Conti correnti sequestrati per ridurre il debito pubblico, ecco perché se ne parla

Non è difficile prevedere che, con buona probabilità, il combinato disposto delle modifiche in discussione, rispettivamente, per il Trattato riguardante il Mes e per quello relativo all’Ube – se approvate come in proposta – possa generare una forte pressione al ribasso sui titoli di Stato emessi dalla Repubblica Italiana; una pressione innescata dal mutamento delle aspettative degli investitori circa le possibilità di ristrutturazione del debito italiano da un lato, e circa la presumibile minore domanda per i nostri titoli di Stato dall’altro.

Lo stesso Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il 15 novembre scorso, in relazione alle proposte di modifica del Mes, ha osservato come “i benefici modesti e incerti di un meccanismo di ristrutturazione del debito devono essere soppesati ponendoli a confronto con l’enorme rischio che il mero annuncio della sua introduzione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default, che possono dimostrarsi autorealizzantisi”.

Adesso, io mi domando e dico: a chi converrebbe una nuova crisi dei debiti sovrani?? Perché è chiaro che, approvate le regole di funzionamento del Mes così come concepite ab origine, comincerebbe la svendita dei bond dei paesi con più elevato debito pubblico:
Belgio, 104,3 %
Cipro, 104,5 %
Grecia, 180 %
Italia, 131 %
Portogallo, 127,7 %
Spagna, 96,7 %
Francia, 96,1 %
 
ecco una vignetta che fa capire chiaramente il MES salvabanche tedesche
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