Cronache di orrori annunciati

Tre anni di indagini, nulla di nulla

Il giallo di Rignano Flaminio è ben strano: ,anca il movente, manca il delitto e soprattutto manca il luogo dove il presunto delitto per abominevoli presunti moventi.
O meglio di luoghi del misfatto ne son passati ben quattro sotto l'occhio vigile del PM che non si arrende all'evidenza. Ne da noticina nascosta il giornale di Viterbo :
Individuato e ispezionato dal nucleo di Pg della procura della Repubblica di Tivoli, il quarto presunto luogo in cui sarebbero avvenuti gli episodi di pedofilia che avrebbero avuto per vittime oltre 20 alunni della scuola materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio.
Si tratta di una villetta nelle campagne del paese al confine tra le province di Roma e Viterbo.
Salgono a quattro i luoghi in cui, secondo l'accusa, potrebbero essere avvenuti gli episodi di pedofilia, per i quali sono indagate tre maestre, una bidella e il marito di una delle insegnanti.
I primi tre luoghi non sarebbero stati riconosciuti dai bambini. Nei giorni scorsi, il pm Marco Manzi, della procura di Tivoli, ha fatto notificare ai difensori degli indagati l'ennesima chiusura delle indagini preliminari, che erano state prorogate proprio per compiere accertamenti sulla quarta villetta.

Secondo indiscrezioni, anche in questo caso, non sarebbero emersi elementi significativi e nessun bambino avrebbe riconosciuto il luogo.
qui

Ecco, nulla di nulla su dove la presunta setta dei riti porno-pedo-satanci ha consumato i suoi laidi pasti sessuali, ma si va avanti, ci sono le testimonianze dei bimbi.
Il caso Rignano rispunta timidamente nel libro di Antonio Scurati, già in lizza per il Premio Strega. Nulla so del libro che non ho letto, ma mi pare questo un sintomo di come quell'accadimento massmediologico e isterico possa ormai essere trattato: materiale per romanzi.

Sottolineare come le insegnanti siano state rimosse per presunti fatti ormai contro l'evidenza e come il Presidente del Consiglio Italiano nemmeno si sogni di rimuoversi e di rimuoverci dall'imbarazzo nazionale e internazionale per fatti ben accertati è motivo di sconforto totale.

L'assunto distillato dell'accusa alle insegnanti della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio si regge essenzialmente sull'idea protoideologica che i bambini non mentono mai, non possono mentire.

Beh, questo filmetto avanza qualche perplessità su questo apodittico concetto che i bimbi siano incapaci di bugie capricciose, anche davanti alla telecamera del genitore.
[ame]http://www.youtube.com/watch?v=L65niWwsOKc[/ame]​
 
Da qui partì quasi tutto...

Roma
Il giornale 22/07/2009

Al terzo piano di Palazzo Chigi, nella stanza del sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi, alle 20.30 va in onda un film dell’orrore. Sulla parete dell’ufficio, un proiettore mostra il video girato dai genitori dei bambini che avrebbero subito abusi nell’asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio.

L’ufficio di Giovanardi pullula di parlamentari: Mariella Bocciardo, Elena Centemero, Gabriella Carlucci e Giancarlo Mazzuca del Pdl, Paola Binetti del Pd. Prima che le immagini comincino a scorrere, Giovanardi spiega: «Vedrete un video che dimostra la violazione delle più elementari norme scientifiche “d’approccio” ai racconti di bambini che hanno 4-5 anni. L’induzione è lampante. I bimbi rispondono alle domande insistenti dei genitori per sfinimento. Rispondono alla fine come vuole il papà, quasi per non dispiacerlo, perché talvolta nell’interrogatorio i genitori si spazientiscono pure».

Parte il video, cala il silenzio. La prima inquadratura è su una bambina con un vestitino, lunghi riccioli neri, sorriso e voglia di giocare. Il primo incontro registrato è del 16 luglio 2006. Il secondo è del 22 luglio.

Il padre stringe una bambola Barbie, che chiama «la fatina», e un papero di peluche.
Padre: «Chi ti faceva la bua?».
Bambina: (ride) «Nessuno».
P: «Chi faceva la bua agli amichetti tuoi?».
B: «Il drago». P: «La fatina ti ha fatto una domanda precisa. Vuoi fare questi benedetti nomi di chi ti faceva la bua a te e agli amichetti tuoi?». B: «Il drago e Polifemo».

Giovanardi spiega ai presenti che «è da questo video che è stato dato il la a tutta l’inchiesta».
Il filmato prosegue.

Il padre si spazientisce: «Mi hai detto che oltre al drago c’erano dei cattivi che vi facevano la bua».
B: «No, no...».
Il padre allora imita la voce della Fatina: «Che ti avevo detto? N. è una bugiarda! Sei una bugiarda».
B: «No, io non sono una bugiarda, sei tu bugiardo». P: «Tu sei stata una bugiarda! Hai detto che Patrizia faceva la bua ai bimbi?»,
B: «No, no».

La Centemero scuote la testa, la Carlucci si mette le mani sul viso e mormora: «Non è possibile».

Ma il «film» non è finito:

Bambina: «Guarda che cavalli belli che ho!».
P: «Giocavate a cavallo a scuola? (...) E dai, dimmi, per me è molto importante».
B: «Giocavamo a Pinocchio, poi ai cavalli» (...)
Padre: «C’erano persone che ti davano fastidio? Papà te li manda via».
B. «Non te lo dico».
P: «Ti facevano le totò?».
B: «Sì, le totò».
P: «Papà è forte, guarda che muscoli che ha. E ha tanti amici che vogliono bene a te. Quindi mi devi dire a me...».
B: «Sono due cavallucci...».
P: «Ma c’era qualcuno che ti faceva la bua?».
B: «Basta papà mi stai a stanca’».

La Binetti mormora: «Povera bambina».
Il padre insiste: «Mi dici se qualcuno vi ha fatto male?».
La bambina replica stizzita: «Papà zitto, non mi fido, dai, giochiamo».
Il padre conclude: «Come psicologo sono una frana».

Carmelo Lopriore, che di mestiere invece fa proprio lo psicologo, è lì nel gruppo di spettatori, e annuisce: «Ha proprio ragione, ma come si fa a fare certe domande?».

Domande che non sono finite.
Ancora il padre: «Ci sono tanti bambini che stanno piangendo, persone grandi hanno fatto fare giochi brutti», insiste rivolto alla figlia, che replica disarmante: «Non lo so».

Giovanardi in una pausa attacca il gip (Mansi, ndr) : «Ha sostenuto che in questi video non c’è finzione, non c’è suggestione... è assurdo». Lo interrompe Luciano: «Sono tutte domande suggestive, tutte suggerimenti... Non c’è una prova di queste asserite violenze, addirittura uno dei genitori che ha denunciato gestisce un sexy shop online».
(chi sia questo Luciano non si sa , ndr)

«Lo sai chi le dice le bugie?», dice ancora la voce del papà.
«Tu dici le bugie», replica la piccola.
«A mamma. Hai voglia. Tante gliene ho dette a mamma», scherza lui,
e la bimba lo gela: «Non si fa».

Dopo mezz’ora si riaccendono le luci, i parlamentari e gli altri ospiti sono increduli, si scambiano commenti durissimi all’indirizzo della psicologa che ha gestito i primi interrogatori «veri» per conto della Procura di Tivoli. Qualcuno ricorda che solo per aver visto un bambino soffiare dal naso tappandosi le orecchie, la donna aveva sostenuto che fosse una manifestazione legata alla sfera del piacere omosessuale. La Binetti sbotta: «Andrebbe fatto vedere questo video, proteggendo la bimba». Ma non si può. E la serata si chiude con un appuntamento: tutti i parlamentari a settembre andranno a Rignano Flaminio a portare solidarietà alle maestre e a seguire il caso da vicino, per accertarsi che il procedimento si svolga su elementi concreti.
Più di questi video.

.
 
Taormina, il ritorno

Manco a farlo apposta due ore fa Rignano Flaminio risale in prima pagina sui quotidiani nazionali, ora tra qualche vena di scetticismo.

Oggi è stata ufficializzato da Gip il rinvio a giudizio di 5 imputati della vicenda.

Tra le righe della fredda cronaca dei quotidiani, appare una notizia scontata sulla giustizia italiana e si prevede che la durata sarà di anni.
L'avvocato Taormina riappare dal dimenticatoio dei media, annunciando una querela verso Giovanardi esattamente cinque giorni dopo la proiezione del video del 2006 girato dai genitori di uno dei bimbi presunto abusato, ma in pieno favore del vento mediatico registra oggi la notizia del rinvio a giudizio.

Dopo la bufala siamo al grottesco.
 
Tutti assolti

Chiudo finalmente questo 3d iniziato anni fa , con 36.000 click ora, su un fatto incredibile e avvilente per tutta la stampa italiana allineata in una folle caccia alle streghe.

Oggi c'e' stata la sentenza sui fatti di Rignano Flaminio conosciuti anche come "il caso delle maestre e nonne pedofile".
Dopo 5 anni si è giunti alla conclusione inevitabile di una vicenda di cronaca che era un insulto all'intelligenza e che ha dato la stura al peggio della campagna della paura iniziata in quegli anni.

Assolti perche' il fatto non sussiste

Rainews24.it

Rignano Flaminio, c'è attesa per la...
 
non è ancora finita questa immane vergogna :rolleyes::wall:

dal il fatto:
La Procura di Tivoli non si arrende e poiché più delle parole contano i fatti, la risposta è stata chiudere la seconda tranche dell'inchiesta sugli abusi di Rignano. Cambiano luoghi e protagonisti, soltanto i bambini restano gli stessi, otto su 21 già periziati. La notizia, diffusa ieri dalle agenzie, è che un altro pm ha chiesto il rinvio a giudizio per sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza privata nei confronti di Jasna Deticek, slovena che nel 2006 abitava vicino Rignano, in una villa con piscina.
Ecco, finalmente la "casa degli orchi": non è più quella dei coniugi Scancarello, ma di una donna che avrebbe agito in concorso con persone non identificate.
 
AMEN !
Fine della più sordida storia dei media italiani. :titanic:

Cosa scrivevano nel 2007 i giornali sulla storiaccia di Rignano Flaminio - Il Post

40.000 letture e .... manco una riga di borsa

:ciao:





non è ancora finita questa immane vergogna :rolleyes::wall:

dal il fatto:
La Procura di Tivoli non si arrende e poiché più delle parole contano i fatti, la risposta è stata chiudere la seconda tranche dell'inchiesta sugli abusi di Rignano. Cambiano luoghi e protagonisti, soltanto i bambini restano gli stessi, otto su 21 già periziati. La notizia, diffusa ieri dalle agenzie, è che un altro pm ha chiesto il rinvio a giudizio per sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza privata nei confronti di Jasna Deticek, slovena che nel 2006 abitava vicino Rignano, in una villa con piscina.
Ecco, finalmente la "casa degli orchi": non è più quella dei coniugi Scancarello, ma di una donna che avrebbe agito in concorso con persone non identificate.
 

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