Cosa stanno diventando i forum?

Uno dei motivi per cui "quelli bravi" si contattano solo tra di loro, lasciando stare i forum, allora.

Borsarumors Club (ne parlo perchè ci sono dentro): sezione a pagamento (modesto rispetto a ciò che offre: polemiche zero e solo concretezza, serietà, accuratezza negli interventi) dove l'idea di base c'è tutta, secondo me. Se non riesce ancora ad esprimersi completamente è per via dei malefici mercati che ci stanno accompagnando, ma le basi (persone competenti e serietà) ci sono.
 
Non so perchè, ma leggendo di ciò che dite si legge nei vari forum mi venivano in mente i capponi di Renzo Tramaglino che, in viaggio verso l'avvocato Azzeccagarbugli, compagni di sventura, si beccavano a vicenda...

Un saluto.
il "gunter"
 
Ieri mattina ero al telefono con un amico del settore, e si parlava della scomparsa di tanti siti di finanza, alcuni che andavano anche per la maggiore due anni fa (madeinborsa, ad esempio).

A mio modo di vedere è accaduto anche (non solo, ovvio) per la motonia dei siti: quando hai visto un grafico Seat in tutte le salse, che senso ha recarti in un sito che ti propone sempre e solo grafici Seat? L'errore è stato affidarsi completamente al pubblico dei traders, la maggior parte dei quali è arrivata nal 1999/2000 ed è scomparsa nel 2001/2002, ed eccoci alla chiusura dei siti. Io ricevo numerose richieste, quotidianamente, ed è ovvio che molte di esse non riguardino quel tal titolo o il supporto di Olivetti, ma: "A mio padre hanno proposto una polizza (bond, ecc.), cosa ne dici?"

Noi, intesi come traders, siamo una minoranza, ed al nostro interno c'è comunque bisogno di sapere anche di altri strumenti e metodologie, immaginate cosa ci sia al di fuori del nostro mondo al pc, fatto di TOL e forum.

La finanza on line ha fatto passi enormi, eppure è ancora agli inizi, perché ancora non si rivolge alla massa degli investitori, quelli che ancora vanno
 
I nodi vengono al pettine finalmente, grazie a Voltaire.
Di ipotesi se ne possono fare tante, io prediligo quella elitaria di un forum riservato ad alcuni nick (ad esempio solo alcuni nick possono scrivere, gli altri possono leggere ma per scrivere hanno bisogno di un'autorizzazione).
Questo per non arrivare a quello che si fa in borsarumors, dove per accedere al forum si paga.

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Copio un interessantissimo intervento di Blu, da Borsateam.


Allora, cerco di impostare il discorso in maniera un minimo articolata.
Esistono due possibilità di GESTIONE per un sito (nel nostro caso di finanza) : AMATORIALE e PROFESSIONALE. Attenzione, sto parlando della gestione, e non certo dei contenuti, che possono essere indipendenti dal tipo di gestione e dipendono in massima parte dagli utenti e piu' in generale dalla 'redazione'.

Quello che differenzia le due tipologie di gestione è essenzialmente l'obiettivo che il gestore si propone.

Nel secondo caso (Gestione Professionale) l'obiettivo è chiaramente la generazione di utile, ossia un tornaconto economico ottenuto mediante sponsorizzazioni, campagne pubblicitarie, vendita di spazi e di servizi sia ad aziende che vogliono farsi pubblicità sia agli utenti del sito.

Esempi :
- FinanzaOnLine vende pubblicità e le revenues sono proporzionali al numero di visitatori/utenti/clienti potenziali del sito - in questo caso l'obiettivo di gestione è massimizzare il numero di utenti e il traffico del sito, che si traduce nella massimizzazione del profitto da introiti pubblicitari.
- Siti che 'vendono segnali' o 'report' o 'newsletters' o 'corsi': insomma si vende un 'prodotto' ben preciso. In questo caso l'obiettivo è si la massimizzazione del numero dei riceventi, ma particolare attenzione va posta al contenuto di quello che si scrive, onde evitare di essere considerati 'venditori di fumo' (purtoppo la maggioranza ricade in questa categoria). Si deve creare quindi fiducia e confidenza nella validità di chi scive e di quello che scrive.
In ogni caso l'obiettivo è la generazione di un utile operativo e tutto deve andare in quella direzione.

Nel primo caso (Gestione Amatoriale) ricadono tutti quei siti/forum, prevalentemente a cura di un singolo individuo o di un gruppo molto ristretto, in cui l'obiettivo primario NON è la generazione di utile ma il soddisfacimento, direi quasi l'appagamento di una passione personale (magari coniugata all'operatività finanziaria diretta sul mercato). Insomma chi fa un sito amatoriale cerca di soddisfare un bisogno personale, che molte volte puo' coincidere col bisogno di una serie di altre persone che formano allora una 'comunità'. E' il caso di BorsaTeam, di NonSoloAzioni e di tanti altri siti del genere.

E' chiaro che non avendo come obiettivo l'utile, la sopravvivenza del sito è legata alla disponibilità di chi ci mette il proprio tempo e i propri soldi (non parlo solo dei proprietari, ma della comunità in genere). Chiaramente, all'esaurirsi degli stimoli personali che hanno motivato la sua creazione, si generano dei meccanismi di ricerca dell'utile anche in questi siti amatoriali che portano il sito a cercare di essere quello per che non è e non può essere, ossia una macchina per fare soldi. Chiaramente questo è un discorso di massima, e non deve essere generalizzato. Il risultato di questo tentativo di trasformazione e/o del venir meno delle motivazioni iniziali, il più delle volte, è la chiusura del sito.
Non c'e' nulla di male o di tremendo nella chiusura di un sito, è naturale che succeda.

...... Continua ........
 

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