Detto tutto ciò da una "figlia di papà" , che non ha mai lavorato - nel senso proprio del termine "LAVORARE" "SUDARE" " - .......
«A vent'anni prende lo zaino e salta su un aereo per andare in Venezuela a lavorare in una finca de arroz, un'azienda di riso». Chiede ad un agronomo «amico di famiglia» (ah, averceli gli amici di famiglia) e trova la finca de arroz che fa per lei, in quel di Calabozo, paesino del Sud venezuelano. Stranamente non la scambiano per campesina ma per una ricca occidentale in gita equosolidale, e la accomodano dietro una scrivania. Nel frattempo gira il Sudamerica, attraversa il Costa Rica, Panama, l'Honduras, il Guatemala, il Messico, un tour avventuroso e ribelle che però non si conclude né a Tegucigalpa né a Caracas, ma nella più confortevole New York ....
"Una donna che non lavora non è una donna libera, neanche dalla violenza domestica, perché, nonostante il grande sforzo fatto dalle associazioni, si sentirà più insicura di fare quella scelta di lasciare quella casa dove regna la violenza".
"un Paese che non favorisce il lavoro per le donne è un Paese che non ha a cuore la propria ripresa. La signora Christine Lagarde (dg del Fondo monetario internazionale, ndr) ha parlato di una cospirazione ai danni delle donne che poi colpisce l’economia stessa dei Paesi, perché è molto miope non favorire la partecipazione femminile nel mondo del lavoro. Tutto si tiene e tutti si lega".
"Certe pubblicità che noi consideriamo normali, con le donne che stanno ai fornelli e tutti gli altri sul divano, danno un’immagine della donna che invece non è normale e che non corrisponde alla realtà delle famiglie. È mortificante per il Paese che non ci si accorga di quanto il pregiudizio sia entrato nel nostro modo dipensare, per cui consideriamo normali pubblicità che in altri Paesi non andrebbero mai in onda sulla tv pubblica, in quanto propongono uno schema eun assetto di famiglia non rispettoso dei ruoli all’interno delle famiglie, in cui ciascuno fa la sua parte"