fibo76
Forumer attivo
In momenti come questi quando vanno a ruba i titoli obbligazionari è interessante valutare strategie di ingresso sul mercato azionario con strategie "conservative".
Quelle che mi attirano di più attualmente sono le covered call con azioni.
La strategia prevede la vendita di un’opzione call, generalmente OTM, detenendo il sottostante.
Per chi non avesse dimestichezza con le opzioni, la spiego con un esempio, i più esperti mi perdonino se sarò forse troppo semplicistico, ma è per far passare il concetto.
Faccio l'esempio su ENI, visto che ho fatto una simulazione su quella.
Ho comperato 1000 ENI a 13.5 venerdì. Contestualmente ho venduto 2 contratti (ogni contratto vale 500 azioni) di opzioni call 14 con scadenza febbraio 2003 incassando 27 centesimi ad azione.
La CCG, nel caso si depositino le azioni a garanzia, non chiede alcuna marginazione per operazioni di questo tipo.
Incasso lordo 270 euro (sulle opzioni iso incidono molto le commissioni, in questo caso sarebbero costate circa 30 euro), incasso netto 240 euro.
Fatto questo attendo fiducioso giovedì 20 febbraio, quando dovrò vedere che scenario si è sviluppato.
Ipotesi 1
Eni sopra i 14 euro. Dovrò consegnare a colui che mi ha comprato le opzioni, le mie azioni al prezzo di 14 euro, sia che ENI valga 14,5 che 16. Io porterò a casa la differenza tra il prezzo di acquisto e lo strike (14-13,5= 0,5 euro) e l'incasso delle opzioni 0.24 ad azione.
In realtà poi non sempre è necessario che avvenga lo scambio fisico delle azioni, si può eventualmente chiudere lo short di opzioni il giorno di scadenza o qualche giorno prima, questo però aggiunge costi di commissione, che incidono parecchio dal punto di vista percentuale sull'incasso.
C'è la possibilità teorica, essendo le opzioni ISO di tipo americano, che in qualsiasi momento da adesso al 20 febbraio il mio compratore di opzioni voglia esercitare il suo diritto a prendersi le ENI a 14 euro, nel caso ENI fosse ampiamente sopra lo strike, ma è una possibilità teorica che raramente accade.
Ipotesi 2
Eni tra 13.5 e 14. Porto a casa l'incasso delle opzioni ed ho un guadagno eventuale dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di mercato.
Ipotesi 3
Eni sotto i 13.5. Porto a casa l'incasso delle opzioni e perdo la differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo di acquisto. Fino a 13.26 sono coperto dall'incasso delle opzioni, sotto sono in perdita.
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Cosa faccio il 20 febbraio?
Ipotesi 1
Nel caso ENI sia sopra i 14 euro diciamo per semplicità che consegno le azioni a 14 euro ciascuna, il mio capitale iniziale di 13.500 euro è diventato 14.000 + 240 euro dell'incasso delle opzioni, quindi 14.240.
Dovrei ripetere l'operazione su marzo riacquistando 1000 azioni e vendendoci sopra 2 contratti di opzione.
Parto però da un prezzo di acquisto superiore a quello iniziale, quindi teoricamente ho più possibilità di perdita, storicamente parlando, quindi dovrò valutare l'oppportunità di rientrare o meno.
Nella simulazione che troverete nel messaggio successivo ho ipotizzato di non fare valutazioni di questo tipo e di fare sempre e comunque l'operazione.
Ipotesi 2
Visto che siamo sui prezzi dell'acquisto iniziale ripeto la stessa operazione
Ipotesi 3
In questo caso abbiamo tre possibilità di interpretare intervenire.
a) Il mio prezzo di acquisto è 13.5: se il mio obiettivo è quello di preservare il capitale e considerare l'incasso delle opzioni come rendita, continuo a vendere per i mesi successivi call 13.5 così da incassare qualcosa e riavere il mio capitale nel caso ENI tornasse sul mio prezzo di carico. Spannometricamente credo che sia + conveniente vendere mese per mese, anche se le commissioni incidono in modo sostanzioso. La cosa funziona se ENI quota tra 12.5 e 13.5, con quotazioni più basse, in pratica è impossibile o non conveniente vendere call 13.5 (si spenderebbe + di commissioni che altro).
b) Se il mio obiettivo è preservare il capitale ed avere un piccolo interesse annuale, ricalcolo ogni mese il mio prezzo di acquisto sottraendo l'incasso delle opzioni, quindi in marzo il prezzo di carico sarebbe 13.5-0.24= 13.26 al quale dovrei sottrarre l'incasso della prossima vendita di opzioni, quindi diciamo che potrei venderci sopra delle Call 13 avendo la sicurezza che nel caso di ritorno sopra i 13 io avrò recuperato il mio capitale.
c) Se il mio obiettivo è avere una rendita fissa dalla vendita di opzioni, vendo lo strike che mi permette di incassare quanto mi serve, assumendomi il rischio in caso di grosse oscillazioni di vedere il mio prezzo di carico alzarsi col passare del tempo. E' l'ipotesi che simulato e che trovate nel messaggio successivo.
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I rischi di un'operazione di questo tipo restano comunque quelli tipici di un investimento azionario, detenendo le azioni teoricamente potrei perdere tutto il capitale.
Vendendo delle call ogni mese limito il mio eventuale guadagno e attutisco le eventuali perdite.
Non sono così tecnico da poter calcolare il rischio di rovina che si può avere con operazioni di questo tipo, ai + esperti, se ne hanno voglia, l'onere di calcolarlo.
Fondamentale per operazioni di questo tipo è lo stock picking, la scelta dell'azione o delle azioni su cui fare questo tipo di operazioni.
Azioni di tipo difensivo sono certamente più adatte per un trading senza discrezionalità, azioni più volatili potrebbero essere più adatte nel caso si voglia usare una strategia di questo tipo abbinata magari ad un trading system di posizione, vendendo call più lontane nei periodi long (oppure evitando di vendere) e vendendo call at the money o in the money nei periodi short.
Quelle che mi attirano di più attualmente sono le covered call con azioni.
La strategia prevede la vendita di un’opzione call, generalmente OTM, detenendo il sottostante.
Per chi non avesse dimestichezza con le opzioni, la spiego con un esempio, i più esperti mi perdonino se sarò forse troppo semplicistico, ma è per far passare il concetto.
Faccio l'esempio su ENI, visto che ho fatto una simulazione su quella.
Ho comperato 1000 ENI a 13.5 venerdì. Contestualmente ho venduto 2 contratti (ogni contratto vale 500 azioni) di opzioni call 14 con scadenza febbraio 2003 incassando 27 centesimi ad azione.
La CCG, nel caso si depositino le azioni a garanzia, non chiede alcuna marginazione per operazioni di questo tipo.
Incasso lordo 270 euro (sulle opzioni iso incidono molto le commissioni, in questo caso sarebbero costate circa 30 euro), incasso netto 240 euro.
Fatto questo attendo fiducioso giovedì 20 febbraio, quando dovrò vedere che scenario si è sviluppato.
Ipotesi 1
Eni sopra i 14 euro. Dovrò consegnare a colui che mi ha comprato le opzioni, le mie azioni al prezzo di 14 euro, sia che ENI valga 14,5 che 16. Io porterò a casa la differenza tra il prezzo di acquisto e lo strike (14-13,5= 0,5 euro) e l'incasso delle opzioni 0.24 ad azione.
In realtà poi non sempre è necessario che avvenga lo scambio fisico delle azioni, si può eventualmente chiudere lo short di opzioni il giorno di scadenza o qualche giorno prima, questo però aggiunge costi di commissione, che incidono parecchio dal punto di vista percentuale sull'incasso.
C'è la possibilità teorica, essendo le opzioni ISO di tipo americano, che in qualsiasi momento da adesso al 20 febbraio il mio compratore di opzioni voglia esercitare il suo diritto a prendersi le ENI a 14 euro, nel caso ENI fosse ampiamente sopra lo strike, ma è una possibilità teorica che raramente accade.
Ipotesi 2
Eni tra 13.5 e 14. Porto a casa l'incasso delle opzioni ed ho un guadagno eventuale dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di mercato.
Ipotesi 3
Eni sotto i 13.5. Porto a casa l'incasso delle opzioni e perdo la differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo di acquisto. Fino a 13.26 sono coperto dall'incasso delle opzioni, sotto sono in perdita.
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Cosa faccio il 20 febbraio?
Ipotesi 1
Nel caso ENI sia sopra i 14 euro diciamo per semplicità che consegno le azioni a 14 euro ciascuna, il mio capitale iniziale di 13.500 euro è diventato 14.000 + 240 euro dell'incasso delle opzioni, quindi 14.240.
Dovrei ripetere l'operazione su marzo riacquistando 1000 azioni e vendendoci sopra 2 contratti di opzione.
Parto però da un prezzo di acquisto superiore a quello iniziale, quindi teoricamente ho più possibilità di perdita, storicamente parlando, quindi dovrò valutare l'oppportunità di rientrare o meno.
Nella simulazione che troverete nel messaggio successivo ho ipotizzato di non fare valutazioni di questo tipo e di fare sempre e comunque l'operazione.
Ipotesi 2
Visto che siamo sui prezzi dell'acquisto iniziale ripeto la stessa operazione
Ipotesi 3
In questo caso abbiamo tre possibilità di interpretare intervenire.
a) Il mio prezzo di acquisto è 13.5: se il mio obiettivo è quello di preservare il capitale e considerare l'incasso delle opzioni come rendita, continuo a vendere per i mesi successivi call 13.5 così da incassare qualcosa e riavere il mio capitale nel caso ENI tornasse sul mio prezzo di carico. Spannometricamente credo che sia + conveniente vendere mese per mese, anche se le commissioni incidono in modo sostanzioso. La cosa funziona se ENI quota tra 12.5 e 13.5, con quotazioni più basse, in pratica è impossibile o non conveniente vendere call 13.5 (si spenderebbe + di commissioni che altro).
b) Se il mio obiettivo è preservare il capitale ed avere un piccolo interesse annuale, ricalcolo ogni mese il mio prezzo di acquisto sottraendo l'incasso delle opzioni, quindi in marzo il prezzo di carico sarebbe 13.5-0.24= 13.26 al quale dovrei sottrarre l'incasso della prossima vendita di opzioni, quindi diciamo che potrei venderci sopra delle Call 13 avendo la sicurezza che nel caso di ritorno sopra i 13 io avrò recuperato il mio capitale.
c) Se il mio obiettivo è avere una rendita fissa dalla vendita di opzioni, vendo lo strike che mi permette di incassare quanto mi serve, assumendomi il rischio in caso di grosse oscillazioni di vedere il mio prezzo di carico alzarsi col passare del tempo. E' l'ipotesi che simulato e che trovate nel messaggio successivo.
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I rischi di un'operazione di questo tipo restano comunque quelli tipici di un investimento azionario, detenendo le azioni teoricamente potrei perdere tutto il capitale.
Vendendo delle call ogni mese limito il mio eventuale guadagno e attutisco le eventuali perdite.
Non sono così tecnico da poter calcolare il rischio di rovina che si può avere con operazioni di questo tipo, ai + esperti, se ne hanno voglia, l'onere di calcolarlo.
Fondamentale per operazioni di questo tipo è lo stock picking, la scelta dell'azione o delle azioni su cui fare questo tipo di operazioni.
Azioni di tipo difensivo sono certamente più adatte per un trading senza discrezionalità, azioni più volatili potrebbero essere più adatte nel caso si voglia usare una strategia di questo tipo abbinata magari ad un trading system di posizione, vendendo call più lontane nei periodi long (oppure evitando di vendere) e vendendo call at the money o in the money nei periodi short.