commenti vari su tutto nessuno escluso

in compenso in svizzera per tutelarsi dall'invasione di afro/terroni/italici hanno bloccato i visti di lavoro per gli italoafricani :D

e non e' no scherzo mica son scemi la no ! :-o


altra riflessione nel Congo si applica la poligamia vietata in italia! la signora ministra clandestina potrebbe richiedere anche questa modifica alla costituzione!

cosi in italia finalmente si potrà essere gay poligami bisex di qualsiasi paese clandestini e non wow che fantastico paese :lol:


devo ancora registrare mio figlio alla anagrafe italiana, cosa dite lo faccio?

ho molti dubbi dare la cittadinanza italiana piu' che un regalo mi sembra un fardello
 
Importante contributo al dibattito politico: la pagina facebook di Povia. :-o
 

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Chi detiene le vere leve del potere
Burocrazia inossidabile

Uno dei motivi, forse il principale, per cui il governo guidato da Mario Monti non è riuscito a tagliare la spesa pubblica è stata la scelta di mantenere al loro posto, quasi senza eccezioni, tutti i grandi burocrati che guidano i ministeri.

Il nuovo governo ha tempo fino al 31 maggio per decidere se confermare gli alti dirigenti dei ministeri: capi di gabinetto e degli uffici legislativi, capi dipartimento, direttori generali. Chi non verrà esplicitamente confermato, automaticamente decadrà. È una delle scelte più importanti delle prossime settimane.

Accadde qualcosa di analogo con il primo esecutivo Berlusconi. I nuovi ministri della Lega che scesero a Roma nel 1994 - Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Radice - erano uomini concreti, abituati a gestire imprese, inesperti di burocrazia romana. Al suo primo giorno di lavoro il neoministro del Bilancio, Pagliarini, dopo aver letto un documento della Ragioneria generale dello Stato, a suo avviso incomprensibile, disse: «Bisogna rifare il bilancio dello Stato da zero. Se continuano a scriverlo così, solo la Ragioneria generale lo capisce e solo loro decideranno».

Il monopolio delle informazioni è il vero motivo della potenza della burocrazia.

Gestire un ministero è una questione complessa: richiede dimestichezza con il bilancio dello Stato e il diritto amministrativo e soprattutto buoni rapporti con i burocrati che guidano gli altri ministeri e la presidenza del Consiglio. Gli alti dirigenti hanno il monopolio di questa informazione e di questi rapporti, e tutto l'interesse a mantenerlo.

Hanno anche l'interesse a rendere il funzionamento dei loro uffici il più opaco e complicato possibile, in modo da essere i soli a poterli far funzionare. E così quando arriva un nuovo ministro, animato dalle migliori intenzioni, a ogni sua proposta la burocrazia oppone ostacoli che appaiono incomprensibili, ma che i dirigenti affermano essere insormontabili. Giancarlo Pagliarini perse la sua battaglia con la Ragioneria e in quel 1994 nulla cambiò.

Mario Canzio, l'attuale Ragioniere generale dello Stato, entrò in Ragioneria nel 1972, 41 anni fa, come funzionario dell'Ispettorato generale del Bilancio, l'ufficio che ha il controllo della spesa pubblica. Da quel giorno la spesa pubblica al netto degli interessi è cresciuta (ai prezzi di oggi) di circa 200 miliardi, dal 32 al 45 per cento del Pil. Da quando, otto anni fa, fu nominato Ragioniere generale, è cresciuta di oltre 30 miliardi.
I sindaci durano in carica cinque anni, con la possibilità se rieletti di un solo secondo mandato, il Governatore della Banca d'Italia sei, il presidente della Bce otto. Il Ragioniere generale a vita. Andrea Monorchio rimase tredici anni, con dieci diversi governi.

Sono tutti ottimi funzionari dello Stato, ma se non sono riusciti ad arginare la spesa pubblica per quarant'anni saranno davvero le persone più adatte per gestire una spending review ?

Non è venuto il momento di affrontare il ricambio della burocrazia? E di farlo per davvero, ponendo un termine alla perenne rotazione da un ministero all'altro, da un ministero a un'autorità indipendente e da questa ancora a un ministero? Non c'è ricambio se si abbassa l'età media dei ministri mentre la struttura sotto di loro resta immutabile.
Cambiare i vecchi burocrati è certamente costoso perché un nuovo dirigente ci metterà un po' a prendere in mano le redini del ministero. Ma è un costo che val la pena pagare. L'alternativa è continuare a non fare nulla.

Francesco Giavazzi

Burocrazia inossidabile - Corriere.it
 
Chi detiene le vere leve del potere
Burocrazia inossidabile

Uno dei motivi, forse il principale, per cui il governo guidato da Mario Monti non è riuscito a tagliare la spesa pubblica è stata la scelta di mantenere al loro posto, quasi senza eccezioni, tutti i grandi burocrati che guidano i ministeri.

Il nuovo governo ha tempo fino al 31 maggio per decidere se confermare gli alti dirigenti dei ministeri: capi di gabinetto e degli uffici legislativi, capi dipartimento, direttori generali. Chi non verrà esplicitamente confermato, automaticamente decadrà. È una delle scelte più importanti delle prossime settimane.

Accadde qualcosa di analogo con il primo esecutivo Berlusconi. I nuovi ministri della Lega che scesero a Roma nel 1994 - Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Radice - erano uomini concreti, abituati a gestire imprese, inesperti di burocrazia romana. Al suo primo giorno di lavoro il neoministro del Bilancio, Pagliarini, dopo aver letto un documento della Ragioneria generale dello Stato, a suo avviso incomprensibile, disse: «Bisogna rifare il bilancio dello Stato da zero. Se continuano a scriverlo così, solo la Ragioneria generale lo capisce e solo loro decideranno».

Il monopolio delle informazioni è il vero motivo della potenza della burocrazia.

Gestire un ministero è una questione complessa: richiede dimestichezza con il bilancio dello Stato e il diritto amministrativo e soprattutto buoni rapporti con i burocrati che guidano gli altri ministeri e la presidenza del Consiglio. Gli alti dirigenti hanno il monopolio di questa informazione e di questi rapporti, e tutto l'interesse a mantenerlo.

Hanno anche l'interesse a rendere il funzionamento dei loro uffici il più opaco e complicato possibile, in modo da essere i soli a poterli far funzionare. E così quando arriva un nuovo ministro, animato dalle migliori intenzioni, a ogni sua proposta la burocrazia oppone ostacoli che appaiono incomprensibili, ma che i dirigenti affermano essere insormontabili. Giancarlo Pagliarini perse la sua battaglia con la Ragioneria e in quel 1994 nulla cambiò.

Mario Canzio, l'attuale Ragioniere generale dello Stato, entrò in Ragioneria nel 1972, 41 anni fa, come funzionario dell'Ispettorato generale del Bilancio, l'ufficio che ha il controllo della spesa pubblica. Da quel giorno la spesa pubblica al netto degli interessi è cresciuta (ai prezzi di oggi) di circa 200 miliardi, dal 32 al 45 per cento del Pil. Da quando, otto anni fa, fu nominato Ragioniere generale, è cresciuta di oltre 30 miliardi.
I sindaci durano in carica cinque anni, con la possibilità se rieletti di un solo secondo mandato, il Governatore della Banca d'Italia sei, il presidente della Bce otto. Il Ragioniere generale a vita. Andrea Monorchio rimase tredici anni, con dieci diversi governi.

Sono tutti ottimi funzionari dello Stato, ma se non sono riusciti ad arginare la spesa pubblica per quarant'anni saranno davvero le persone più adatte per gestire una spending review ?

Non è venuto il momento di affrontare il ricambio della burocrazia? E di farlo per davvero, ponendo un termine alla perenne rotazione da un ministero all'altro, da un ministero a un'autorità indipendente e da questa ancora a un ministero? Non c'è ricambio se si abbassa l'età media dei ministri mentre la struttura sotto di loro resta immutabile.
Cambiare i vecchi burocrati è certamente costoso perché un nuovo dirigente ci metterà un po' a prendere in mano le redini del ministero. Ma è un costo che val la pena pagare. L'alternativa è continuare a non fare nulla.

Francesco Giavazzi

Burocrazia inossidabile - Corriere.it


d'accordo 101%

+1000

eccellente e tristissimo
 
Finocchiaro ci ricasca alla Sma ha usato la scorta per farsi imbustare e pesare ...
la spesa.

Bollò come «miserabile» l'attacco di Matteo Renzi che l'aveva definita inadatta a sedere al Quirinale in quanto «la ricordiamo per la splendida spesa all'Ikea con il carrello umano».

Eppure, incredibile a dirsi, Anna Finocchiaro all'abitudine al carrello umano non ha rinunciato.

Non del tutto almeno: ora son buste e banane. Insomma, la neo presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, in predicato per gestire in Parlamento le riforme una volta naufragata l'idea della Convenzione, ma pure tra i possibili reggenti del Pd allo sbando, continua a farsi aiutare dagli uomini della scorta per spicciare faccende private.

Reclutare buste della spesa e tastare e pesare la frutta, per esempio.

E' accaduto, intorno alle sette di giovedì sera, al supermercato Sma di piazza Pio XI, zona Aurelia, non lontano dall'abitazione della ex magistrato catanese.

Un uomo della scorta fuori, accanto alla macchina di servizio, lei dentro, sorridente e rilassata, in vestitino nero e giacca rossa, insieme con gli altri due. Gentilissimi e servizievoli, nell'andare a reclutare le buste marroni della Sma, ma anche quelle in plastica trasparente e leggera che servono per imbustare frutta e verdura.

Graziosi, nell'aiutarla a scegliere e pesare delle banane. Ma prontissimi, pur sotto l'occhio delle telecamere del supermercato, a intercettare chiunque estraesse un telefonino per tentare di scattare delle foto, domandando con fare inquisitorio "che sta facendo, lei?".

S'è fatta insomma più guardinga, la Finocchiaro, dopo quelle immagini all'Ikea e l'esagerato polverone che ne seguì. Non abbastanza tuttavia da rompere i fili della familiarità con la scorta.

E Finocchiaro ci ricasca alla Sma - l' Espresso
 
Doppi stipendi dei ministri, slittano i tagli. Ecco i redditi contestati

Deputati e senatori nominati ministri aggiungono ai sostanziosi emolumenti del Parlamento un'indennità di 48mila euro all'anno. Ecco chi sono e quanto guadagnano

Pubblicato il 10/05/13






doppi-stipendi7.jpg


E' vero che si tratta di un risparmio "simbolico" - 4 milioni di euro sono spiccioli rispetto ad esempio ai 4 miliardi che servirebbero per tagliare l'Imu sulla prima casa - ma in politica i simboli contano. E' per questo che sui tagli dei doppi stipendi dei ministri-parlamentari il governo Letta si gioca una parte sostanziale della sua credibilità. Per ora questi tagli sono rinviati. Colpa della ben maggiori difficoltà - finanziarie e politiche - di fare altri tagli, quelli dell'Imu, ad esempio. Ma dovrebbe trattarsi solo di uno slittamento di qualche giorno.

Però il sasso è stato lanciato e il governo non può più ritirare la mano. Tanto più che ha legato il risparmio ottenibile da questa riduzione dei costi della politica - 4 milioni di euro appunto - a un obiettivo preciso: il rifinanziamento della Cig, la cassa integrazione in deroga. Un'efficace operazione di marketing politico che però lo vincola ancora di più alle sue promesse.

I redditi dei ministri...

Ma quali sono i redditi che dovranno essere tagliati? Parliamo di 48mila euro all'anno per i ministri (e 40mila euro per i vice-ministri o sottosegretari). E' questo il valore delle indennità riconosciute ai membri dell'esecutivo. Ma 14 di essi (più 19sottosegretari) sono anche stati eletti in Parlamento e percepiscono quindi stipendi e indennità come deputati e senatori.

I 14 ministri che percepiscono il doppio stipendio sono:

Enrico Letta: Presidente del Consiglio / Deputato Pd
• Angelino Alfano: Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni / Deputato Pdl
• Mario Mauro: Ministro della Difesa / Deputato Lista civica di Monti
• Maurizio Lupi: Ministro delle Infrastrutture e Trasporti / Deputato Pdl
• Nunzia De Girolamo
: Ministro delle Politiche agricole / Deputata Pdl
• Andrea Orlando: Ministro dell'Ambiente / Deputato Pd
• Maria Chiara Carrozza
: Ministro dell'Istruzione e dell'Universita / Deputata Pd• Massimo Bray: Ministro della Cultura e Turismo / Deputato Pd
Beatrice Lorenzin: Ministro della Salute / Deputata Pdl
Gianpiero D'Alia: Ministro della Semplificazione / Deputato Lista civica di Monti
Gaetano Quagliariello: Ministro delle Riforme costituzionali / Senatore Pdl
Cécile Kyenge: Ministro dell'Integrazione / Deputata Pd
Josefa Idem: Ministro delle Pari opportunità e dello Sport / Deputata Pd
Dario Franceschini: Ministro dei Rapporti col Parlamento / Deputato Pd
... e quelli dei parlamentari


Oltre all'indennità di ministri, questi politici percepiscono diversi emolumenti come parlamentari, che sono:

lo stipendio,di circa 5.000 euro al mese;
la diaria, ovvero un compenso mensile forfettario per il soggiorno a Roma ai parlamentari che vivono altrove, di 3.500 euro al mese (da cui vengono decurtati 206 euro per ogni giornata di assenza dal parlamento);
il "rimborso per l'esercizio del mandato", che è appunto un rimborso fino al 50% di alcune spese specifiche (collaborazioni e consulenze, gestione dell'ufficio, partecipazione a convegni) per un massimo complessivo di 3.690 euro;
il rimborso delle spese di viaggio e telefoniche: i parlamentari viaggiano gratis in treno, aereo, nave e autostrada su tutto il territorio nazionale. Per gli spostamenti da e verso le stazioni e gli aeroporti (taxi) hanno un rimborso trimestrale fino a 4.000 euro;
•il rimborso delle spese telefoniche, che ammonta a 3.100 euro all'anno.
 

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