Aggiungerei anche questa, che ho visto parecchi strafalcioni anche da insospettabili
Quando si scrive ce n'è
Questa espressione è la forma contratta di “ce ne è”, ed è composta da “ce” (derivato da “ci”) e la particella pronominale “ne” seguita dal verbo “essere”. Ma allora, in particolare,
quando si scrive ce n’è?
Questa è la forma corretta quando si tratta della realizzazione della terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo “esserci”, definito procomplementare. Vediamo un paio di esempi:
- ESEMPIO: Non affollatevi, ce n’è per tutti!
- ESEMPIO: Avevo portato il dolce. Ce n’è ancora?
Quando si scrive ce ne
Invece,
quando si scrive ce ne? In questo caso, siamo di fronte alla forma alternativa del pronome “ci” seguito dalla particella pronominale “ne”, e si utilizza per evitare ripetizioni. Entrambe le parole sono prive di accento e apostrofo.
- ESEMPIO: Prendi altre caramelle, ce ne sono ancora.
- ESEMPIO: Hai mentito e ce ne siamo accorti tutti.
Quando si scrive c'è ne
Vediamo ora un caso diverso dai precedenti.
Quando si scrive c’è ne? Questa forma è corretta quando i due elementi appartengono a frasi diverse, spesso anche con separazione di punteggiatura. Si tratta infatti di “ci” con il verbo “essere” seguito dalla particella pronominale “ne”.
- ESEMPIO: Maurizio a casa non c'è, ne sono sicuro!
- ESEMPIO: Il tempo per finire il lavoro ancora c’è, ne sono convinto.
Quando si scrive c'è né
Veniamo all’ultima possibile grafia:
quando si scrive c’è né? Come abbiamo visto, “c’è” è la forma contratta di “ci” seguito dal verbo “essere”; ma in questo caso “né” con l’accento acuto è una congiunzione.
- ESEMPIO: Cercavo il direttore o il suo assistente. Mi dispiace ma non c’è né l’uno né l’altro.
- ESEMPIO: Oggi il professore non c'è né per te nè per nessun altro!