SARAS In Borsa sull'onda delle maxivalutazioni
Websim - 27/04/2006 17:19:12
I fratelli Gian Marco e Massimo Moratti approfittano delle valutazioni da record storico che circolano nell'industria della raffinazione per alleggerire le loro quote in Saras e intascare una cifra che nel peggiore dei casi si aggirerà sul miliardo e mezzo di euro (750 milioni a testa). L'Ipo della società che possiede la prima raffineria del Mediterraneo in termini di capacità di lavorazione (300mila barili al giorno di greggio, pari a 15 milioni di tonnellate l'anno), prevede che una buona parte delle azioni vendute, 285 milioni su un totale di 345 milioni, siano messe a disposizioni dai membri della famiglia milanese attualmente proprietaria del 100% del capitale.
I due fratelli venderanno completamente i rispettivi pacchetti azionari personali, pari ognuno al 16,7% del capitale, mentre una restante parte sarà collocata dalla Angelo Moratti Sapa, la società che oggi ha il 66,7% del capitale e dopo la quotazione, ipotizzando l'esercizio della green shoe, avrà il 60%.
Lo sbarco in Borsa sarà anche l'occasione per far entrare in azienda denaro fresco attraverso un aumento di capitale che prevede l'emissione di 60 milioni di nuove azioni: la società incasserà 315 milioni di euro, ipotizzando che i titoli vengano venduti a 5,25 euro l'uno, 390 milioni di euro calcolando invece 6,50 euro, il prezzo più alto del range di valorizzazione proposto dal global coordinator JP Morgan. La società arriverà in Borsa con una capitalizzazione compresa fra 5,25 miliardi e 6,18 miliardi di euro. Essendo quasi inesistente il debito e già ben avviato il programma di investimenti, le risorse saranno destinati a dotare la società degli strumenti per continuare a essere "la migliore del settore per un lungo periodo di tempo", ha detto il presidente Gian Marco Moratti nel corso dell'incontro con la stampa avvenuto stamattina a Milano.
Parlando dei motivi che hanno spinto la famiglia a portare in Borsa la società fondata nel 1962 dal padre Angelo Moratti, lo stesso presidente si è riferito alla necessità di un generico rafforzamento della compagine azionaria : "Le prime due raffinerie dell'Europa sono possedute da grossi nomi come Total, Shell, Exxon, noi siamo la terza e siamo ancora una società famigliare".
I due fratelli Moratti vendono le loro azioni nel momento di massimo splendore per il business della raffineria, in Borsa le società del settore sono vicine a valere 20 volte gli utili, quasi quattro volte il multiplo di una società petrolifera come Eni. Le società di raffinazione cominciano ad assomigliare a quelle Internet a fine Anni '90: Erg si è quintuplicata di prezzo nel giro di un anno e mezzo nonostante i margini di raffinazione degli ultimi mesi si siano ridimensionati rispetto ai record raggiunti a fine 2005, l'americana Valero si è sestuplicata.
Marco e Gian Marco hanno deciso fare cassa e lasciano agli investitori che comprano i calcoli sulla convenienza dell'investimento. Saras ha chiuso il 2005 con un utile netto di 293 milioni di euro, quasi il 50% in più del 2004, su ricavi pari a 5,19 miliardi di euro, anche in questo caso l'impennata è stata di quasi il 50%. L'Ebitda è salito del 54% a 570 milioni di euro, mentre la posizione finanziaria netta è scesa di pochissimo a 177 milioni di euro. Previsioni per il 2006 non ne sono state fornite per motivi di regolamento di Borsa. Il vice presidente Paolo Alfani ha comunque affermato che i margini di raffinazione non dovrebbero allontanarsi troppo dai livelli del 2005: l'anno scorso il margine medio di Saras è stato di quasi 12 dollari il barile, in aumento dai 9,5 dollari del 2004 e dai 6 dollari del 2003. Grazie all'utilizzo delle tecnologie più sofisticate che permettono alla raffineria di Sarroch (Cagliari) di lavorare petroli di bassa qualità (alta densità e alto contenuto di zolfo), Saras riesce ad avere una redditività superiore a quella della media delle altre raffinerie europee, che nel 2005 è stata di 4,5 dollari il barile.
Lo stesso Alfani ha anche detto che le attuali condizioni di mercato caratterizzate da forte richiesta di carburanti, soprattutto da India e Cina, a fronte di una capacità di trasformazione in modesto aumento, continuerà anche in futuro. Saras ha in programma di aumentare la capacità produttiva di 700mila tonnellate portandola a fine 2008 a 15,1 milioni di tonnellate e sarà in grado di abbassare di due gradi Api la densità media dei greggi in ingresso nella raffineria.
Nelle scorse settimane la società ha anche vinto l'arbitrato che la opponeva a Enron per il controllo della Sarlux, la joint venture nella generazione elettrica. Saras ha ottenuto di poter comprare il 100% della centrale termoelettrica collegata alla raffineria: un colosso da 575 Megawatt che nel 2005 ha prodotto 270 milioni di utile lordo.
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