, in verità, spinge il cliente a restare all’interno dei confini di Ipagoo. Un’azienda, ad esempio, potrebbe aprire conti per le sue filiali e far convogliare il denaro su quello della capogruppo senza spese. Per questo la società ha già pronte nuove aperture, in Germania, Portogallo, Polonia, Stati Uniti entro il 2018, e in quattro anni intende attivare 70 valute.

La concorrenza con le banche, però, non è direttrice di sviluppo di Orwell. Al contrario la società vuole offrire il sistema di Ipagoo come piattaforma per altri istituti di credito. Chebanca ha firmato il primo accordo ma i canali di trattativa sono aperti con altre cinque realtà italiane. “In futuro potranno offrire i loro prodotti, come un mutuo, su Ipagoo, allargando il loro bacino di clienti”, auspica Mignemi.

La Orwell in realtà non è la sola compagnia che ha sviluppato servizi di pagamenti per expats. A dicembre dello scorso anno ha iniziato a lavorare in Italia Number26, nata in Germania nel 2013. Autorizzata come banca, N26 ha di recente raccolto 40 milioni di dollari da una rosa di investitori, tra cui il miliardario di Hong Kong, Li Kashing, tra i principali azionisti di Ck Hutchinson, che a sua volta è in Wind Tre. La società ha 300mila clienti nei 17 Paesi europei in cui opera e ha ottenuto una licenza bancaria dalla Bce.

Number26 ha integrato due sistemi per scambiare denaro oltre confine senza cambiare conto corrente: Moneybeam, per le operazioni person to persone, e Transferwise per i bonifici. L’istituto di credito offre anche polizze assicurative, fidi e forme di investimento e in Italia ha 10mila correntisti.

Ancora prima è sbarcata sul mercato LeuPay, un sistema di conti correnti multi-Paese sviluppato dall’istituto di credito maltese Satabank. La app, che in origine operava in Bulgaria, è particolarmente apprezzata sui forum in cui si scambiano informazioni sui paradisi fiscali come uno strumento per muovere liberamente denaro. Il sistema di conti multipli e transfrontalieri è sorvegliato speciale per smascherare eventuali operazioni di riciclaggio. Ipagoo spiega di adoperare un sistema di controlli incrociati che evidenziano operazioni anomale e triangolazioni sospette dall’esterno.
 
Top MFSA banking supervisor steps down

Satabank comes under scrutiny

Mr Gabarretta’s resignation comes at a time when pressure within the industry is mounting on the MFSA, with sources saying there was growing unease about another institution, Satabank, which received a banking licence in 2014.

Over the past months, regulatory authorities are known to have raised compliance issues with Satabank, which has its offices in St Julian’s.

A spokesman said the bank had “tightened” its criteria for selection and on-boarding of new clients to reflect its risk appetite and to remain consistent with upcoming regulatory requirements.

The spokesman said regulatory authorities carried out on-site visits on all regulated entities in Malta and Satabank was no exception.

Satabank’s Bulgarian co-owner, Christo Georgiev, ran an e-money business in Luxembourg prior to the bank being granted a licence to operate in Malta.

According to the Satabank spokesman, the group the bank formed part of had voluntarily surrendered its electronic money institution licence issued by Luxembourg.

“At the time of the licence, Satabank became a direct participant in SEPA and since EMIs cannot be direct participants in SEPA, the Luxembourg licence was deemed to be redundant to the needs of the group of which Satabank forms part,” the spokesman said.

He stressed that the bank was a separate legal entity from Mr Georgiev, although being a director and one of its founders.

KPMG audits both banks and had been involved in the procedure to obtain their licence.
 

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