commenti vari su tutto nessuno escluso

Riforme: caro Renzi, con Di Maio non bastano le supercazzole

di Andrea Scanzi | 8 luglio 2014

C’è un solo modo per stanare il Pacioccone Mannaro Renzi: costringerlo a passare dalla supercazzola al fatto concreto. Per questo, a gennaio, i talebani dei 5 Stelle sbagliarono: non perché Renzi fosse sincero (è uno stato mentale che pare perlopiù ignorare), ma perché – non accettando di “sedersi al tavolo delle riforme” – gli permisero di fermarsi allo step che predilige (la mera promessa) e di consegnarsi voluttuosamente al maestro Silvio. Se il Pacioccone Mannaro può giocare al suo gioco preferito, "Dillo con un hashtag", è pressoché imbattibile (anche perché ha quasi tutti i media dalla sua parte). Non appena però lo si costringe ad uscire dal magico mondo delle slide e delle pillole-Moccia, non sa già più cosa fare. Renzi è un contenitore pingue di buonismo e nulla, e il nulla (oltre al buonismo) agli italiani piace. Per questo lo votano: perché è un restauratore rassicurante, un po’ tontolone (nell’aspetto) e caricaturalmente carismatico (agli italiani la caricatura al potere piace, da Mussolini a Berlusconi).

Su legge elettorale e riforma del Senato, sin qui, il Pacioccone Mannaro aveva giocato di rimessa: un proclama lì, una smargiassata là e qualche 80 euro qua, regalati giusto a ridosso della tornata elettorale; soldi reali, che però entreranno in una tasca degli italiani per uscire poco dopo dall’altra. A un’informazione che si accontenta di speranze e promesse, Renzi regala appunto speranze e promesse, aggiungendo quel surplus di Madonne impalpabili da adorare, ora una Karina Huff Boschi e ora una Empty Bonafè.

Chi vive sputicchiando supercazzole sull’ottimismo ha però una kryptonite conclamata: la concretezza. Infastidito dalla mossa – tardiva ma strategicamente efficace – dei 5 Stelle, Renzi sta nervosamente prendendo tempo e giocando a scacchi. Potrebbe cambiare davvero e in meglio il paese, ma è geneticamente allergico alla rottamazione (per questo ne parla sempre: per esorcizzarla). Ogni giorno cerca una scusa per procrastinare il dialogo e dimostrare alla fidanzata Silvio che lui è un amante politico fedele.

Se però gioca a scacchi con Di Maio, si fa male. E lui lo sa, perché non è una cima ma non è certo stupido. Da piccolo Renzi era uno che, quando perdeva, portava via il pallone (e con quel fisico lì, verosimilmente, perdeva spesso). Oggi il pallone si chiama governo, si chiama Paese, si chiama Costituzione. E allora occorre stare attenti. Quando un uomo sopravvalutato e senza grandi qualità va al potere, e ha per giunta quasi tutti i media dalla sua, il rischio di deriva autoritaria c’è. Perfino in una democrazia occidentale teoricamente evoluta e salda. Saranno mesi sfibranti, burrascosi e pericolosi. Informatevi bene. E non abbassate la guardia.
 
Riforme: caro Renzi, con Di Maio non bastano le supercazzole

di Andrea Scanzi | 8 luglio 2014

C’è un solo modo per stanare il Pacioccone Mannaro Renzi: costringerlo a passare dalla supercazzola al fatto concreto. Per questo, a gennaio, i talebani dei 5 Stelle sbagliarono: non perché Renzi fosse sincero (è uno stato mentale che pare perlopiù ignorare), ma perché – non accettando di “sedersi al tavolo delle riforme” – gli permisero di fermarsi allo step che predilige (la mera promessa) e di consegnarsi voluttuosamente al maestro Silvio. Se il Pacioccone Mannaro può giocare al suo gioco preferito, "Dillo con un hashtag", è pressoché imbattibile (anche perché ha quasi tutti i media dalla sua parte). Non appena però lo si costringe ad uscire dal magico mondo delle slide e delle pillole-Moccia, non sa già più cosa fare. Renzi è un contenitore pingue di buonismo e nulla, e il nulla (oltre al buonismo) agli italiani piace. Per questo lo votano: perché è un restauratore rassicurante, un po’ tontolone (nell’aspetto) e caricaturalmente carismatico (agli italiani la caricatura al potere piace, da Mussolini a Berlusconi).

Su legge elettorale e riforma del Senato, sin qui, il Pacioccone Mannaro aveva giocato di rimessa: un proclama lì, una smargiassata là e qualche 80 euro qua, regalati giusto a ridosso della tornata elettorale; soldi reali, che però entreranno in una tasca degli italiani per uscire poco dopo dall’altra. A un’informazione che si accontenta di speranze e promesse, Renzi regala appunto speranze e promesse, aggiungendo quel surplus di Madonne impalpabili da adorare, ora una Karina Huff Boschi e ora una Empty Bonafè.

Chi vive sputicchiando supercazzole sull’ottimismo ha però una kryptonite conclamata: la concretezza. Infastidito dalla mossa – tardiva ma strategicamente efficace – dei 5 Stelle, Renzi sta nervosamente prendendo tempo e giocando a scacchi. Potrebbe cambiare davvero e in meglio il paese, ma è geneticamente allergico alla rottamazione (per questo ne parla sempre: per esorcizzarla). Ogni giorno cerca una scusa per procrastinare il dialogo e dimostrare alla fidanzata Silvio che lui è un amante politico fedele.

Se però gioca a scacchi con Di Maio, si fa male. E lui lo sa, perché non è una cima ma non è certo stupido. Da piccolo Renzi era uno che, quando perdeva, portava via il pallone (e con quel fisico lì, verosimilmente, perdeva spesso). Oggi il pallone si chiama governo, si chiama Paese, si chiama Costituzione. E allora occorre stare attenti. Quando un uomo sopravvalutato e senza grandi qualità va al potere, e ha per giunta quasi tutti i media dalla sua, il rischio di deriva autoritaria c’è. Perfino in una democrazia occidentale teoricamente evoluta e salda. Saranno mesi sfibranti, burrascosi e pericolosi. Informatevi bene. E non abbassate la guardia.


Informatevi bene. E non abbassate la guardia
:up::up::up::up::up:


sul resto, queste frasi:

Pacioccone Mannaro
(è uno stato mentale che pare perlopiù ignorare),
Pacioccone Mannaro
pillole-Moccia,
contenitore pingue di buonismo e nulla,
caricaturalmente carismatico
Pacioccone Mannaro
smargiassata surplus di Madonne impalpabili da adorare, ora una Karina Huff Boschi e ora una Empty Bonafè.
sputicchiando supercazzole
Se però gioca a scacchi con Di Maio, si fa male. (:lol:)
(e con quel fisico lì, verosimilmente, perdeva spesso)
sopravvalutato e senza grandi qualità




sono espressioni necessarie ? a cosa?
sono frasi di chi cerca un accordo?
o di chi preferisce stare alla opposizione fine a sè ?

in questo ultimo caso, chi stia giocando a scacchi è chiaro
e chi si farà male, pure :rolleyes:
 
epperò senza risposte scritte lui con i 5S non ci parla.


in cambio il M5S parla il doppio

Il leader del Movimento prima attacca il governo ("dittatura"), sconfessando Di Maio. Ma poco dopo ci ripensa: "Sì al dialogo".
E posta sul blog le dieci risposte al Pd su legge elettorale e riforme istituzionali: tutti "sì", ma con diverse divergenze.
 
il problema, mio caro, è che una forma alla sostanza delle cose bisogna pur darla.

a questo si aggiunge il problema che in questo paese siamo tutti campioni nel distruggere la forma pur di non parlar della sostanza.
 
febbraio 2014

«Matteo Renzi. Se mi richiami ‘amico’ ti denuncio per diffamazione. Dispiace per chi ha dato 2 euro al Pd per governare con Berlusconi». Così Manlio Di Stefano, deputato 5 stelle, replica al tweet di Renzi.

GRILLO E RENZI CONSULTAZIONI: «ME LO AVETE CHIESTO VOI» - «Me lo avete chiesto voi. Sto andando a Roma ad incontrare Renzie. Vinciamo noi». Così Beppe Grillo conferma via Twitter il suo arrivo a Roma per le consultazioni e allega al suo post una foto che lo ritrae alla guida dell’auto.


Inizia l’incontro con Renzi e i 5 Stelle. Matteo inizia con il ringraziare “nessun accordo vecchio stile”. Grillo replica così: “Togliete le microspie. Sai che Napolitano… Sai che abbiamo Fico in vigilanza Rai sai quanto ha speso 380 euro?”. Renzi sembra prenderlo per pazzo: “Bene, bene”.


«Ti dò un minuto» Grillo fa così a Renzi. «Tu mi dai un minuto sei un incrocio tra Gasparri e Biancofiore». Il comico accuse le battute renziane sugli spettacoli. «In 30 – spiega Renzi – secondi ti dico noi vogliamo superare le province, il Senato…” Grillo lo interrompe di nuovo poi tira fuori: “La massoneria di Firenze….». Delirio totale. Delrio fa una faccia assurda. «Esci da questo blog, da questo streaming, è un luogo dove c’è il dolore vero c’è bisogno di affrontare», ha alzato la voce il segretario. Niente da fare. Colloquio finito. «E’ finita, caro», ha detto il leader M5S, poi si è alzato e se n’è andato. Ma Renzi ha comunque stretto la mano a tutti: «È stato un piacere vederti».







adesso, mi rendo conto, tutto è cambiato
ma ebete è restato? :mumble:
 
Giornali tedeschi:”L’Italia è sull’orlo della bancarotta”,quelli italiani:”la ripresa
Giornali tedeschi:”L’Italia è sull’orlo della bancarotta”,quelli italiani:”la ripresa è vicina”

Sui quotidiani tedeschi siamo finiti in prima pagina in quanto saremmo”sull’orlo della bancarotta”.Ma per i media italiani siamo in ripresa..A chi credere?

E’ ovvio..ai tedeschi,considerando l’informazione propagandistico/governativa che abbiamo in Italia,e considerando i finanziamenti pubblici che corrompono tale informazione,come non credere ad una testata giornalistica straniera che si guadagna il pane soltanto in base ai giornali che vende?!
Berlino – L’Italia e’ un Paese con un grande avvenire dietro le spalle: a fare la dura profezia e’ la ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ (Faz), che in un articolo a tutta pagina dal titolo “Italia, un Paese senza futuro” elenca al lettore tedesco tutto cio’ che non va nello Stivale, descrivendo casi concreti di giovani senza lavoro e laureati costretti a occupazioni sottoqualificate.

Per la Faz anche il tramonto dell’era berlusconiana non segna “la fine della situazione precaria di un Paese tra i piu’ belli del mondo, ma la conferma di una bancarotta politica ed economica”. Il quotidiano spiega che “a molti italiani luccicano gli occhi quando parlano della Germania”.

“Difficile convincerli che in Germania non c’e’ tutto quel benessere che immaginano”, spiega la Faz, che tuttavia si rallegra del fatto che “a differenza della Grecia, nella teste della gente non ci sono sentimenti antitedeschi”.

Dopo aver lamentato i tanti privilegi mantenuti dalla casta politica a dispetto della crisi, l’articolo conclude: “Adesso la festa e’ finita e sul buffet non e’ rimasto niente, il Paese e’ sull’orlo della bancarotta” (AGI)


Basta ci dicano di che morte dobbiamo morire, così ci togliamo sto dente dolente che portiamo ormai da più di qualche anno a questa parte.


La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) è un quotidiano tedesco, fondato nel 1949 con sede a Francoforte sul Meno. Politicamente si colloca su posizioni di centro-destra, conservatrici e liberali

Owner(s) Fazit-Stiftung
 
il problema, mio caro, è che una forma alla sostanza delle cose bisogna pur darla.

a questo si aggiunge il problema che in questo paese siamo tutti campioni nel distruggere la forma pur di non parlar della sostanza.

infatti è stato chiesto di dare forma scritta alle 10 risposte;
invece che stracciarsi le vesti gridando scandali e facendo paragoni, bastava farlo subito (anzichè dopo, a dimostrazione che si poteva farlo)
ma si vede che si gioca a scacchi :rolleyes:
 
renzi per te è espressione del nuovo. per me, al contrario, del vecchio.

non vedo altre distanze tra noi due.
 
renzi per te è espressione del nuovo. per me, al contrario, del vecchio.

non vedo altre distanze tra noi due.


errata
per me renzi è esperessione di una corrente di un partito vecchio
ed è anche uno che sta facendo qualcosa: di buono e di cattivo

io in genere non mi esprimo su quello che pensano gli altri,
ma ritengo che le espressioni usate da Grillo, se non da tutto il M5S, siano di grande chiusura ideologica, da febbraio a oggi costantemente
mi pare un pò forzato a questo punto cercare di dire quale delle due parte sia la meno interessata al dialogo:
io personalmente, con uno che mi chiama in continuazione ebete e variamente incapace, non è che mi trovo a mio agio a trattare :mumble:
 

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