baffalo
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Stipendi d’oro dirigenti dello Stato italiano sono i meglio pagati al mondo media di 308 mila euro per i top manager
L’italia ha dimostrato d’essere stufa della vecchia politica, stufa di tirar fuori soldi per mantenere politica e soprattutto dirigenti incapaci e pronti solo a fare i propri interessi, non fossilizziamoci sui privilegi parlamentari in confronto sono briciole!
Ora ve li metto tutti, tappatevi in naso eh![]()
Nella pubblica amministrazione ci sono dirigenti che prendono stipendi d’oro, centinaia di migliaia di euro l’anno (e qualcuno più di mezzo milione). Il presidente Obama è un morto di fame a confronto e pure Napolitano, eppure questi personaggi sono stati messi a questi stipendi in quelle cariche proprio dalla politica
Forse sarebbe il caso che la mitica ‘spending review’ iniziasse da lì
Settantanovemilacentocinquantanove euro. E’ lo stipendio medio, al lordo delle tasse, dei 48.083 dirigenti pubblici italiani, che tutti insieme appassionatamente si aggiudicano un monte-retribuzioni pari a 3 miliardi e 806 milioni.
Gli alti papaveri dello Stato italiano (che secondo l’indagine dell’Ocse “Government at a glance 2011″ sono i meglio pagati al mondo, con una media di 308 mila euro per i top manager) riescono addirittura a doppiarlo.
In base all’incompleto elenco che il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha consegnato alla fine di febbraio al Parlamento, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, è il dirigente pubblico meglio pagato d’Italia, con 621.253 euro e 75 centesimi l’anno.
A titolo di raffronto, Bernard Hogan-Howe, che non è un viandante ma il capo della Metropolitan Police di Londra, è fermo a quota 298 mila euro. Negli Stati Uniti, il capintesta dell’Fbi, Robert S. Mueller, ha uno stipendio base di 120 mila euro, che sale a 153 mila con le indennità. E in Spagna il direttore generale della Polizia non va oltre i 71 mila euro, meno dunque di un travet con i galloni di capo di seconda fascia e la scrivania a palazzo Chigi (73.783 euro).![]()
I dirigenti pubblici italiani, insomma, non si possono davvero lamentare dei loro stipendi. Ma non è questo il punto.
Più che a sforbiciarla, bisognerebbe riuscire ad agganciare la busta-paga di Manganelli alle statistiche sui reati commessi nel Paese e sui presunti responsabili assicurati alla giustizia. E su questo fronte siamo davvero indietro.
Nella pubblica amministrazione la meritocrazia rimane una bestemmia. Perché, al di là delle tante parole in libertà, i sindacati, che hanno nei travet (e nei pensionati) il loro zoccolo duro, continuano a non volerne sapere. E il 68,08 per cento dei dirigenti pubblici ha in tasca la tessera con il logo di Cgil, Cisl o Uil (contro una media nazionale del 33,7 per cento), sigle con le quali spesso si crea un rapporto incestuoso: solo di recente ai capi del personale delle amministrazioni è stato vietato di assumere incarichi sindacali e di giocare così due parti in commedia (leggendaria è la vicenda del dirigente-sindacalista di palazzo Chigi la cui firma appariva due volte in calce ai contratti: nella casella del datore di lavoro e in quella della controparte).
Il risultato è che a ogni passo avanti compiuto in direzione di un riconoscimento dei meriti individuali ne seguono a
lmeno due indietro. Racconta Renato Brunetta, l’ex ministro della Funzione Pubblica che aveva introdotto sistemi di valutazione dei singoli dipendenti: «Patroni Griffi ha cercato di tornare al voto di merito attribuito agli uffici nel loro complesso. Tra l’altro, se fosse passata la sua linea, che subordinava ogni forma di mobilità alla concertazione con i sindacati, oggi Bondi avrebbe le mani legate
».![]()
Ci sono ditte che aspettano i pagamenti dallo stato e non arrivano! ma sempre lo stato trova i soldi per pagare….
Ci sono i dirigenti comunali che sono completamente fuori dalla grazia di dio.
A prescindere dalle dimensioni del Comune e dal numero dei suoi abitanti, gli stipendi dei dirigenti sono tutti pressochè uguali e tutti al massimo della retribuzione.
Qui si parla anche e soprattutto di dirigenti, presidenti e commissari di autorità indipendenti, di municipalizzate, di signorotti e burocrati con stipendi maturati in anni di privilegi e vacche grasse che adesso guai a chi glieli tocca.
Come nel caso del segretario generale del Comune di Lecce (95.520 abitanti) che si accaparra un reddito annuo di 205.108 euro e, al top, il direttore generale del Comune di Milano che sbanca con i suoi 289.000 euro tondi tondi.
Emolumenti da centinaia di migliaia di euro l’anno che sono schiaffi in faccia a chi tocca ogni giorno con mano il livello qualitativo medio dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Quando si tratta di onorare i debiti con i fornitori e pagare il dovuto per i beni e servizi ricevuti, la PA si prende tutto il tempo che vuole, quando invece deve pagare lo stipendio ai suoi alti papaveri non ci sono problemi QUESTO E’ UNO SCHIFO!
Appello a Grillo, guarda oltre la camera e troverai il vero spreco!
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