bipop-pe ha scritto:
![Smile :) :)](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
Anche se non ci crederete ve ne racconto una bella. Non mi fidavo dei ciccioni e allora avevo deciso e posso dimostrarlo postando gli eseguiti di shortare il 50% e ricoprirmi per il restante 50%. Inizialmente avevo acquistato call e put su marzo a fine luglio. Poi mi sono spostato sui call e put unicredito scadenza dicembre. Ovviamente quando guadagnavo sul put perdevo sul call, ma in totale non molto. Sono andato avanti cosi fino alla fine di ottobre. Avevo 3000000 di call unicredito al prezzo medio giuro di 30 centesimi con base 15 per un totale di 9000 euro. Poi ho revesato il put di dicembre con uno di gennaio per 8500 euro, perche' non mi fidavo della scadenza che si avvicinava mentre il titolo era incastrato tra i 13,80 e i 15,20. Quando e' ripartita il 25 ottobre da 13,90 ho aspettato di andare pari col call dicembre base 15 e l' ho venduto a 31 centesimi. Quindi a 15 ho incrementato il put. Poi ho comprato a 0,09 il call marzo ma l' ho rivenduto a 0,105 e ora mi dico che sono proprio un grosso DEFICENTE. Ho buttato nel cesso un call favoloso perche' non ci credevo piu' e la scadenza si avvicinava. Mi ha fregato il $ che continua a scendere. Io ho sempre visto che la borsa segue l' andamento del $ e mai il contrario. Ora devo aspettare che entro il 21 gennaio, quando mi scade il put, stm sia a 14,05 e allora saro' in pari. Certo che se reversavo sul put marzo ero piu' tranquillo. Infine la cosa piu' comica e' che all' inizio volevo solo shortarla da 15,30 e se l' avessi fatto senza ricoprirmi avrei guadagnato un sacco di soldi.
NON SEMPRE..:
I giorni neri del dollaro
di Bernie Schaeffer - 18/11/2004
Di recente si è sviluppato un interessante parallelo storico fra l’azione del mercato della fine degli anni ’80 e i giorni nostri. Quello che ha catturato la mia attenzione in particolare è stato il continuo ribasso del dollaro, a fronte di un rialzo del mercato azionario. Dal 1985 al 1987 il Dollar Index subì un sostanziale dimezzamento, precipitando da un massimo di 164.72 ad un minimo di 85.33. Nel frattempo, le azioni – rappresentate dallo S&P100 (OEX) – salirono vistosamente in questo periodo fino a raggiungere un massimo di 167.02 punti ad agosto 1987. Da allora, l’OEX è sceso del 37% fino a toccare un minimo ad ottobre 1987:
Dollar Index 1984-1993
S&P100 1985-1989
Inoltre, a luglio 1987 il VXO (ex VIX) calcolato dal CBOE raggiunse un minimo pluriennale a 15.53, indubbiamente un estremo nella compiacenza degli investitori verso il mercato:
VXO, Gennaio 1986 – Settembre 1997
Secondo me le azioni possono anche salire in presenza di un prolungato periodo di debolezza del dollaro, ma giunge il momento in cui possono reagire molto bruscamente. Per quanto può essere utile, il Dollar Index dovrebbe scendere fino a 62.67 punti dal suo massimo del 2001 di 120.99 per eguagliare il ribasso percentuale dal suo massimo degli anni ’80.
Dollar Index, dal 1992 ad oggi
Anche a fronte di questi concreti rischi, esistono una serie di opportunità per gli investitori sul lato lungo del mercato. Resto positivo sull’oro, sul settore energetico e su altre situazioni specifiche. Alcuni dei miei recenti interventi in merito sono stati:
• Sometimes the Small Fish Are the Tastiest;
• Schaeffer on Charts: Flying High with Delta Air Lines;
• Don't Sweat the Small Things;
• Bushwhacked?