commenti vari su tutto nessuno escluso

Ultima modifica:
"non esistono necessariamente due versioni di ogni cosa. se così fosse, berlusconi avrebbe un'opposizione."

(Daniele Luttazzi)
 
Quelli che, fino a ieri, erano interlocutori affidabili («Noi parliamo solo con Renzi») sono diventati, di colpo, avversari biechi e autoritari («Renzi è un ebetino, anzi un ebetone», «criminalità organizzata di stampo democratico», «una dittatura a norma di legge», «sbruffoni della democrazia», «vigliacchi, ipocriti e falsi»: il tutto in 1 minuto e 18 secondi).

Finale melodrammatico, ma istruttivo. Il Movimento 5 Stelle, per adesso, funziona così. Alterna toni concilianti e insulti, proposte ragionevoli e accuse scomposte. Il pretesto di quest’ultimo scontro non è importante. Se basta un disaccordo sulle preferenze o una lettera non spedita per scatenare tanta furia, non si va lontano.
 
Certi toni, per quanto sgradevoli, possono servire finché si tratta di intercettare il malumore (in Italia ce n’è tanto, e giustificato). Ma non aiutano a costruire un’opposizione, quindi un’alternativa, di cui c’è bisogno. Lo dimostra il voto di maggio. Il 41% raccolto dal Pd - nessuno dei 186 partiti in lizza alle Europee ha fatto meglio, ricorda il Financial Times - è certo un’apertura di credito verso il governo e una prova di fiducia verso Renzi. Ma è anche una prova di sfiducia verso i suoi avversari, nessuno escluso.

Beppe Grillo, finalmente uscito dalla fase catatonica post elettorale, deve rendersene conto, e informare il suo stato maggiore. Chi, ogni tanto, sa stupire, affascina; chi stupisce ogni giorno irrita e stanca. L’elenco delle capriole pentastellate è lungo, e non riguarda solo i rapporti con il Pd, partiti male fin dall’arrogante streaming con uno stremato Bersani. Ci limitiamo alle più spettacolari.

l 10 luglio 2013 Grillo (accompagnato da Casaleggio e dai capigruppo alla Camera e al Senato) incontrava Giorgio Napolitano al Quirinale. Uscendo parlava di un «incontro molto piacevole», in cui «la situazione è stata condivisa dal presidente». Il 30 gennaio 2014 il M5S chiedeva l’impeachment del capo dello Stato per il reato di attentato alla Costituzione. Lo scorso 4 luglio Debora Billi, responsabile web (!) dei Cinquestelle a Montecitorio, twittava: «Se ne è andato Giorgio. Quello sbagliato. #faletti». Poi si scusava su Facebook.

Il 13 maggio Beppe Grillo tuonava contro Expo: «Va fermata, è un’associazione a delinquere!». Ieri, 7 luglio, il gruppo lombardo del M5S ha incontrato il commissario di Expo, Giuseppe Sala, «per avere aggiornamenti dal diretto responsabile in merito allo stato attuale di avanzamento dei lavori, del numero di occupati e della contrattualistica dei volontari».

Potremmo continuare, ma è chiaro. Quello di Grillo è un movimento in altalena: spinte eccessive e frenate improvvise spaventano gli attivisti (di qui le scomuniche e le espulsioni), confondono i simpatizzanti, esasperano gli avversari politici. Ma l’altalena, per quanto eccitante, resta un gioco infantile. Prima o poi bisogna scendere, e crescere.
 
premesso che a me la legge elettorale Renzo non mi garba nè poco nè tanto,
che problema c'era a scrivere i punti fermi da parte del M5S ??


Il Pd voleva una risposta scritta, e chiara, dal Movimento Cinque Stelle? Eccola. Superando le polemiche innescate dal leader Beppe Grillo, proprio sul blog dell’ex comico sono comparsi i «Dieci sì», con le dovute osservazioni, alle dieci proposte del Pd su riforme e legge elettorale.Dopo l’incontro saltato con il Pd, e la conferenza stampa del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che ha cercato ufficialmente di rispondere alle richieste del partito, arrivano anche «gli scritti», quelli che proprio Renzi e i suoi avevano chiesto insistentemente per poter avviare un dialogo costruttivo sulla futura legge elettorale e sul possibile «punto di caduta» tra Italicum e «Democratellum».


potrei fare da consigliere pollytyco al M5S ?? :D
 
e quindi diventare come tutti gli altri.

che è esattamente ciò che gli altri vogliono.

se si capisce questo semplice concetto, si capisce anche l'altalena.


il concetto è che se si va in parlamento, ci si va per due motivi:
per lavorare con gli altri: e quindi occorre parlarci, alla pari (Grillo dice giustramnete che si devono rispettare gli eletti del M5S perchè rappresentano degli italiani: ma occorre rispettare anche gli altri eletti, perchè anche loro rappresentano degli italiani)
per NON lavorare e bloccare tutto: e quindi occorre NON parlarci... specie se sono degli ebeti
(nota personale: e se Renzi chiamasse ebete Grillo, che accadrebbe ??)

se si capisce questo semplice concetto, si capisce l'altalena e tutto il resto
 
nel momento in cui il PD ha avuto conferma dell'appoggio di FI (incontro di due ore settimana scorsa tra Renzi ed il suo ritratto che invecchia nel quadro) non ha più avuto bisogno dei 5S.

non mi pare difficile da capire.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto