commenti vari su tutto nessuno escluso

sei fuori tema il discorso era la gestione politica di un paese 'la gestione del potere di una elite di classe' non dei poveri degenerati che controllano certi paesi

ovviamente tu mi tiri fuori i cinesi perche' non ti garbano
ma se vuoi pui fare un paragone con paesi come singapore, usa, inghilterra, australia
paesi gestiti con classe dove puttane, mafiosi, gay, ignoranti sono esclusi dal potere
il potere e' una cosa seria se vuoi uno stato forte

questi post erano sacturiti da una riflessione su una tua affermazione:
ho l'impressione che peggiorera' fino a trasformarsi in una dittatura oligarchica feudale

direi che i casi di Cina e Singapore stanno perfettamemte nella definizione data


se si vòle espandere ( ma nn voglio ) ci sarebbe da confrontare i vari sistemi sulla efficienza, confrontandola al metodo
qui concludo notando che ciò che ai grillini è inviso in italia ( la dittatura della casta) è altrove preso a modello ( Cina e Singapuur, appunto)

sulla (im)moralità siamo d'accordo, ma abbiamo diverso concetto della moralità:
a me non imprta affatto che ci siano prostitute o omosessuali al potere ( cfr: Teodora, Adriano)
per me il potere deve essere volto alla libertà ed al benessere dei governati
meglio quindi una democrazia, per quanto corrotta, a qualsiasi altra cosa, seguendo Churchill:
la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.

di ben altre nefandezze quindi mi dolgo
ad esempio di una casta che straccia i referendum
( cfr: finanziamento ai partiti del 1993 , referendum sulla riforma presidenzialista del 2006 )
e di porcate varie, porcellum in primis: su quello giace inascoltata la proprosta di legge popolare
 
Ultima modifica:
Il petrolio che rende poveri e malati
L'oro nero che in Italia rende poveri - Video - Corriere TV
L'oro nero che in Italia rende poveri

Viaggio in Basilicata. la regione ricca di petrolio dove chi denuncia l'inquinamento finisce in galera - di Antonio Crispino
La Basilicata è la regione più povera d'Italia: dati Istat 2010. La Basilicata ha una percentuale di morti per tumore più alta della media nazionale: dati dell'Associazione Italiana Registro Tumori.
In Basilicata le aziende agricole si sono dimezzate nell'arco di 10 anni: dati Confederazione Italiana Agricoltori. La Basilicata ha un tasso di disoccupazione costantemente in crescita: dati Cgil
«Nella sola Val d'Agri (dove è più intensa l'attività dei petrolieri) ci sono 8 mila persone tra disoccupati e inoccupati». La Basilicata ha oltre 400 siti contaminati dalle attività estrattive: dati della Commissione Bicamerale sul Ciclo dei rifiuti. La Basilicata è ricca di petrolio: dati Eni.


CHI DENUNCIA VA IN GALERA- In Basilicata si sta tentando di salvare l'ambiente da un presunto inquinamento provocato dai pozzi petroliferi. Per questo si va in galera. Ne sa qualcosa Giuseppe Di Bello, tenente della Polizia Provinciale di Potenza che per aver segnalato una massiccia presenza di idrocarburi nelle acque del lago del Pertusillo, a due passi dal Centro Oli Eni a Viggiano, è stato sospeso dal servizio, dalla paga e dai pubblici uffici per due mesi, sottoposto a un processo e spostato a guardare le statue in un museo.
Non è andata meglio al giornalista e coordinatore dei Radicali lucani Maurizio Bolognetti che ha pubblicato la notizia dell'inquinamento. I carabinieri gli hanno perquisito casa da cima a fondo. Pochi mesi dopo, in quel lago sono morti centinaia di pesci.

IL TIRA E MOLLA - Di pozzi nella sola Val d'Agri ce ne sono 39, alcuni a pochi metri da una scuola materna o addirittura uno che sovrasta un municipio. Ma quello a cui si assiste è un imbarazzante tira e molla tra chi dice che è tutto a posto e chi invece sventola dati da far rabbrividire. «Abbiamo trovato 6458 microgrammi/litro di idrocarburi nei tre punti in cui abbiamo campionato il lago che porta acqua potabile nei rubinetti di Puglia e Basilicata - denuncia Albina Colella, geologa e sedimentologa dell'Università degli Studi della Basilicata -. Su undici campioni di sedimenti, ben sette avevano presenza di idrocarburi superiori al limite di riferimento». Anche la dirigente del laboratorio strumentale Arpab, Katarzyna Pilat ha confermato di aver trovato maggiore concentrazione di idrocarburi pesanti (C12 - C 40) nei sedimenti presenti nel punto di innesto del fiume Agri. Tuttavia va precisato che in Italia mancano riferimenti normativi vincolanti sia per quanto riguarda l'analisi dei sedimenti che per l'esame di concentrazione di idrogeno solforato nell'aria. L'Arpab, ad esempio, utilizza come riferimento le linee guida dell'Oms che in quanto tali restano solo indicazioni, quindi non vincolanti.
Il responsabile del distretto Meridionale dell'Eni, Ruggero Gheller, smentisce qualsiasi collegamento con le attività estrattive: «I nostri impianti sono chiusi, non c'è alcun rilascio di sostanze all'esterno ma soprattutto ogni pozzo è stato costruito dopo autorizzazioni della Regione e sottoposto a rigidissimi controlli da parte dell'Arpab». Tutto vero. Le strumentazioni non hanno mai rilevato niente di importante. Ma come si è svolto il sistema di controlli in questi anni, ce lo spiega bene il nuovo presidente dell'Arpab, Raffaele Vita, in un fuorionda. A lui hanno affidato la patata bollente dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente dopo un'escalation di arresti. «Qui era come al catasto. Sono entrate persone che facevano tutto un altro mestiere e all'improvviso si sono trovati ad affrontare il tema del petrolio. Li ho trovati a scaricare i film dai computer, ho dovuto mettere le protezioni. Eravamo una massa di improvvisati. E la politica faceva tutt'altro che mettere la barra dritta».

25 ANNI DI ESTRAZIONI - Non è un caso che un certa rete di monitoraggio sia stata attivata solo dal 2011 (per stessa ammissione dell'Eni) mentre il petrolio in Basilicata si estrae da circa 25 anni (risalgono al 1981 le prime ricerche di petrolio in Val d'Agri con il pozzo Costa Molina 1). Anni in cui sono passati sotto silenzio tutta una serie di incidenti e anomalie. Che per l'Eni, però, non si chiamano incidenti ma eventi, cose che possono capitare. «Come la fuoriuscita di migliaia di litri di greggio in un bacino naturale per la raccolta di acque piovane il 17 marzo 2002; la nebulizzazzione di 500 litri di greggio il 06 giugno del 2002; l'immissione in aria di ingenti quantitativi di gas inquinanti il 4 ottobre del 2002» ricorda Bolognetti. Oppure la «misteriosa» intossicazione da idrogeno solforato di 20 operai di un'azienda che si trova proprio di fronte il Centro Oli, per i quali fu necessario contattare il centro anti veleni di Pavia.

«Dovete chiedere a chi in questi anni ha gestito il petrolio in Basilicata come hanno fatto a dare certe autorizzazioni» inveisce il sindaco di Marsicovetere Sergio Claudio Cantiani. E' un medico. Il suo municipio anziché essere sovrastato dal classico campanile, si trova all'ombra di un pozzo di petrolio. «Noi siamo contenti, tutto va bene e andrà ancora meglio quando l'Eni ci pagherà le royalties che ci consentiranno di far fronte ai mancati trasferimenti da parte dello Stato. Per il resto siamo solo vittime delle gestioni precedenti». Andando a vedere chi ha gestito la Basilicata in questi anni, si trovano persone come Filippo Bubbico, presidente della Basilicata dal 2000 al 2005. Nominato tra i dieci saggi del presidente della Repubblica e di recente premiato viceministro del governo Letta, è stato indagato per abuso di ufficio, associazione a delinquere e truffa aggravata e ne è sempre uscito incensurato. Oppure Vincenzo Santochirico, l'assessore all'Ambiente che parlò di «maldestro tentativo di allarmare la popolazione della Basilicata sostenendo che l’acqua destinata ad uso potabile fosse inquinata», promosso prima presidente del Consiglio regionale e poi a grande elettore del Capo dello Stato.

LA STORIA DEL PETROLIO - Ma per capire come è andata la storia del petrolio in Basilicata, basta spulciare la cronaca giudiziaria recente. In quasi dieci anni sono finiti in manette il direttore generale dell'Arpab, il coordinatore provinciale dell'Ente regionale Ambiente, il vicepresidente, tre assessori e un consigliere regionale. Altri otto consiglieri sono stati destinatari di divieto di dimora, mentre sotto inchiesta sono finiti due deputati lucani. E non c'è solo la politica. Nel 2002 sono stati arrestati un maggiore della Guardia di Finanza, un generale dei servizi segreti (Sisde), imprenditori, banchieri, finanzieri. Tutti al centro di inchieste con un unico comune denominatore: il petrolio.

LA DIGA E L'INQUINAMENTO - Al di là di quello che è il balletto dei numeri, siamo andati sulla linea di sbarramento della diga del Pertusillo. A dieci metri di distanza c'è l'impianto che porta queste acque a Bari, Brindisi, Lecce e in parte della Basilicata. Le stesse acque vengono utilizzate in agricoltura. In superficie galleggia un fitto manto marrone, schiumoso e maleodorante. «Non è terreno - ribadisce il tenente Di Bello - Sotto ci saranno almeno altri 60 mt di acqua». Lancia un sasso. Fa fatica ad affondare. Si muove come in una melma, come se fosse petrolio. C'è di tutto, dalle bottiglie di detersivo agli pneumatici. «L'amalgama di tutto sono gli idrocarburi leggeri e i densattivi provenienti dai depuratori che non funzionano». Idrocarburi sono stati trovati anche nel miele delle api. Nessuno osa dire da dove provengano. «Qui nessuno dice che c'è inquinamento. Se vai alla regione ti dicono che è tutto a posto» commenta sconfortata Giovanna Perruolo della Confederazione italiana agricoltori.
Sta di fatto che sui mercati agricoli nazionali i prodotti che vengono da questa parte della Basilicata non li vogliono. «I fagioli di Sarconi erano il nostro vanto, venivano richiesti anche all'estero. Oggi gli agricoltori sono costretti a dire che vengono dalla Cina. Nessuno li vuole perché sospettano la contaminazione». L'elenco delle conseguenze dell'inquinamento è lungo. Parla di animali che non fanno più il latte nelle vicinanze degli impianti petroliferi, vigneti secchi, uva che cresce con una patina d'olio sui chicchi, terreni diventati infruttiferi, pesci che muoiono in massa, pere dal marchio Dop che non coltiva più nessuno. «Ormai ci arrivano solo richieste di pensioni per masse tumorali, l'incidenza delle malattie è altissima». L'Eni paga il 10% di royalties. Il 7% va a Regione ed Enti locali. Il 3% serve a finanziare un bonus benzina di 180 euro l'anno destinata a ogni automobilista della Basilicata. «Peccato che qui il petrolio paradossalmente costa di più che in altre parti d'Italia» rivela Costantino Solimando. Di professione fa la guardia zoofila e appena può va fuori regione a fare benzina. «Il gasolio lo pago 1,60, qui in Val D'Agri è a 1,80. Mi dica lei se non è una presa in giro anche questa».

Antonio Crispino9 giugno 2013 (modifica il 10 giugno 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
 


già detto tutto :rolleyes::rolleyes:



imho
qualsiasi cosa si faccia in Asia, non c'è l'idea della dignità dell'individuo
è inutile fingere di fare i democratici tanto sarà sempre peggio con l'espansione della Cina e ho l'impressione che peggiorerà fino a trasformarsi in una dittatura oligarchica feudale ( ove non è già così, ovviamente)
in pratica il peggio per il popolo

quanta filosofia ... :rolleyes::rolleyes: :rolleyes::rolleyes:

per dire se i carri armati e Tien-anmèn li hanno usati o no, leggiamo:
Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad "alcune dozzine". La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30 mila feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che tremila persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino. Le stime più alte parlarono di 7.000 – 12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l'intervento, vanno aggiunti i giustiziati per "ribellione", "incendio di veicoli militari", ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a mille, forse 1300 o anche più[85].




cmq, tu dici che per la TAV sono violenti?
pensa un pochetto che in turchia stanno facendo ben di più ( 4 morti all'ultimo conteggio mi pare ) per spianare un parco pubblico


hai proprio ragione, lo stile è tutto :-o :-o :-o
 

che cavolo centra Grillo con gli australiani :D

dopo l'elezione di Napolitano e la riconferma del vecchio potere massonico/bce/bilderberg etc.. speravo:
1. nel ritiro dalla fatica per qualche mese
2. impegno diretto di Grillo in politica


in realta' penso che per gli italiani non ci sono vie di fuga nessuno potra' salvarli da un destino molto ma molto simile alla Grecia e questo governo mi sembra identico a quello fatto in Grecia prima della ristrutturazione del debito
 
Penso di sî. Ormai poiche' con questo governo non verra' abbandonato l'euro a questo punto e' probabile che quando il debito arrivera' a 140/150 rispetto al pil ci sara' il default....anzi non guai a chiamarlo default ....la ristrutturazione del debito per il bene del paese e per agevolate lo sviluppo economico ( ecco cosi' va bene)
 
che cavolo centra Grillo con gli australiani :D

dopo l'elezione di Napolitano e la riconferma del vecchio potere massonico/bce/bilderberg etc.. speravo:
1. nel ritiro dalla fatica per qualche mese
2. impegno diretto di Grillo in politica


in realta' penso che per gli italiani non ci sono vie di fuga nessuno potra' salvarli da un destino molto ma molto simile alla Grecia e questo governo mi sembra identico a quello fatto in Grecia prima della ristrutturazione del debito

che cavolo centra Grillo con gli australiani

e kemminghia ne sò di che c'entra la Boldrini con la Turchia di cui stavamo parlando prima


sulle previsioni millenariste, :benedizione::benedizione: meglio che metti una data, perchè sono mesi ( anni ) che ne fai , e non si capisce più un ghezzo di quando è prevista la fine-del-mondo

ammenocchè, naturalemte, facciamo come dicevi tu e prendiamo l'Argentina come modello ..
allora, sì che andiamo a rotoloni Regina !! :lol::lol::lol:
 

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