Obbligazioni a tasso fisso CRISI UCRAINA, Bond Russia, Ucraina, Gazprom e altro (6 lettori)

russiabond

Il mito, la leggenda.
Fatto 100 che Gazprom fa arrivare skei a Deutsche bank... Se sanzioni in Europa non ci sono... Motivo per il quale Citi è ferma

Non dovrebbero esserci intralci al pagamento :tie:

Poi da qua a febbraio 23 ne passa di acqua sotto i ponti

Anzi ultimamente ne passa, poca :lol:
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
... Forse chi ha Biddato rastrellato questi giorni o i prossimi
Tanto scemo non era e neanche sprovveduto
Forse era solo ben informato.
Questo lo sapremo a breve...
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Il mito, la leggenda.
La Svizzera si oppone a confiscare i beni degli oligarchi russi per ricostruire l'Ucraina
di Franco Zantonelli
Il presidente svizzero, Ignazio Cassis, durante la Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina a Lugano 
Il presidente svizzero, Ignazio Cassis, durante la Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina a Lugano (reuters)
Il timore è quello di un conflitto interminabile che potrebbe portare a gravi conseguenze per l'approvvigionamento energetico

Lugano - In Svizzera, per ammissione stessa dell’Associazione dei Banchieri, gli oligarchi russi hanno depositato, in diversi istituti di credito, tra i 150 e i 200 miliardi di franchi. Eppure Berna, che sin dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’Armata Rossa, ha aderito alle sanzioni internazionali contro il regime di Putin, ha sin qui sequestrato non più di 9,7 miliardi di franchi, parte dei quali sono già stati liberati.
C’è chi si chiede, a questo punto, se la Svizzera non finisca per giocare su due tavoli: da un lato piena solidarietà all’Ucraina, dall’altro estrema cautela nel toccare gli interessi russi. Già in maggio il banchiere anglo americano, Bill Browder, che da un decennio denuncia le “turpitudini finanziarie” del Cremlino, aveva dichiarato, davanti a una commissione del Congresso di Washington, che “c’è qualcosa di seriamente marcio in Svizzera”. Ora, mentre si è appena chiusa, a Lugano, una conferenza di due giorni, sulla ricostruzione dell’Ucraina, ecco che la presunta arrendevolezza svizzera, nei confronti dei beni degli oligarchi, viene presa di mira dalla stampa britannica, in particolare dal Guardian.

Secondo il quotidiano il piano ucraino di utilizzare 500 miliardi di dollari di proprietà degli oligarchi, per finanziare la ricostruzione del Paese, a guerra finita, ha incontrato la ferma resistenza elvetica. Cosa viene rimproverato alla Svizzera e al suo Presidente, Ignazio Cassis? Di aver storto il naso di fronte all’ipotesi di impossessarsi di beni privati, quelli degli oligarchi, per scopi politici. “Il diritto di proprietà- ha scandito Cassis a Lugano -è un diritto fondamentale. Era legittimo congelare i patrimoni degli oligarchi, per stabilire se vi fosse un nesso causale con la guerra”.

Dovesse mancare questo nesso, la tesi di Cassis, sarebbe illiberale mantenere i sequestri. Ma di cosa ha paura la Svizzera, che ha sacrificato parte della sua neutralità appoggiando Kiev? Un’ipotesi può essere quella del timore di un conflitto interminabile, con gravi conseguenze per il suo approvvigionamento energetico. La Confederazione, ad esempio, manca di depositi di gas, che dovrà importare dalla Germania, visto che 300 mila economie domestiche utilizzano questo combustibile per scaldarsi. Per gli svizzeri si preannuncia un inverno al buio e al freddo, ha calcato la mano il quotidiano Blick, dopo che il governo non ha escluso il razionamento dell’elettricità.
 

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